giovane critica - n. 33 - inverno 1973

domanda politica • sulla quale ha fatto affidamento Labor sembra - ed è - una realtà. Si tratta di farla crescere, rinforzando ed estendendo .le nuove forme di democrazia, superando l'operaismo di cui è impregnata, facendola maturare pienamente. Non è con la generica agitazione per le riforme, che si può ottenere questo salto di qualità del movimento. Il rischio di soffocare nel polverone quanto di nuovo emerge dalle lotte viene individuato dalle federazioni industriali della CISL, che alla vigilia del primo sciopero confederale per la casa (quello del 19 novembre 1969, durante il quale venne ucciso Annarumma) esprimono. in un comunicato, le loro riserve sulla iniziativa, che si sovrappone alle lotte contrattuali. Quel comunicato è un fatto politico che, per potersi sviluppare, ha bisogno della solidarietà delle forze politiche di sinistra: ma il PCI è impegnato nel processo al gruppo del Manifesto, mentre il PSIUP sta appena accorgendosi che sei mesi prima c'è stata la scissione socialdemocratica: l'appello delle federazioni industriali della CISL viene lasciato cadere. li 1969 è anche l'anno della scissione socialdemocratica. Anche l'appartenenza all'ACPOL di Lombardi e compagni viene elencata, dagli scissionisti, fra i motivi della rottura. E per i cattolici dell'ACPOL sembra possibile, ormai, invertire la tendenza awiatasi con l'unificazione: trovare nel PSI un interlocutore senza più preoccupazioni terzaforziste. Ma è a questo punto che le contraddizioni propde del nostro sistema politico si mostrano pressoché insormontabili, per chi voglia dar luogo a un processo politico nuovo. La prima preoccupazione di De Martino, dopo la scissione, è quella, tattica, di togliere spazio agli scissionisti confermando ed accentuando, per il PSI, la linea che era stata del partito unificato. PCI e PSIUP appoggiano nella sostanza questa tendenza, il primo preoccupato di battere • il partito della crisi e dell'awentura •, e poi, dopo le bombe di Milano, desideroso di un governo • che faccia subito le elezioni regionali •. Il secondo, ritrovando nella faziosità e nel settarismo antisocialista una ragione di soprawivenza del proprio apparato burocratico oltre Il fallimento della strategia nennlana dell'unificazione e oltre lo stesso fallimento del proprio tentativo sessantottesco, di farsi punto di riferimento politico della contestazione. 29 La reazione del cattolici dell'ACPOL a questo stato di cose è ben sintetizzata dalla relazione che Labor tiene al primo convegno dell'associazione, che si svolge a Grottaferrata i primi di settembre: egli avanza l'ipotesi • che l'ACPOL possa diventare una cerniera per allargare l'area della sinistra democratica e socialista •, attraverso • un progetto che esplicitamente cerchi di coinvolgere PSI e PSIUP •; ma subito dopo sottolinea come • la scissione socialdemocratica è stata una grande occasione non colta •· e cita De Martino che • sembra rassegnarsi alla mancanza in Italia di un'alternativa di sinistra, e asserisce che si possono fare le riforme con la DC, con questa DC •. Nello stesso convegno, Lombardi aveva affermato che • una soluzione DC-PSI significherebbe uscire in modo inequivoco dagli schemi del centro-sinistra, mentre l'eventuale riedizione di una coalizione comprendente insieme, mediatrice la DC, il PSI e il PSU si qualificherebbe non come una ripetizione della esperienza moderata di centro-sinistra, ma come un'esplicita posizione di destra •. Superamento del centro-sinistra e bicolore DC-PSI erano dunque obiettivi comuni, alla vigilia di quell'autunno del '69, a tutte le componenti dell'ACPOL: cattolici senza partito, sinistra socialista e democristiani di Donat Cattin. Ma si trattava di un obiettivo velleitario, di fronte alla determinazione con cui le forze egemoni del sistema politico ne garantivano la stabilità. Le forze maggioritarie della sinistra, mentre plaudivano alle • scelte socialiste • delle organizzazioni o dei singoli provenienti dal movimento cattolico, ne restringevano lo spazio politico accentuando una strategia del contenimento e del condizionamento della DC. I motivi di fondo della sconfitta elettorale del 1972 cominciano cosi a determinarsi nella seconda metà del 1969. Il bambino che veniva strozzato nella culla dalla realpolitik degli stati maggiori di sinistra non era, si badi, la formazione autonoma della sinistra cattolica, alla quale nessuno pensava: era il progetto di ristrutturazione della sinistra, che l'ACPOL lanciava alla fine di settembre, in un grande convegno a Milano. Lombardi parlò a lungo della necessità di una struttura della sinistra non comunista che dialogasse da posizioni di forza col PCI, determinando le condizioni soggettive per un'alternativa. Gli stati maggiori di sinistra opponevano, a

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