opinioni, parlano, • contribuiscono a fissare le grandi linee dell'azione sindacale •. Niente di tutto ciò può sussistere con il neoproletariato: nella fabbrica non c'è più una organizzazione· sindacale di base, cui gli operai partecipino, nella quale esprimano il loro parere, attraverso la quale elaborino una linea d'azione, controllino i capi ecc.; gli operai non formano più un gruppo organizzato e attivo, ma un insieme massificato di individui ridotto alla passività e all'inerzia, incapace di esercitare un controllo permanente sull'organizzazione di classe, incapace di rinnovare i quadri, per indifferenza ed estraneità. • Le masse non si rivoltano mai, né protestano, né esigono rinnovamento di quadri, e non si può parlare di una pressione della base sui capi• 0 • In sostanza: un tempo la classe (o meglio la sua parte superiore) costituiva nelle fabbriche per la maggior parte del tempo organizzazioni attive di operai; ora per la maggior parte del tempo la classe è una massa disorganizzata. Se le cose stanno cosi, se la classe operaia subisce più di un tempo le forze della massificazione tanto da averne l'intera struttura sconvolta, 1°) quali sono le sue possibilità rivoluzionarie e 2°) di quale tipo d'organizzazione ha essa bisogno? 1°) E' evidente che se alla classe operaia vien tolta dal processo tecnologico la coltre superiore di operai qualificati partecipanti direttamente in gruppo alla vita sindacale e se essa viene ridotta ad essere un Insieme di Individui dispersi, slegati e impossibilitati a formare un gruppo costante di combattimento, allora le possibilità rivoluzionarie sono legate alla possibilità che la classe superi il suo essere massa e si organizzi in gruppi di azione che facciano la Storia. Esiste questa possibilità? Si, risponde Sartre: la classe operaia può annientare le forze che tendono a farne una massa Inerte e passiva soltanto quando la sua condizione è Insopportabile oppure quando essa intravede la possibilità di modificarla con l'azione. Queste condizioni non si presentano tutti I giorni, ma saltuariamente (da ciò il carattere d'Intermittenza della azione delle masse) In quanto dipendono dall'Intero processo storico. Quali sono le caratteristiche dell'azione dellà massa dlscioltasl In forza rivoluziona51 ria? Secondo Sartre esse derivano da questa caratteristica essenziale: la massa che passa dalla disgregazione al movimento di unificazione passa, da uno stadio di cui essa è dominata dall'impossibile, a uno stadio in cui tutto le si presenta come possibile. Prima all'uomo della cassa era impossibile soddisfare i propri bisogni, era impossibile non vivere al minimo vitale, ora gli si apre la prospettiva di soddisfarli: prima tutto era oggetto di disperazione. ora tutto è oggetto di speranza: è perciò che la massa si muove. In sostanza la massa che si coagula è colma di speranza, di fiducia, di passione, di voglia di fare, di indignazione: sente che tutto le è possibile. Questa caratteristica fondamentale fa si: 1°) che l'azione della massa sia instabile. Infatti poiché la massa coagulatasi si nutre della fiducia nel possibile, la sua azione ha bisogno di continui successi per sostenersi, non può durare a lungo senza risultati immediati, non può dare origine ad attacchi e pause, a mosse e contromosse 10 • Se le cose van per le lunghe, il possibile vien messo in dubbio e la classe si smembra di nuovo: 2°) che l'azione della massa sia radicale ossia rivoluzionaria. Infatti la massa si è mossa per chiedere la soddisfazione di bisogni immediati, ma, poiché sente che tutto le è possibile, essa vuole tutto: ogni vittoria ne esige altre, ogni risultato conseguito ne chiede altri, cosicché la sua azione mette in crisi la struttura della società esistente: è rivoluzionarla. I bisogni immediati inquadrano la rivoluzione. Questo radicalismo viene inoltre promosso dal fatto che l'azione della massa è senza prudenza, senza riflessione: il che a sua volta è dovuto alla esplosività dell'azione della massa e al suo carattere intermittente che la priva di tradizioni, ricordi, della possibilità di trarre insegnamenti dalla Storia. Si è visto che la massa è separata dalla organizzazione di classe. Di conseguenza l'organizzazione non può trarre dalla massa la fonte della sua autorità (la massa è passiva e Impotente e quindi indifferente. al massimo diffidente: non ha né la possibilità né la volontà di controllare i dirigenti, di cambiare i quadri. di protestare e rivoltarsi). C'è dunque bisogno di una organizzazione? SI, è la risposta di Sartre.
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