sfruttamento di un processo lavorativo sociale, ed è quindi un portato dell'inevitabile antagonismo fra lo sfruttatore e la materia prima vivente da lui sfruttata [ ...]. Inoltre, la cooperazione degli operai salariati è un semplice effetto del capitale che li Impiega simultaneamente; la connessione delle loro funzioni e la loro unità come corpo produttivo complessivo stanno al di fuori degli operai salariati, nel capitale che li riunisce e li tiene Insieme. Quindi agli operai salariati la connessione fra I loro lavori si contrappone, idealmente come piano, praticamente come autorità del capitalista, come potenza d'una volontà estranea che assoggetta al proprio fine le loro azioni • (ib. pp. 28-29). • Cfr. R. Panzieri, Plusvalore e planilicazlone, cit., pp. 272-77. ' • Poiché il profitto si presenta qui esclusivamente sotto forma di interesse, tali Imprese sono possibili anche quando esse dànno il puro e semplice Interesse, e questa è una delle cause che si oppongono alla caduta del saggio generale del profitto, poiché queste Imprese in cui il capitale costante è In proporzioni cosi enormi rispetto al capitale variabile, non Incidono necessariamente sul livellamento del saggio generale del profitto• (Capitale lii, 2, p. 123). ~ • Ma nella misura In cui si sviluppa la grande industria, la creazione della ricchezza reale viene a dipendere meno dal tempo di lavoro e dalla quantità di lavoro Impiegato che dalla potenza degli agenti che vengono messi In moto durante il tempo di lavoro, e che a sua volta - la loro powerful effectiveness - non è minimamente In rapporto al tempo di lavoro immediato che costa la loro produzione, ma dipende Invece dallo stato generale della scienza e dal progresso della tecnologia [ ...] • (dal Grundrlsse, tr. lt. parziale In Quaderni rossi n. 4, pp. 297-98). " • Il capitale produttivo di Interesse è il capitale come proprietà contrapposto al capitale come funzione• (Capita/e lii, 2, p. 55). " lb. pp. 57-58. "lb. p. 59. " ib. p. 123. " Uno degli elementi più Interessanti delle lotte universitarie di questi mesi sta nella critica alla divisione del lavoro nella produzione Intellettuale, che separa la didattica dalla ricerca e all'Interno di questa la direzione dall'esecuzione. Nelle avanguardie del movimento questa critica si traduce In forme organizzative orlglnali (l'assemblea permanente di facoltà o di corso di laurea, senza deleghe di rappre• sentanza ad organi esecutivi) la cui funzione è quella di costituire una opposizione collettiva permanente all'organlzzazlone capitalistica dello studio e della ricerca. dando come scon79 tata l'Impossibilità di una riforma valida di essa all'interno del sistema. " Funzione sociale subordinata nel processo di produzione e massificazione di questa condizione sociale appaiono condizionati per la caratterizzazione di classe dell'insubordinazione. A questo proposito la sociologia radicale americana (Wright Mills, Marcuse) appare, pur all'interno di analisi socio-Istituzionali ricche di fermenti critici, sostanzialmente chiusa al tema della pratica sociale. In essa non solo il capitale Usa appare slegato dal mercato mondiale e chiuso ne!le proprie componenti interne, ma ogni Ipotesi di classe viene vanificata nella misura in cui l'antagonismo possibile nei confronti del sistema appare riferito esclusivamente alla coscienza individuale In rivolta verso una prospettiva di bisogni non repressivi. " Diamo qui per accettato che le società socialiste debbano essere considerate come una componente interna del mercato mondiale. Una più approfondita analisi della loro incidenza all'interno di questa ipotesi generale, che riteniamo valida, non viene sviluppata in questa sede. " Cfr. nota 10. ~ In questa Ipotesi la caratterizzazione della classe rivoluzionaria a livello internazionale è piuttosto funzione dell'antagonismo sociale verso il meccanismo generale di sfruttamento che dell'omogeneità a livello di un modo di produzione determinato. " Mao Tse-dun, Sulla pratica, In Opere scelte I, p. 366. Cfr. a questo proposito F. Stame, La pratica sociale, In Giovane critica, n. 14, pp. 21-26. " Mao Tse-dun, lb. p. 370.
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