32 avercela fatta. Nella sala affollata all'inverosimile del teatro Nuovo, collocato nei malfamati quartieri spagnoli di Napoli, la gente comincia a parlare di partito. Poi, la strozzatura delle elezioni anticipate, volute da sinistra per evitare un referendum che avrebbe dato spazio di massa, con ogni probabilità a un movimento che rappresentava una dissidenza cattolica di sinistra alla DC. Sulla partecipazione alle elezioni, non ci fu dissenso all'interno del movimento. L'assemblea nazionale decise all'umanimità per il sf, dopo un dibattito serrato durato due giorni. La natura del Movimento, formatosi quasi esclusivamente su una scelta di schieramento, rendeva impraticabile qualunque altra strada: non c'erano motivazioni sufficienti per reggere in una collocazione extraparlamentare, che fosse fondata su contenuti di pratica sociale, o su particolarità ideologiche. Quanto all'ipotesi di alleanze, l'unica possibile sarebbe stata quella col PCI e il PSIUP, impraticabile perché avrebbe ridotto tutta l'operazione a una riedizione dell'esperienza degli indipendenti cattolici nelle liste comuniste, esperienza da tutti considerata fallimentare. Né il PSI, né il PSIUP, invece, avanzarono proposte di alleanza: salvo, per quest'ultimo, accusare poi il destino cinico e baro per la dispersione di voti. E' inutile rievocare le condizioni in cui si svolse la campagna elettorale, con l'invereconda storia delle brigate rosse, la discriminazione dei nuovi gruppi dalle trasmissioni televisive, la congiura del silenzio della grande stampa. Può darsi che, in condizioni diverse, si sarebbe raggiunto un quorum, o comunque qualcosa di piu dei 120.000 voti: ma non è questo il problema. Un esito elettorale al di sotto di ogni aspettativa Il problema è che un'operazione politica che affondava le sue radici in un segmento importante della recente storia politica del nostro paese, che era riuscita alla fine a coinvolgere importanti organismi di massa, otteneva un risultato al di sotto di ogni aspettativa. Il problema, ancora piu serio, è che la DC, presentatasi all'elettorato col suo volto piu conservatore, riusciva ugualmente a tenere, e a tenere bene, sulla sinistra. Colpa dell'eccessivo • gradualismo. della proposta, compagna Menapace? O colpa del • socialismo cristiano • che ideologizza la spontanea volontà di cambiamento delle masse, compagno Teodori? La verità è che quel la del MPL è stata la proposta meno ideologizzata fra quelle prodotte dalla • nuova sinistra •: era - lo ripeto - una pura e semplice proposta di schieramento, che non ipotecava particolari convinzioni ideologiche. Votare MPL significava, in buona sostanza, colpire in modo visibile l'egemonia della DC fondata sul suo preteso interclassismo: significava votare senza incertezze per un'alternativa di sinistra, rinunciando a qualsiasi strategia di ricambio. E' questo il punto autocritico piu serio: la logica esclusiva di schieramento, la carenza di un progetto sociale alternativo. Come ha giustamente scritto, dopo il 7 maggio, Pietro lngrao su Critica Marxista, la DC, nella sua rozzezza, questo progetto ce l'ha: le sinistre no. In particolare le sinistre • nuove •, che troppo a lungo hanno cavalcato la tigre della negazione dell'ordine esistente, hanno vituperato i modelli, hanno omesso di dare corpo e carne a una proposta alternativa per l'oggi. La mitologia della negazione è stata una mitologia di massa, per alcuni anni: ma non poteva durare all'infinito, per motivi fisiologici. • Questa massa • di cui parla Teodori, oggi, non esiste piu: quanto meno, non esiste piu nei termini sessantotteschi, di attenzione esclusiva ai problemi di collocazione, di rifiuto del confronto e dell'elaborazione sui contenuti. Quanto poi al peccato di • gradualismo ", c'è un fondo di verità nel discorso della Menapace: il guaio è che lei pensa a un interlocutore diverso da quello del MPL. Pensa alla dislocazione politica di un gruppo di intellettuali che hanno avuto la sua stessa formazione e le sue stesse esperienze: e da brava intellettuale ritaglia questa collocazione politica a fil di logica (formale). Non si pone - forse perché lo ritiene irrilevante - la questione dell'orientamento politico delle masse popolari cattoliche, che invece hanno respinto la proposta elettorale del MPL per la sua radicalità. Questo, dunque, il primo punto autocritico: l'immaturità di una proposta di contenuto alternativa a quella della DC. Il secondo, piu particolarmente significativo per il MPL, sta nella sopravvalutazione del ruolo di mediazione esercitato dalle strutture organizzate del laicato cattolico nell'orientare Il
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