62 dell'antagonismo di classe che attualmente operano i partiti. Le conseguenze sono: 1) i partiti della sinistra, da strumenti fondatori della coscienza antagonistica e gestori di tale antagonismo vanno trasformandosi in istituti di canalizzazione delle spinte di classe verso obbiettivi compatibili col funzionamento del sistema: 2) tale situazione, col sorgere e svilupparsi di fenomeni di opposizione politica (non per sé quanto per la crisi di cui la loro esistenza è testimonianza) priva i partiti di sinistra della funzione esclusiva di mediazione e di filtrazione delle spinte eversive (pur non annullando, come si è detto, la effettività della loro capacità di rappresentanza). Il discorso si sposta allora sul problema della organizzazione poiché i partiti divengono variabili dipendenti all'interno di una situazione più ampia e complessa, la organizzazione del movimento di classe, che non è più totalmente mediata dai partiti. Emerge di conseguenza la questione di fondo su cui deve misurarsi qualsiasi opposizione: come pensare e praticare l'organizzazione, partendo dal presupposto che i partiti di classe attualmente dati sono anch'essi da ricomprendere tra gli strumenti oggettivamente in crisi. Può sembrare un paradosso sostenere la primarietà della organizzazione nel momento in cui si sottopone a critica radicale lo strumento-partito. Ma paradosso non è: piuttosto un altro motivo per rafforzare la consapevolezza della radicalità della crisi che siamo attraversando. Ma non può essere altrimenti, se il rapporto tra teoria e organizzazione è un rapporto dialettico. D'altra parte le esperienze finora compiute, dentro e fuori i partiti, stanno a convalidare questa tesi: e non si può evitare di collegare la loro sterilità a un vizio di origine. Ogni modo di organizzazione operaia, per essere rivoluzionario, deve scaturire dalla comprensione scientifica dal rapporto esistente tra classe operaia e società globale: anzi, l'unico modo è la articolazione di questa pratica sulla principale, o più acuta, forma di conflittualità esistente, In un dato periodo storico, tra società capitalistica e classe operaia. Da qui derivano molte conseguenze; prima fra tutte l'esigenza di una conoscenza teorica della società e delle sue contraddizioni, in ogni fase determinata. Non si può riconoscere inverno 196 7 che lo stato attuale dell'analisi soddisfi questo requisito; non possediamo una teoria dell'imperialismo odierno. Per questa ragione non siamo in grado di proporre una organizzazione di lotta di classe veramente internazionalista: le cassette per il Vietnam sono il risultato di questa inadeguatezza. In una situazione di crisi politica nessuna risposta può essere soltanto teorica: deve essere • teorica per • qualcosa d'altro. Condizione soddisfatta da un'analisi in cui il rapporto teoria-pratica è vincolato e nella quale l'attributo di utilità rivoluzionaria deriva automaticamente dal grado di scientificità dell'analisi stessa. Deve essere però qualcosa di più: il rapporto teoria-prassi deve essere mantenuto non solo logicamente ma pure • cronologicamente •, come contemporaneità dei due momenti. Quindi, tra le scelte attualmente a disposizione, vanno rifiutate sia il rifugio nella teoria sia la pratica che, sotto le vesti dell'operazionismo, fa passare l'accettazione acritica dello stato delle cose e degli attuali strumenti. Quest'ultima, in nome di un realismo, di cui peraltro non si vedono i presupposti reali, trasforma l'esigenza e la preminenza del rovesciamento pratico in una ipostatizzazione delle strutture esistenti: trasforma cioè l'esigenza del rovesciamento materiale nella conclusione dell'immobilismo: non è, cioè, prassi. D'altro lato la teoria come momento preliminare (non legato dialetticamente) alla prassi, oltre a essere rinunzia nei fatti è, a livello ideologico, la forma fenomenica della seperazione tra teoria e prassi, cioè rivelatrice e della crisi della pratica e della sconfitta della teoria, trasformata da scienza della contraddizione a sistemazione categoriale dei • concetti della sconfitta•. E', quindi, l'ora della organizzazione, come momento pratico-analisi teoria, che trova nelle attuali contraddizioni del capitalismo avanzato i presupposti della sua costituzio• ne. Cosi fondato, l'obiettivo diviene assorbente di qualsiasi problematica teorica in quanto essa nasce, a livello teorico, come conclusione della ricerca non dello • specifico organizzativo • (fatta da una sorta di esperti di • ricerche di mercato • socialisti) ma delle contraddizioni della società del capitale e dell'imperialismo e, a livello pratico, dalla accettazione del livello materiale come momento di verifica di qualsiasi ipotesi teorica e quindi strumento
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