giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

Marco Macciò autunno 1966 La genesi della « e ritica » • sartriana La Critica della ragione dialettica si presenta come un oggetto culturale • già fatto ., come un • insieme di definizioni •, senza portare con sé la storia della sua formazione e il telos che ha guidato l'autore. Un oggetto culturale siffatto non può mai - a nostro avviso - essere conosciuto direttamente, ma deve essere interrogato appunto sulla sua genesi e il suo telos. A questa norma non si conformano le analisi della Critica fino ad ora apparse, almeno in Italia, e pertanto riteniamo sia necessario cambiare radicalmente il punto d'osservazione. Di solito ci si limita a osservare - come fa Pianciola 1 - che Sartre pone il problema di un rinnovamento del marxismo, oggi sclerotizzato, dogmatico. Questo è vero, ma non è sufficiente a fornire una prospettivazione adeguata della Critica: il problema del rinnovamento del marxismo non è infatti il primum per Sartre, ma è un fine che si fonda su altre e piu radicali esigenze. E' necessario - a nostro avviso - porci il problema di far emergere dalla intera Critica una volta studiata di per se stessa, la sua genesi e il suo telos, altrimenti finiamo per immetterci in due strade sbagliate: 1) vedere il tutto della Critica attraverso un telos che non si è fatto emergere dall'opera stessa, ma che costituisce un indubbio gonfiamento di un suo - diciamo cosi - particolare sotto-telos; 2) interpretare l'opera in questione come un insieme di staccate esplorazioni della realtà sociale e storica. La scelta della prima via comporta necessariamente il percorrimento anche della seconda; il risultato della prospettivazione inadeguata è la cattiva interpretazione del discorso sartriano e la sua riduzione a pezzi staccati per sé stanti. Perché dunque la prospettiva solita da cui si guarda la Critica - quest'ultima nascerebbe dal tentativo di liberare il marxismo dalla sua sclerosi - è inadeguata? Principalmente perché - a nostro avviso - un tentativo siffatto, preso di per se stesso, è senza senso, infondato . Per poter realizzare una restaurazione del marxismo riteniamo infatti sia essenziale sapere che cosa fare del marxismo restaurato. La riflessione su un metodo scientifico nasce dalle difficoltà inerenti alla elaborazione della conoscenza di un dominio oggettuale. Nel caso del ma_rxismo le cose sono assai complesse, perche 11suo dominio oggettuale è costituito non so~o dalla storia - in particolare dalla stona presente - ma anche dalla trasformazione della storia. In sostanza: contenuto della storia del presente, metodologia della storiografia e rivoluzione sono - a nostro avviso - i tre oggetti essenziali della scienza marxista e pertanto la riflessione sul metodo marxista potrà essere adeguata se partirà dalle difficoltà che pone la conoscenza di questo triplice dominio oggettuale. La riflessione sartriana sul marxismo nasce da tale concreta problematica. E' quanto tenteremo di dimostrare proponendo una interpretazione genetica della Critica. Preliminarmente cercheremo di dimostrare come in Italia non sia ancora stata còlta la posizione centrale della Critica nella riflessione odierna sul marxismo a causa di una insufficiente impostazione del problema del marxismo. Ricerca scientifica o commento culturale? La riflessione in Italia sul marxismo è giunta in questi ultimi anni a una svolta critica, diremmo a una impasse. Quali i motivi? Evidentemente si è iniziato male. La caduta dello stalinismo e l'avvento dell'ottimismo kruscioviano, con la sua grande carica attivistica, hanno liberato, anche all'interno della cultura italiana di sinistra, una fase di rinnovata fiducia nell'umanesimo marxista e nel marxismo come metodo di trasformazione della realtà e di ricerca storiografica. Ma la fiducia non può mai sostenere un telos scientifico adeguato. Fiducia ha significato, pe~ molti intellettuali italiani, esser convinti che esiste di già (o ancora} un movimento

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==