giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

74 nulla della vita, della parte che divertiva tanto gli altri e di cui avevano, loro, capito le regole. Dio sa come. Ed ecco, era salito su un treno di notte, che tutto gli sembrava nuovo, 'speciale', che una donna bruna gli aveva mostrato le sue ginocchia nel voler discendere la propria valigia, per prendervi un tubo di cachet d'aspirina, di cui non si era servita. Che aveva finito col persuadersi, povero salame, che l'aspirina non era che un pretesto, una maniera di iniziare la conversazione. Che lei era bella, piu bella di qualsiasi donna lui avesse mai accostato da cosi vicino. Che era tanto vicina che lui aveva potuto sentire il suo profumo, scorgere in dettaglio il fermaglio della sua collana di perle. Che questa collana gliene ricordava un'altra che a dire il vero non aveva mai visto. E che in questo momento, mentre lei era affacciata alla finestra del treno, e parlava ridendo di Dio sa che, perché lui non capiva mica, aveva mostrato di non conoscere le regole, di non essere altro che un poveraccio •. Ma Japrisot ha raggiunto tuttavia il meglio della sua torma con La dame dans l'auto, avec des lunettes et un fusil. Prima di parlarvi del romanzo, guarda un po', voglio citarvene ancora un brano: • Avevo quaranta minuti di ritardo quando ho raggiunto la Gare Routière, dopo aver domandato la rotta a tutti i passanti che per poco non avevo schiacciato sui marciapiedi. I Marsigliesi sono dei tipi a posto. Innanzitutto non vi insultano piu degli altri, se cercate di soprawanzarli, ma inoltre si prendono la briga di guardare il vostro numero di immatricolazione, e quando vedono che siete un 75, si dicono che evidentemente non si deve pretendere troppo da voi, si battono la tempia con l'indice, e cosi, senza malvagità né rancore, soltanto per fare ciò che va fatto, e se in quel momento voi dichiarate 'Sono perduta, non ci capisco nulla della vostra città schifosa, ovunque un fottio di stop che mi vogliono del male, e io credo la Gare Routiére a Saint Lazare, ma esiste dawero?' vi compatiscono, se la prendono con la Buona Madre della vostra sfortuna, si ammucchiano in una dozzina a fornirvi le informazioni, prendete a destra, e poi a sinistra, e quando arriverete sul posto c'è l'arco di trionfo, attenzione al filobus, sono degli assassini, la sorella della moglie di mio cugino vi si è stampata contro e adesso è stampata sulla tomba di famiglia, e estate 1967 trovandosi al cimitero di Cane! è troppo lontano per portarle dei fiori •. Bisognerebbe citare tutto, ancora un campione, ma il troppo storpia. • La dame... • è assai vicina a quello che è per me il romanzo poi iziesco perfetto - quello che costeggia il fantastico senza inoltrarvisi completamente, per riferirmi ai classici, i grandi John Dickson Carr -: un tale si trova preso in una situazione da incubo, tutti gli affermano cose che sa esser false - ma sf, quella notte eravate in quel tal luogo - e se il sospetto di una macchinazione ordita contro di lui lo sfiora, un attimo di riflessione gli mostra che questa macchinazione non può essere stata preparata. Alla fine tutto si sbroglierà, si spiegherà, in maniera assai soddisfacente: ma resterà tuttavia una parte inesplicabile, un insieme di coincidenze non impossibili, chi lo nega, un certo ruolo dei presentimenti. della percezione extra-sensoriale, delle sensazioni di • già visto •, che non impediranno alla soluzione di essere logica e razionale, ma che avranno, per un attimo, fatto perdere l'equilibrio al lettore sul cammino dei mondi paralleli. Il solo difetto di • La dame... • è che il suo editore, Denoel (già editore dei due precedenti), ha scelto per pubblicarlo una formula • nobile • - cioè cara, dieci franchi in luogo di due e sessanta degli altri due, che erano pubblicati nella collezione poliziesca di Denoel, collezione stampata stranamente su carta gialla, laddove in francese tra • giallo • e • romanzo poliziesco • non c'è alcun rapporto -. e che questa nobilitazione potrebbe privare Japrisot dell'udienza popolare alla quale potrebbe pretendere. Speriamo tuttavia che Rossi scriverà ancora senza per questo uccidere Japrisot: quattro romanzi in tutto da loro due, è ben poco, e noi ne esigiamo di piu. ' Traduciamo cosi, discostandoci notevolmente dal testo, l'espressione • T'as pas plus de coeur qu'une tierce à pique •. Letteralmente una • tlerce à pique • è una serie di tre carte di picche ma, non conoscendo a quale gioco San A. faccia riferimento, non sappiamo esattamente a quale figura corrisponda; né a quale ruolo: perché è probabile che il gioco di parole si svolga su un duplice piano. E cioè: tu non hai più • cuore • di quanto ce ne sia in una serie di carte di • picche •, ma anche: tu non hai più • cuore • di quanto ce ne sia In una carta di scarso lignaggio (noi diremmo • due di briscola •l come tre

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