giovane critica - n. 33 - inverno 1973

7 gennaio 7 gennaio. li ritardo con cui appare codesto n. 33 di Giovane critica va oltre le plu nere aspettative. Fra il progettare e l'editare c'è stato di mezzo un cambiamento di editore, una difficile assimilazione della rivista da parte delle strutture produttive delle Edizioni Sapere, un vigoroso sciopero delle Poste milanesi. Di tale ritardo risentono forse le due interviste con Luciano Barca e Giorgio Ruffolo. Organizzate e curate ormai da tempo da Aldo Canale (Fabio Sigonlo per gli abbonati dell'Astrolabio d'antan), le abbiamo trascritte direttamente dal magnetofono in modo da conservar loro la vivezza del linguaggio parlato. Esse costituiscono il nucleo tematico di questo numero; il prosieguo, culturale e politico, del discorso iniziato con Il fatidico questionario; la conferma del brusco spostamento di interessi della rivista. Tale spostamento ha suscitato critiche, anche aspre, com'è facile immaginare. Ne offriamo piu oltre un campione, scelto fra le missive dei nostri amici piu cari. li prossimo numero di Giovane critica sarà interamente dedicato alla documentazione e ricostruzione critica del dibattito politicoeconomico nell'Italia dell'immediato dopoguerra (1945-1950). Giorgio Ruffolo Stiamo marciando verso il socialismo, a passi indietro D. Quali sono oggi le caratteristiche dell'Impresa pubblica rispetto a quelle dell'impresa privata? R. Soltanto in una situazione nella quale vi sia da una parte un mercato quale lo descrivono i manuali di economia politica, cioè concorrenziale, e dall'altra strutture amministrative, avrebbe senso chiamare private le imprese che operano nel primo e pubbliche le altre. La divisione è in tal caso netta. Nell'economia del capitalismo concorrenziale, che si awicina a questo modello, la distinzione tra pubblico e privato è, infatti, abbastanza netta. Ma con la creazione della grande impresa questa distinzione si stempera, In quanto la grande impresa è una grande organizzazione amministrativa; e nel suo operare sono commisti elementi di mercato e di potere amministrativo. Il prezzo - la teoria dell'oligopolio è li per dimostrarlo - non è dato dall'incontro tra domanda e offerta in un mercato concorrenziale: è un prezzo amministrato, come dicono gli economisti. E' un prezzo che la grande impresa è capace di fissare e difendere per il fatto stesso che essa è grande, che ha una quota di mercato considerevole, che ha un potere sul mercato. Dal momento che ha acquisito un potere, che non è solo un potere economico ma anche un potere politico, un potere di pressione diretta sulle strutture amministrative e politiche, chiedersi se l'impresa è privata o pubblica non ha molto senso, indipendentemente dalla sua forma proprietaria, esso è d'interesse pubblico: quali sono I rapporti tra la grande Impresa e la programmazione. Da un punto di vista sostanziale tra la Fiat e l'Eni, tra la Flat e l'lri non vi sono grandi differenze. C'è una differenza storica. Per una serie di

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