giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

Alberto Asor-Rosa estate 1967 Su « Operai e capitale» di Mario Tronfi Risulta molto difficile a chiunque tentare di racchiudere in una serie di formule schematiche il contenuto di questo libro che, a mio giudizio, si presenta di una eccezionale ricchezza d'implicazioni e d'lndicazioni. lo ho semplicemente cercato di individuare e di isolare un paio di punti, a mio giudizio, fondamentali per la comprensione del libro stesso, senza pretendere di avere esaurito con queste due indicazioni o con questi due gruppi di indicazioni tutto l'insieme dei problemi che il libro propone. Uno di questi punti riguarda fondamentalmente la forma del discorso che Tronti ha tenuto nei saggi principali di questo libro e l'altro punto riguarda il suo contenuto; distinzione questa, come vedremo più avanti, piuttosto esterna. ma. comunque, utile per fornire un primo generale chiarimento sul libro stesso. La forma del discorso è senza dubbio uno dei motivi di maggior difficoltà per un primo approccio alla comprensione dei temi e delle posizioni che vengono esposte in questo libro. Una forma, direi, estremamente singolare ed inconsueta, che forse si può cominciare a sciogliere e individuare nella sua ragion d'essere, se noi teniamo presente che in essa noi possiamo cogliere l'assoluta compresenza. l'intreccio complesso di due elementi fondamentali. che sono l'analisi e l'indicazione politica. Questa compresenza si può considerare in taluni punti estremamente visibile: ci sono delle pagine di analisi economica molto rigorosa e molto serrata, a cui seguono delle pagine altrettanto serrate e convincenti dal punto di vista politico: è questo un modo esplicito di trarre immediatamente una serie di conseguenze politiche dalle indicazioni dell'analisi economica. Però mi pare che la singolarità e la novità di questo discorso stia soprattutto nel fatto che spesso sono le stesse analisi economiche, lo stesso livello dell'analisi, che propongono un'indicazione politica, riuscendo a fondere insieme nella scoperta scientifica la conoscenza di un determinato oggetto e la sua utilizzazione in termini di carattere fondamentalmente politico. Si tratta evidentemente di una riscoperta originale del vecchio atteggiamento rr.arxiano che dice: teoria e prassi; ma con una accentuazione più forte del nesso fra questi due momenti; per cui non direi più tanto • teoria e prassi • quanto • teoria per la prassi • in una maniera estremamente conseguente. in una forma dinamica che salta all'occhio ad ogni pagina di questo libro. Se fosse possibile ed utile racchiudere in una formula sintetica questa impressione cosi importante e decisiva per il giudizio stesso sull'opera. io direi che in questo tipo di discorso noi ritroviamo, congiunti insieme nelle intenzioni dell'autore dell'opera stessa, un Marx più un Lenin, anche qui congiunti in un rapporto che diventa decisivo per la comprensione dell'opera. dei suoi aspetti fondamentali. Se non si prende come punto di partenza questo riconoscimento - che non si limita a cogliere un aspetto oggettivo ed inconsapevole dell'opera stessa ma sottolinea come espressione di una precisa consapevolezza da parte del suo autore la volontà di fondere contemporaneamente dentro lo stesso discorso lo spirito di Marx e lo spirito di Lenin - se non si riesce ad operare questo riconoscimento preliminare. molte delle cose importanti e preziose che questo libro propone diventano più oscure e meno avvicinabili. L'operazione che, secondo me, Tronti tenta all'interno di questi saggi e in particolare dell'ultimo. che è ovviamente Il più importante e il più decisivo, è un tentativo che definirei Il voler rimettere sui piedi l'analisi marxiana e il voler dare un cervello ad una ripresa della prassi leninista; ed anche questo non è fatto semplicemente per una volontà esterna di ricostruire un • apparato • intellettuale più efficace di quello che si è soliti trovare nei testi marxisti: al contrario: questa fusione tra il discorso marxiano e il discorso leninista risponde alla constatazione, alla consapevolezza che questo è il tipo di discorso che può riuscire ad agganciarsi oggi ad una iniziativa politica di classe, e che soltanto questa capacità di fondere insieme I due

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