66 non sono tuttavia riusciti ancora a Iiberarle dalle incrostazioni del mito staliniano (col quale vengono spesso sovrapposte.) e farne uno strumento adeguato alla nuova situazione rivoluzionaria. Ancor meno incisive risultano le posizioni di • quelli che vogliono stare nel mezzo • (La Sinistra, Falcemartello, Bandiera Rossa, ecc.). che in una tentata conciliazione del dissidio cino-sovietico In una • terza via •, perdono ogni capacità di giudizio (e di scelta) sulla portata delle differenziazioni in atto nel • campo socialista•. • Il loro grande sogno è di unire tutto•. Mentre oggi quella che va sottolineata senza riserve è la coerenza del Partito Comunista Cinese nel la sua lotta contro l'imperialismo e il revisionismo. 3. Oggi, come ai tempi di Lenin, c'è un solo interrogativo a cui ancora non è stata data risposta: che fare? Alla critica d'opposizione (incorporata nel sistema ed esercitata fino alle nausea) non è seguita rottura. nessun salto nell'azione rivoluzionaria. Tutti si possono permettere di pensare, di criticare, di sognare nell'Italia di oggi. Segno che il capitalismo si rafforza, e non ha piu motivo di temere • quelle parole convenzionali che, al pari dei nomignoli, sono legittimate dall'uso e diventano quasi dei nomi comuni • (Lenin, Che fare?). Il marxismo non è piu una guida per l'azione. E' diventato un mero esercizio letterario. C'è i I collegamento potenziale con la rivoluzione, la contraddizione insolubile annidata nelle maglie del sistema, ma ancora fideistico, riposante su una incrollabile fiducia nella • bontà • delle ragioni rivoluzionarie. Quasi equivalenti al cinismo dei partiti operai organizzati nella loro disarmata ingenuità, dall'accademia della protesta alla rozzezza del settarismo, i discorsi politici naufragano nelle secche della • complicità • dei gruppi minoritari, nel legame quasi libidico che ne tiene vincolati i componenti alla magia di qualche dogma, di qualche parola d'ordine logorata dalla inadempienza. Rivoluzione, classe operaia, partiti. Quale realtà corrisponde a queste entità astratte? Il comunismo sta forse ritornando lo spettro del vecchio Manifesto? O sono queste entità astratte lo spettro del ~omunismo che si aggira per la vecchia Europa? Cesare Cases estate 1967 Il''_M_a_~_a_t--Sdi P. Weiss Il Marat-Sade di Peter Weiss è stato scritto tra il 1963 e il '64 e rappresentato per la prima volta allo Schiller-Theater di Berlino il 29 aprile 1964. Nell'evoluzione del lo scrittore questo dramma costituisce una tappa intermedia. Oggi Peter Weiss è noto per il suo impegno politico, non solo di scrittore (dopo L'Istruttoria ha composto un'opera teatrale sulla resistenza al dominio portoghese in Angola e ora ne sta scrivendo una sul Vietnam) ma anche di membro attivo del Tribunale Russell per i crimini di guerra americani. Tuttavia i libri autobiografici - Congedo dei genitori, già uscito in italiano, e Punto di fuga, di prossima pubblicazione - ci rivelano che durante e subito dopo la guerra Weiss si precluse ostinatamente a ogni presa di posizione politica. Era troppo occupato dai problemi personali - la rottura con il mondo borghese da cui proveniva, l'affermazione della propria vocazione artistica - per sentirsi solidale con l'umanità in lotta o anche soltanto con i suoi fratelli ebrei che morivano ad Auschwitz mentre egli se ne stava al sicuro a Stoccolma. Agli amici che lo rimproveravano per questo assenteismo egli opponeva il proprio bisogno di liberazione individuale, a chi lo esortava a leggere Marx rispondeva leggendo Hamsun o Henry Miller. Solo piu tardi, una volta superata questa fase, ritrovata la propria libertà e verificata la propria vocazione, Weiss ebbe questo impegno politico a scoppio ritardato che ne fa una figura pressoché unica nel panorama delle lettere contemporanee. Il Marat-Sade si situa quindi all'incrocio tra i due periodi, il dibattito qui messo in scesa è quello che si stava svolgendo nell'animo stesso dell'autore, Sade è Il portavoce dell'individualismo anarchico. Marat quello dell'ascesi rivoluzionarla.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==