giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

aspetti del problema, i due • spiriti • della ricerca, può riuscire a spezzare un certo tipo di conformismo teorico cosi oggi ancora diffuso. Che cosa Tronti mette di suo rispetto ai suoi modelli o alla loro stessa sintesi? Qual è l'accento che si caratterizza come più suo in questa ripresa del discorso marxista-leninista che egli tenta? A mio giudizio questo aspetto più specificamente trontiano del discorso di questi saggi è in un di più di astrazione, è in un di più di capacità e di volontà astrattive rispetto ai due modelli che sono stati presi in esame. Anche in questo caso, beninteso, la volontà di ricercare una drastica astrazione conoscitiva rispetto alla realtà contemporanea del capitalismo e della classe operaia non è un fatto che scivola Inconsapevolmente dentro la posizione di Tronti ma è l'espressione di una precisa scelta da parte sua." Innanzi tutto astrazione ha voluto dire da parte di Tronti erigere in una forma di feroce isolamento questo tentativo di ripresa del pensiero marxista-leninista rispetto, da una parte, alla tradizione della Ideologia del movimento operaio, dall'altra, rispetto alla tradizione della scienza borghese contemporanea. E' stato un atto d'isolamento consapevole di fronte a questi orientamenti contemporanei dominanti; è stato un tentativo di ritornare dentro la operazione creativa del marxismo; ma non è stato soltanto questo: direi che nel procedimento astrattivo che Tronti utilizza c'è soprattutto la volontà teorica di isolare i dati veramente fondamentali della realtà sociale contemporanea, di assumerli nella loro purezza per riuscire a ricostruire su questa base di estrema astrazione una scienza operala nuova. lo sottollnerei fortemente il carattere di fondazione che ha questo libro, anche qui riprendendo un atteggiamento che ritengo consapevole nel suo autore: Trontl, Infatti, nella introduzione o nel saggi parla spesso di • prologo •, di • prime tesi •; piuttosto che di prologo o prime tesi, definizioni che farebbero forse pensare ad un primo approccio al problema, a qualche cosa che si presenta ancora limitato o Incompiuto, lo parlerei proprio di fondazione. C'è qui li tentativo, a mio giudizio ampiamente riuscto. di fondare gli elementi essenziali di un atteggiamento conoscitivo nuovo che .. 81 Tronti nel corso del suo libro spesso chiama scienza operaia e che costituisce la fase iniziale, ma in sé compiuta, di una serie infinita di lavori di ricerca e di iniziative pratiche di lotta. Mi pare che con questo libro il concetto di scienza operaia, utilizzato altre volte da noi stessi forse in maniera un po' sommaria, più come un'Indicazione di ricerca che come uno strumento già penetrante di conoscenza, abbia avuto ormai una sua definizione articolata e tale che esso può essere ripreso e riutilizzato in maniera estremamente positiva in una serie di altri campi o in una serie di prosecuzioni della ricerca. Qual è la definizione che oggi noi potremmo dare sulla base di questo libro del concetto di scienza operaia? lo chiamerei questa scienza la espressione teorica dell'unilaterale interesse di classe della classe operala; il concetto dunque di un rapporto conoscitivo con la realtà che assume dentro di sé come strumento fondamentale di analisi e conseguentemente di lotta la unilateralità che la stessa classe operaia esprime ed assume nei confronti della società capitalistica. Anche qui quello che salta all'occhio, come nella ripresa del rapporto Marx-Lenin, non è tanto l'interesse conoscitivo puro, disinteressato, quanto piuttosto l'elemento di contrapposizione che questa posizione introduce dentro lo stesso atto della conoscenza da parte operaia. La scienza operaia conosce a fondo la realtà capitalistica, ma la conosce in quanto vuole contribuire alla sua distruzione e può conoscerla proprio In quanto, dice Trontl, ha l'Intenzione di contribuire alla distruzione di questa realtà capitalistica; cioè la scienza operala conosce anche in questo caso in rapporto diretto con la prassi rivoluzionaria del movimento operalo. E. viceversa. se è vero che la destinazione e l'orientamento della scienza operaia è la prassi rivoluzionaria, è il fine politico al quale essa tendenzialmente si rivolge, è vero anche che, al contrario, ciò che determina l'atto fondamentale di questa scienza operaia, Il suo indirizzo tendenziale e tendenzioso anche a livello conoscitivo, è la scelta politica, unilaterale, e, per usare le parole di Trontl: è il fatto fondamentale che spe~so la prassi rivoluzionaria, la politica, precedano la scienza e In gran parte la determinino nel suoi orientamenti e nelle

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