giovane critica - n. 33 - inverno 1973

convegno sul tema • I .cattolici italiani nei tempi nuovi della cristianità •. Il convegno - al quale la direzione del partito Immediatamente aderisce - si svolge a Lucca nella primavera d~I 1967, e tenta di rilanciare il principio dell'unità politica dei cattolici sulla base di due mistificazioni, una antica e l'altra recente. Quella antica riguarda l'aconfessionalismo del Partito popolare, e viene svolta nella relazione di De Rosa. La mistificazione consiste nel far passare l'ideologia sturziana, senz'altro democratica e aconfessionale, come ispirazione predominante del PPI, prescindendo completamente da quella che fu la prassi politica dei popolari e il loro effettivo rapporto con le gerarchie ecclesiastiche e con le strutture periferiche del potere clericale. In tal modo la sconfessione di Sturzo da parte del Vaticano, il suo esilio, la partecipazione dei popolari al primo gabinetto Mussolini, l'eclisse del partito dopo le leggi eccezionali rimangono senza spiegazioni; come non si spiega la soluzione di continuità verificatasi fra il periodo prefascista e quello postfascista nella formazione del personale politico cattolico. Il partito popolare, in realtà fu una struttura sulla quale il Vaticano Investi, a prescindere dagli orientamenti del suo fondatore: quando l'investimento non fu redditizio, il PPI scomparve. La mistificazione piu recente era invece contenuta nella relazione di Cotta, e riguardava, bergsonianamente, il • supplemento d'anima • che sarebbe necessario di fronte al progresso tecnologico e alla società del benessere: • Resta valida l'esigenza - era scritto nella lettera con cui i cinque intellettuali convocavano il convegno - nei momenti gravi di confusione e di incertezza della vita pubblica, di assalti dei nuovi ideologi della società del benessere. dei sostenitori di un neoriformismo freddo e tecnocratico, uniti In un assurdo e temerario abbraccio, di riaffermare la validità e la continuità di un patrimonio politico e culturale che fu accumulato non per amore di setta e di consorteria, ma per servire il Paese con amore di giustizia e con sete di verità•. Il riferimento polemico all'unificazione socialdemocratica è trasparente; meno evidente nella lettera, ma chiarissimo nella sostanza politica è Il ricatto che il convegno di Lucca rappresentava nel confronti della sinistra cattolica, chiamata a schierarsi o col • neorlformlsmo freddo e 21 tecnocratico • o col caldo afflato del • supplemento d'anima •: tertium non datur. non essendo attuale - anche in ragione dell'atteggiamento del socialismo unificato - la tematica del rapporto col PCI. Col convegno di Lucca, dunque la maggioranza dorotea della DC mette allo scoperto le contraddizioni in cui si trova la sinistra cattolica: questa può tuttavia resistere alla provocazione, avendo avviato processi di altra qualità, che tendono appunto a superare la contraddizione in cui la versione moderata del centro-sinistra la ha cacciata. Si tratta, soprattutto, del processo di unità sindacale e della autonomizzazione delle • forze sociali di ispirazione cristiana • dal partito. E' in queste vicende che stanno i precedenti storici dell'impresa del MPL, anche se i limiti con cui questi processi si sono successivamente sviluppati hanno ridotto sempre piu il progetto originario, fino a portarlo al fallimento del 7 maggio. Unità sindacale o sindacato di partito? L'unificazione socialdemocratica, come si ricorda, pretendeva di avere un suo corrispettivo a livello sindacale. Si parlò di sindacato socialista, e i socialdemocratici della UIL candidarono la loro organizzazione ad essere sede di incontro per tutti i sindacalisti socialisti. Le resistenze della corrente sindacale socialista della CGIL coinvolsero molto relativamente i I PSI. e lo stesso PCI puntava piu alla salvaguardia dell'organizzazione che non ad accettare lo scontro per promuovere un'inversione di tendenza nell'involuzione complessiva degli equilibri politici. Le ACLI, invece, si avvidero dell'importanza strategica eccezionale che aveva questo tema, e vi si impegnarono fino in fondo. Il 16 marzo 1966. nello stesso salone di via Monte della Farina in cui, nel '48, la corrente cristiana della CGIL consumava la scissione, si tenne una tavola rotonda sul tema • Sindacato di partito o unità sindacale democratica? • alla quale parteciparono quelli che sarebbero stati i protagonisti delle battaglie unitarie degli anni successivi. Gli schieramenti erano chiari: oltre a Labor, parlarono a favore dell'unità Foa, Santi, Donat Cattin, Cicchitto, Vittorino Colombo, Bonl e Macario; contro, Coppo (allora segretario generale aggiunto della CISL, alter ego di Storti) e Il socialdemocratico Benevento, direttore del giornale

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