giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

84 dal momento che risulta necessario, perché il processo sia messo in movimento, che l'operaio, elevato a forza-lavoro, assicuri già in anticipo al capitalista. faccia credito - dice Tronti - al capitalista di questa capacità di valorizzare il capitale, di dare piu valore di quanto egli non ne abbia all'inizio della contrattazione individuale. Nel momento stesso in cui il processo inizia ed assume la sua forma primitiva, sulla quale si costruiranno i successivi passaggi della produzione capitalistica, già in quel momento le due forme di realtà, il capitale e la forza-lavoro, si contrappongono come due entità staccate, anzi contrapposte ed antagoniste, ed è in questo antagonismo che per la prima volta in una forma primitiva si costituisce l'antagonismo di classe•. Tronti d'altra parte non pretende di riassumere in questo atto iniziale della compravendita della forza-lavoro la storia totale della classe operaia, e proprio a questo proposito, anzi, egli inserisce un altro punto di notevole interesse. Tronti vede bene la differenza che passa tra forza-lavoro e classe operaia e vede storicamente la differenza che passa tra proletario ed operaio. Nel momento stesso in cui questa distinzione è presente al suo pensiero, direi piu presente a lui che a qualunque altro teorico marxista contemporaneo. è però sua preoccupazione rimettere in rapporto questi due momenti fondamentali, queste due figure fondamentali, perché solo nel rapporto storico, ad esempio, che egli individua tra il proletario delle giornate di giugno del 1948 e l'operaio dell'ottobre 1917 egli vede la possibilità di una concatenazione interna di momenti successivi di sviluppo della classe operaia che non sono tutti riconducibili ad un'analisi puramente ed esclusivamente economica; cioè diventa, a questo punto, essenziale dire che il concetto di classe operaia, nel pensiero di Tronti, si costituisce sin dall'origine come un concetto incorporato di contenuto politico. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che il concetto di classe operaia e soprattutto la categoria reale che gli corrisponde non hanno una vita esclusivamente subordinata alle realtà economiche del sistema capitalistico né determinata In maniera completa da queste, dal momento che dentro questo concetto e dentro questa realtà esiste un atteggiamento politico capace di determinare in maniera autonoma estate 1967 svolte, passaggi, scelte determinanti di una storia operaia. Solo a questa condizione è del resto possibile individuare la struttura di un comportamento, che leghi in un filo di atteggiamenti diversi. ma fra di loro collegati, il proletario, venditore originario della forza-lavoro, e l'operaio attuale della grande fabbrica moderna. A questa presenza di classe operaia cosi concepita, che si pone appunto in forma antagonistica fin dalle sue origini, il capitale dà la sua risposta classica, che anch'essa si può suddividere in vari momenti ma che può essere ricondotta alla continuità di alcuni processi fondamentali, e che consiste essenzialmente nel tentativo di incorporare l'antagonismo operaio dentro se stesso. facendo funzionare la classe operaia come capitale variabile, ossia, come dice Tronti, come la parte vitale del processo di produzione capitalistica. E in questo lavoro di appropriazione da parte del capitale nei confronti della classe operaia si può, sulla base delle indicazioni di Tronti, tentare di ricostruire il tessuto connettivo dell'intero sviluppo capitalistico moderno, come se la visione totale di questo sviluppo cambiasse in rapporto a questo cambiamento della prospettiva da cui questo sviluppo è guardato. Qui abbiamo di fronte agli occhi un tentativo di interpretazione dello sviluppo capitalistico moderno come di una macchina che la forza della classe operaia mette in moto e spinge In avanti continuamente. Mentre dall'altra parte, dalla parte capitalistica, opera una forza contraria, che tenta di • riaggiustare • continuamente questa spinta operaia, • raggiustarla • a livelli sempre piu alti di razionalizzazione dello sviluppo e di dominio sulla società: fino ad arrivare a quella capacità di penetrazione del capitale della grande fabbrica, intesa in senso leninista, sull'intera società, che è il momento In cui, come esemplifica Tronti, possiamo arrivare addirittura a trovarci di fronte al paradosso di uno stato operaio che gestisce lo sviluppo, la produzione capitalistica. In questo momento appunto, il singolo capitalista è addirittura scomparso dalla scena della storia, ma quello che resta è la produzione capitalistica, è lo sfruttamento operaio, è il rapporto di classe all'interno. anche, di quel tipo • nuovo • di società. Ciò che resta in piedi durante questo lungo corso storico è la contraddizione di fondo, perenne, che il capitale cerca continuamen-

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