VladimirPoliakov inverno 1963 Storia di un racconto Pubblicato a Mosca nel 1953. Da noi tradotto dalla Partlsan Review (L'azione si svolge nella redazione di una rivista sovietica. Una scrittrice - una principiante - entra timidamente nell'ufficio del redattore-capo). Lei: Scusatemi ... Non vorrei disturbare ... Lei è il direttore della rivista, non è vero? Lui: Proprio cosf Lei: Il mio nome è Krapivina. Ho scritto una novelletta per la vostra rivista. Lui: Sta bene, lasciatela qui. Lei: Mi chiedevo se non potrei averne subito un vostro giudizio. Se permettete, ve la leggo. Non prenderà piu di tre o quattro minuti. Vi dispiace? Lui: Va bene, leggetela. Lei: I: intitolata • Un gesto nobile • (Comincia a leggere). Eravamo nel cuore della notte, le tre. Tutti In città dormivano. Non una sola lampada era accesa. Tutto era awolto In una silenziosa oscurità. Ma lmprowlsamente una rossa lingua di fuoco balzò fuori dalla finestra del terzo piano di un grande Isolato grigio. • Aiuto •, gridò qualcuno. • Al fuoco •. Era la voce di un Inquilino disattento che, nell'andare a letto, aveva dimenticato di spegnere il fornello elettrico, causa dell'incendio. Inseguito dal fuoco l'Inquilino saltellava per la stanza. Ecco ululare la sirena del pompieri. I pompieri saltarono giu dalla macchina e piombarono nella casa. La stanza dove l'Inquilino stava saltellando era preda delle fiamme. Il pompiere Prockorcluk, un ucraino di mezza età dal folti baffi neri, si fermò dinnanzi alla porta. Indugiò, riflettendo un attimo. Poi d'un lampo balzò nella stanza, ne trasse fuori l'Inquilino tutto bruciacchiato e Indirizzò sulle fiamme Il getto del suo estintore. L'incendio fu spento grazie all'audacia di Prockorciuk. Il comandante dei pompieri Gerbushin gli si awicinò. • Bravo Prockhorciuk •, disse, • ti sei comportato secondo i regolamenti! •. Dopo di che il comandante Gerbushin sorrise e aggiunse: • Non te ne sei accorto ma Il tuo baffo destro è in preda alle fiamme •. Prockhorciuk sorrise e indirizzò il getto del suo estintore sul baffo. Albeggiava. Lui: Il racconto non è male. Anche il titolo gli si addice, • Un gesto nobile •. Ma alcuni passi sono da cambiare. Lei si rende conto, è un peccato quando un racconto è buono e vi impelagate in cose differenti da quelle che erano le vostre intenzioni. Vediamo un po'. Come comincia il vostro racconto? Lei: Eravamo nel cuore della notte, le tre. tutti in città dormivano ... Lui: Non va bene per niente. Vi si sottintende che la polizia stava dormendo e che chi si trovava di guardia stava dormendo e... No, non va bene affatto. Vi si sottintende una lacuna nel servizi di vigilanza. Questo passo va cambiato. Sarebbe meglio scriverlo cosi: Eravamo nel cuore della notte, le tre. Nessuno in città dormiva. Lei: Ma è impossibile, è notte e la gente dorme. Lui: Si, non vi si può dare torto. Allora rendiamolo in questo modo: Tutti in città dormivano ma si trovavano al proprio posto. Lei: Dormire al proprio posto? Lui: No, ciò non avrebbe senso alcuno. Meglio scrivere: Alcuni dormivano mentre altri stavano all'erta. Cosa viene dopo? Lei: Non una sola lampada era accesa. Lui: E questo cosa vuol dire? Significa forse che noi, nel nostro paese, fabbrichiamo lampade che non funzionano? Lei: Ma è notte. Sono state spente. Lui: Questo potrebbe ripercuotersi sulle nostre lampade. Cancellatelo! Se non erano accese, che bisogno c'è di menzionarle? Lei: (leggendo oltre) Ma lmprowisamente una rossa lingua di fuoco balzò fuori dalla finestra del terzo plano di un grande Isolato grigio. • Aiuto •, gridò qualcuno. • Al fuoco! •. Lui: E questo cos'è? Panico? Lei: Per l'appunto.
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