giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

nella propria introduzione alla Filosofia del diritto•. è la chiave dell'hegelismo, il nodo che Marx ha voluto, ma non so fino a quanto può dirsr abbia risolto. Korsch ha immaginato possibile, ha sperato in un soggetto storico collettivo, aperto alla filosofia e trasparente quindi alla dialettica storica - come questo stesso soggetto storico che è il partito, ha sempre parallelamente preteso una fenomenologica epoché dalla storia - nelle sue linee direttive. di rimanere sempre la ragione pratico-teorica dello sviluppo storico, e di potersi sottrarre al destino di una propria decadenza a oggetto storico, a passiva espressione delle forze storiche e sociali. Ha quindi sostanzialmente voluto sfuggire a una analisi marxista della propria stessa realtà secondo l'opportuna richiesta di Korsch, a mio parere tuttavia rivolta a un destinatario fatalmente senza indirizzo 8 • ' Cfr. la sua recensione a Die mater/a/lstlsche Geschichtsauflassung di Kart Kautsky, in cui si ribadisce Il centrismo di Lenin - fatta eccezione per Il periodo 1914-1921- In quanto alleato del llnksradlkalen (Griinbergs Archiv, XXIV, 2 (1929), pp. 255-6). ' Al contrario, a p. 107 individua una serie di affermazioni marxiane sui fattori naturali. che tuttavia si sforza di Interpretare sulla base del principio della Diesseitgkelt. Per lo scientismo di Marx un divertente esempio è lo scambio di lettere con Engels su Plerre Trémaux del 7/8, 2/10, 3/10, 5/10 1866. ' E ancora: • la vera Gestalt, In cui la verità esiste, può essere solo Il suo sistema scienti• fico •. (Si noti, di passaggio, che anche per Hegel Il compito è • di awlclnare la filosofia alla forma della scienza •, e questo conferma la posizione di Korsch sulla natura filosofica del socialismo scientifico.) ' la polemica korschlana - a livello teoretico forse Inferiore ma con argomenti e distorsioni analoghe da ambo le parti In lotta - si è ripetuta In Italia attorno al 1960 tra • paleomarxisti • e • neo-positivisti •. Anche qui un'assurda e sforzata lettura di Marx In chiave di teoria della conoscenza. ' E alla fine è l'11' tesi su Feuerbach: si tratta di cambiare Il mondo non solo di Interpretarlo. Ma da questo programma è derivato solo psicologicamente Il Capitale. Quanto c'è In esso di strettamente scientifico è - sul plano della struttura logica - dipendente solo dalla posizione teoretica della mutabilità del mondo - non della volontà concreta di mutarlo. • Se la storie In sostanza è stata sempre, dalle Ipotetica dissoluzione della gens e del 47 monopolio della organluazione matrilineare, lo scarto e la dialettica tra Volksgelst e Weltgelst, identificati nell'hegeliana l/st der Vernunft (luk!\cs), la preistoria marxiana è effettivamente la storia a cui Il comunismo per Renato Solml deve dar termine (per lasciar posto dunque a una Identità statica di soggetto-oggetto). Ciò presuppone In effetti l'abolizione dello stato. Fino a quel giorno la volontà di non essere diversi da quello che si crede e si pensa essere, è fondamento delle chiese che ricostituiscono un passato necessariamente ser1za errori - e quindi senza svolgimento. Che tale dogmatismo in alcune sue forme si leghi al celibato e alla Immortalità Individuale, non è senza significato. Ma la differenza non s'arresta al livello terminologico. Con fine della preistoria si Intende l'awento di una fase d'espansione delle energie umane anche Individualisticamente Intese, non unilateralmente immediate alla Marcuse, piuttosto incanalate In un atteggiamento razionai-scientifico sanamente ottocentesco. Con fine della storia non si rischia invece di alludere a un comunismo attraverso la limitazione del bisogni già condannato in Marx? Tuttavia se da un lato ci si può porre con Nietzsche la domanda sull'autogiustificazione del genere umano, dall'altro la critica adornlana ha Indirettamente ripresentato - e l'atomica sempre piu attualizzato - Il tema dell'hybris. ' Per Hegel • die bewusste ldentitat von beidem 1st die philosophlsche Idee •, ma l'Identificazione awiene sotto Il segno della • Versohnung mit die Wlrklichkeit, welche dle Philosophie denen gewiihrt, and die elnmal dle lnnere Anforderung ergangen 1st, zu begreifen •. (Cfr. Korsch, p. 68-9.) ' Robert Parls, nel suo veramente eccellente sag9I0 su Korsch In Giovane critica, n. 8. dell aprile-maggio 1965 (I cui giudizi In buona parte condivido, ma non quello plu propriamente politico di • grande testo dell'opposizione •l, ha ragione di segnalare l'Importanza del tema della falsa coscienza e della sua estensione al movimento operalo. E', credo, Indubbio che senza Hegel la storia reale del marxismo diventa un enigma o una sequela di tradimenti, e Il capitalismo un'eterna categoria. Cfr. pure Joseph Gabel, Korsch. Lukacs et le problème de la consc/ence de classe, In Anna/es, maggio-giugno 1966.

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