58 distribuzione qualora vi leggano accenni favorevoli alla Spagna di Franco. o nei paraggi dell'Università di Berkeley. Altre società. meglio nutrite, diversamente articolate e diversamente allucinanti dalla nostra. Da noi ha tinte pili paesane; anche se scatena l'ira di poliziotti e fascisti, appare pili superficiale [ ...] Magari ci trovassimo di fronte, qui nel paese della Controriforma, culla di una razza di bigotti porcaccioni, ove c'è libertà di peculato e di adulterio, ma non di divorzio, ai sintomi di una rivoluzione morale che se, sappiamo, non può sostituire fruttuosamente la rivoluzione politica, pure non può assolutamente andare disgiunta da essa (Marx e Rimbaud insomma, come i surrealisti peroravano). [ ...] Se non condividiamo la tesi, appassionatamente sostenuta dai ripetitori di W. Reich. secondo cui i giovani pili schiavazzano e più tensione politica sviluppano, è altrettanto certo, come ci insegna tanta cultura moderna (da Freud a Marcuse). che la distanza tra l'ombelico e il cervello è brevissima. La libertà sessuale, il coraggio di discutere questi problemi come di problemi primari, stravolgere alle radici il nostro vivere quotidiano, la piena legittimità di replicare anche vistosamente al livellamento operato dalla società fluente. nuove forme di vita giovanile (dal vestire al cantare al modo di stare assieme). Tutto questo, se viene dal basso e non come progetto dell'industria della moda e dei dischi, non è altro dalla politica. Anzi ci ricorda che, come diceva un nostro amico bolognese, non esiste rivoluzione che non sia anche rivoluzione del corpo, rischio e impegno del proprio corpo (in situazione, è ovvio, di • vie pacifiche •: ché la guerriglia il problema lo pone immediatamente). Né è il caso di rimbrottarli, questi ragazzi, rammentando loro i grandi ideali, da tempo in pensione; né di invitarli alla politica tout court, all'impegno: semmai a politiche diverse da quelle attualmente in auge. Chissà che vogliano capirlo e che, invece, non siano, per usare il loro linguaggio, dei • matusalemme • travestiti. Del resto i I loro futuro coincide con quello di noi tutti. Federico Stame inverno 196 7 Sulla pratica sociale Ogni atteggiamento di opposizione in un sistema caratterizzato da un processo di integrazione politica è qualificato essenzialmente della sua esplicita politicità: nei suoi effetti e nei suoi punti di partenza. E dimostrazione di ciò è la immediata politicizzazione di ogni ipotesi teorica. Basta, a dimostrarlo, la cogenza esercitata oggi dai fenomeni pili qualificati a livello internazionale, e nazionale, su qualsiasi ipotesi di lavoro; tanto pili allorché essa si qualifica come punto di vista, e perciò oggettiva collocazione, di classe. L'analisi (quale presupposto di una ripresa pratica) deve partire da tre ordini di considerazioni: 1) l'oggettivo compimento di un processo riformistico che coinvolge tendenzialmente la totalità del movimento operaio; 2) la derivazione di questa situazione (quale fenomenologia specifica dei paesi capitalistici avanzati) dai rapporti attualmente vigenti tra imperialismo e sistema socialista • avanzato • e tra imperialismo e • Terzo Mondo •. 3) la compromissione, in questo processo, non solo delle linee politiche dei partiti operai, ma delle loro stesse strutture, coinvolgendo oggi la crisi non solo la strategia (o la sua mancanza) ma anche le forme della organizzazione della opposizione, in un'epoca in cui anche i partiti operai sono modi di funzionamento della società borghese. Il processo è inoltre accelerato, in Italia, dall'unificazione socialdemocratica, mentre il conflitto cino-sovietico (quale apparenza di una ben pili profonda polarità), impone precise collocazioni e liquida ogni tentativo di mediazione che diviene, oggi, accettazione della linea sovietico-coesistenziale. Questi fatti decantano situazioni interne ai partiti; esplicitano realtà di fatto
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==