giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

di ciò che si chiama • la vita politica •: giornalisti, avvocati, parlamentari, manipolatori e sfruttatori a diversi gradi dell'opinione pubblica ... Nella Russia zarista, il veterinario intelligente che si sentiva la stoffa di un leader di partito o di un uomo politico chiamato a giocare un ruolo nella sua provincia, era votato alla piu amara inazione. La stessa attività delle società letterarie, filantropiche o scientifiche, sospetta al Ministero dell'Interno, era ostacolata in mille modi. E l'insolenza delle caste privilegiate accentuava l'amarezza di una piccola borghesia illuminata, desiderosa delle libertà dell'occidente, nutrita di liberalismo. Poco prima della guerra, capitava ancora che dei medici o del commercianti si facessero pestare da ufficiali ubriachi: Korolenko l'ha raccontato. Questa situazione creava, soprattutto nella gloventu piccolo borghese russa, uno stato d'animo rivoluzionario. Si era socialisti. Lo si era con passione, collera e disperazione. Perché costava caro: spesso la vita, sempre la libertà e il benessere. Ma non c'era altra via d'uscita. La intellighenclja rivoluzionaria russa dava all'avvenire del mondo la Narodnaia Volia e i suoi magnifici terroristi, il nichilismo e i suoi cercatori di verità, l'embrione di una grande socialdemocrazia marxista che va da Plekhanov a Lenin, un socialismo rivoluzionario nobilitato dai Lavrov e dal Mlchajlovskij, pleiadi di terroristi che sono autentici apostoli - Sazonov, Kaliaef, Balmachev, Guerchuni -, anarchici capaci di tutte le audacie e di tutti i sacrifici. .. Tuttavia non era che un'avanguardia, sulla quale si fissavano tutti gli sguardi. E non si scorgevano quali forze di reazione e di oscurantismo venivano dietro questa avanguardia. Dato che la piccola borghesia da cui la lntellighenclja rivoluzionarla era venuta fuori, restava eguale a se stessa. Solo pochi osservatori perspicaci discernevano, con una dolorosa acutezza di visione, il ridicolo, la ferocia, la bestialità Insondabile, l'egoismo sordido di questa Innumerevole mediocrità. Gorklj scriveva I suoi Piccoli borghesi. Cekov, con un sorriso contratto, dipingeva l'anima meschina di una piccola borghesia laida. 93 Marzo 1917 e le speranze democratiche. Per un attimo, durante la rivoluzione, la piccola borghesia sperò di vincere. Un mattino del marzo 1917, gli operai di Pietro• grado fuori dai gangheri per gli inutili massacri della Galizia, dei Carpazi, della Polonia, di Volhynie e di innumerevoli altri luoghi, avevano abbattuto l'edificio tarlato dell'autocrazia. Che se ne cadeva da solo, a dire il vero. I rapporti dei capi di polizia di Pietrogrado negli ultimi giorni del vecchio regime, annunziavano ogni giorno la catastrofe. La popolazione operaia diede la spallata di cui c'era bisogno. E si vide avanzare sulla scena un principe L'vov, un Rodzianko, un Miljukov, un Kerenskij, parlamentari formatisi alla Duma, che si credevano per l'appunto designati a riprendere la successione dei Stolypin e degli Sturmer, e cominciavano col tentare di salvare la monarchia. Era il sogno di una grande borghesia d'inclinazione costituzionale che salutava con gioia l'avvento delle potenze del denaro. La piccola borghesia non ne permise la realizzazione. Voleva la repubblica. Invase, assimilò quasi istantaneamente il partito socialista rivoluzoinario i cui ideologhi e oratori sapevano interpretare le sue aspirazioni molto bene. Il regno degli uomini d'affari, degli avvocati, di una borghesia liberale illuminata, • molto avanzata • naturalmente, stava per cominciare. A fianco, o un po' al di sotto, della bandiera nazionale si sarebbe inalberata volentieri, per far piacere al popolo, una bandiera rossa - di un rosso che volge gradevolmente al rosa. Si sarebbe stati socialisti, e addirittura socialisti-rivoluzionari: cioè si sarebbe parlato molto, a lungo, con eloquenza, seriamente, di dare la terra ai contadini; come In Germania si è parlato delle socializzazioni. Si sarebbe continuata la guerra di diritto, non senza la speranza di ottenere I Dardanelli. La rivoluzione operaia d'Ottobre annientò questo bel sogno. Le battaglie dell'ottobre 1917. Ottobre si compi contro la piccola borghesia. Fu tuttavia essa a difendere, con accanimento, la proprietà e I diritti della borghesia. I baroni della finanza e dell'industria avevano già sloggiato. A Mosca, a Pietrogrado, a lrkutsk, ovunque cl si batté

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==