ma la fase di gestazione dura giusto nove mesi, dal 22 maggio '68. Alle riunioni preparatorie partecipano esponenti di Forze nuone (Benadusi, Faraguti, Gatti). delle AGLI (Borroni, Gabagliò, Acquaviva), della CISL (Marini, Cacace), della sinistra socialista (Cicchitto, Signorile, Giannetta, ma anche Manca, Fichera e altri demartiniani). Si sceglie, da parte della sinistra cattolica, di cercare uno sbocco comune con la sinistra socialista. E' una scelta non priva di tormenti: l'ipotesi di una formazione di sinistra • tutta bianca • (non in quanto secondo partito cattolico, ma in quanto espressione della • novità • prodotta nel mondo cattolico dall'accelerazione politicoculturale degli anni '60) viene esplorata con attenzione. Nel settembre del '68, nella sede delle AGLI, si tiene una riunione fra i dirigenti aclisti e gli esponenti dello spontaneismo cattolico: Dorigo, la Menapace, Gorghi, e molti altri. Ma gli spontaneisti si oppongono all'iniziativa aclista, fondamentalmente perché ritengono di potervi supplire direttamente. La motivazione formale del rifiuto è il carattere • terzaforzista • che l'operazione assume, non essendo aperta al PCI. Il PCI - è un atteggiamento, questo, che si riproporrà negli anni successivi da parte degli extraparlamentari - non è considerato come un partito politico, che fa le sue scelte tattiche e strategiche, e in base a queste stabilisce le sue alleanze, ma come una istituzione, alla quale fare riferimento prescindendo dai suoi orientamenti. A nulla valgono, pertanto, le obiezioni dei dirigenti aclisti, che fanno presente l'indisponibilità del PCI a farsi coinvolgere in una prospettiva di ristrutturazione della sinistra: extra ecclesiam nulla salus, e l'ecclesia operaia, allora, per Gorghi, Oorigo e Menapace è il PCI. La Menapace ne è talmente convinta, che tre mesi dopo le sue dimissioni dalla DC accetta la candidatura • Indipendente • nelle liste comuniste per il consiglio provinciale di Bolzano: la sua sconfitta rischia di bruciare anzitempo ogni prospettiva della sinistra cattolica autonoma dalla DC. Il convegno di Vallombrosa Il fatto piu importante del '68, tuttavia, per il mondo cattolico, è il convegno di Vallombrosa delle AGLI, alla fine di agosto. Non tanto perché a Labor viene da allora attribuita l'Intenzione di Impegnarsi nel progetto 27 di ristrutturazione della sinistra (i lavoratori, annuncia nella sua relazione, saranno i nuovi giocatori che supereranno l'impasse del gioco politico tradizionale); né soltanto per la partecipazione ufficiale, al convegno, di una delegazione ufficiale della sinistra socialista guidata da Fernando Santi, il cui saluto viene accolto da un'ovazione alla quale partecipano in prima fila gli assistenti ecclesiastici. Quanto perché - finalmente - le AGLI fanno propria una concezione conflittuale della società. Quello della conflittualità permanente - di cui si parlò in quel convegno - è, a onor del vero, un concetto tipico della sociologia americana delle relazioni industriali, e come tale ha ben poco a che vedere con la lotta di classe. Ma la reazione belluina della stampa borghese - che parlò dei • gatti selvaggi • cattolici - contribui a rendere storica quella acquisizione culturale. L'aconflittualità era stata infatti l'unica caratteristica permanente della cosiddetta dottrina sociale cattolica: lo ricordò, sconcertato, a Vallombrosa un amico delle ACLI, il gesuita della Civiltà cattolica Giuseppe De Rosa. Che forni, peraltro, anche l'antidoto: argomentando che l'awersione alla classe dei padroni non significava l'odio per il padrone persona e perciò destinato alla salvezza. Il ripudio del conflitto sociale era stato costantemente mistificato dietro la dottrina dell'amore, dalla dottrina sociale cattolica. La preoccupazione per il destino di salvezza della persona - padrone, peraltro, non corrispondeva all'attenzione per il destino di salvezza della moltitudine di persone - proletariato. Ad essa veniva applicato il principio del sacrificio, e la lettura blasfema dell'ottavo capitolo di Matteo: Beati i poveri. Piu sostanzialmente, la concezione della salvezza come chiamata individuale condizionava le preoccupazioni spirituali dei pastori, non essendo riconoscibili, nella società borghese, individualità proletarie. Andava in frantumi, col riconoscimento della conflittualità, anche quel che restava della cultura monistica cattolica: l'unità del sapere sarebbe stata conquista di una sintesi storica, non piu apriori dogmatico. Che ne fossero consapevoli o no, i trecento dirigenti aclisti presenti a Vallombrosa scoprivano che, dopo san Tommaso, c'era stato Hegel, e poi Marx, e poi la cultura moderna.
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