giovane critica - n. 33 - inverno 1973

teristiche della fase del capitalismo che stiamo vivendo. Abbiamo parlato a tal proposito di fase del capitalismo monopolistico di stato. Riprendendo e parafrasando un concetto e una definizione di Lenin, io l'ho ribattezzata • fase del meccanismo unico •- Una fase in cui politica ed economia tendono appunto ad integrarsi in un meccanismo unico, condizionandosi reciprocamente. Mi pare che sul piano culturale, l'operazione da compiere sia un approfondimento di questo problema. Ci troviamo in una fase in cui l'intervento dello stato diventa una necessità non soltanto per la grande impresa ma anche per la piccola impresa. La continuità di questo intervento crea una situazione abbastanza ambigua in cui c'è il rischio dell'integrazione del momento politico nel momento economico e quindi il rischio dell'integrazione del sindacato, della lotta, nelle cosiddette leggi dell'attuale sistema. Questo è il primo momento della bivalenza. Ma c'è il risvolto della medaglia: la possibilità per la classe operaia di pesare a livello politico nella stessa economia. Per la verità noi comunisti siamo stati i soli ad affrontare questo problema dal punto di vista teorico In tutte le sue implicazioni. Implicazioni per cui oggi, ad esempio, nessuna impresa è fino In fondo privata e nessuna è fino in fondo pubblica. Il che non vuol dire che non ci sia piu differenza tra l'una e l'altra. La distinzione rimane perché resta importante stabilire chi è il soggetto delle decisioni dell'impresa, ma la distinzione va analizzata all'interno di questa nuova fase del capitalismo di cui prima parlavo. D. Ti Inviteremmo a fare un'analisi dell'Intervento publlco In questo decennio, cominciando ad esempio dalla nazionalizzazione della energia elettrica. R. Credo che l'intervento pubblico abbia profondamente inciso sul tessuto strutturale della nostra economia. A parte Il fatto che se Il settore pubblico non si fosse Impegnato In prima persona negli Investimenti, avremmo oggi una crisi di proporzioni ben plu gravi e drammatiche di quelle che stiamo vivendo. Per ciò che riguarda Il decennio direi che Il centro sinistra parti con una operazione necessaria e giusta, la nazionalizzazione dell'energia elettrica. Operazione matura e perfino ovvia, anche 11 perché ci trovavamo di fronte ad una situazione tipica di intreccio di profitto e rendita. Soltanto che questa operazione è stata gestita male per quanto concerneva il pagamento degli indennizzi. Visto che la Costituzione stabilisce che bisognava pagarli, lo si poteva fare in modo diverso, ma soprattutto si poteva condizionare questo pagamento a scelte di reinvestimento. Invece noi abbiamo praticamente finanziato una serie di operazioni in cui il momento della speculazione finanziaria ha sempre prevalso sul momento della strategia economica e industriale. Quei famosi 1500 miliardi sono venuti a pesare sulla situazione italiana, aggrovigliandola sempre piu e determinando un processo dominato dalla ricerca del successo finanziario e del potere. Mi riferisco per esempio ai fondi della Montedison. Insomma abbiamo cominciato con un'operazione giusta, necessaria, ma gestita male soprattutto per carenza dello schieramento sociale e politico che l'ha condotta. Si dice che tutto poteva essere risolto dalla programmazione. Non lo credo. Considero la programmazione strumento necessario ma non sufficiente di intervento. Oggi cioè il problema che si pone non è soltanto quello di ricondurre tutte le scelte dell'industria pubblica e dell'industria privata dentro un discorso di programmazione ma di utilizzare meglio quello che è già pubblico e che quindi dovrebbe essere determinato da scelte pubbliche. Naturalmente quando dico questo non penso assolutamente a scelte di tipo amministrativo. Non dobbiamo dimenticare che quando parliamo di impresa pubblica parliamo di un'impresa, il che significa non coattività per la provvista dei mezzi finanziari necessari alla gestione. Questi mezzi finanziari debbono derivare dal credito ordinario e simili mentre il patrimonio iniziale può essere dato dallo Stato. Quella pubblica è dunque un'impresa, che deve però essere subordinata ad un soggetto pubblico per la determinazione dell'Indirizzo della sua attività economica. Noi abbiamo avuto spesso, invece, una serie di operazioni sbagliate o deviate rispetto a questa concezione e a queste due caratteristiche dell'Impresa pubblica. In alcuni momenti cioè abbiamo avuto il prevalere di decisioni burocratiche, ammlni-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==