giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

46 Ora, ciò è verissimo, ma non in virtu di questa coincidenza, che rientra nella sfera gnoseologica; ma molto piu direttamente perché i rapporti materiali di produzione implicano inevitabilmente quel tanto di coscienza che ogni rapporto tra uomini presuppone, visto che il rapporto tra gli uomini immediatamente al di sopra di un teorico livello minimo, awiene e si svolge sul piano del linguaggio e quindi di una coscienza piu o meno sviluppata. In questo caso l'espressione coincidenza è esatta e giustificata, perché i rapporti sociali si svolgono di fatto solo a livello della coscienza (anche se poi certe motivazioni rimandano, diciamo: all'inconscio psichico: e certe cause risiedono in situazioni oggettive, che presentano tuttavia solo una realtà a livello concettuale, scientifico). Ma questo secondo livello scientifico non può essere considerato unilateralmente in linea continua - come fa in sostanza Korsch - con la coscienza pragmatica, immediatamente implicata nei rapporti sociali. sebbene naturalmente essa non si presenti pressoché mai pura di intenzionalità per cosi dire scientifica. Korsch trasferisce di peso questa coincidenza di natura pragmatica al momento del sapere scientifico, identificandola nello stesso tempo con la coincidenza dialettica di tipo filosofico; identificando dunque una coincidenza questa si veramente immediata (ma priva come tale del valore di verità gnoseologica) con la coincidenza mediata filosoficamente•. Lo scambio dei 2 piani lo porta ad esempio a un certo punto (sollecitato dalla lotta e dalla polemica politica contro la destra del partito comunista tedesco, nella persona di Thalheimer) a cercare una differenziazione tra dialettica hegeliana e dialettica marxiana, non nel famoso, anzi troppo famoso rovesciamento - e fin qui tutto bene - ma nella prassi. Ma questa prassi viene inevitabilmente introdotta in forma tautologica, e cioè (p. 123): • L'economia e la filosofia borghesi potevano riconoscere le 'contraddizioni', le 'antinomie' dell'economia e del pensiero borghese, potevano addirittura illuminarle con la massima chiarezza, ma alla fine dovevano lasciarle sussistere. Solo la nuova scienza del proletariato, che non è e non vuole plu essere 'pura' scienza teorica come la autunno 1966 scienza borghese ma al contempo prassi rivoluzionaria, può rompere questo incantesimo. Nella loro applicazione pratica [sottolineo: nella loro applicazione pratica], l'economia politica di Karl Marx e il materialismo dialettico del proletariato conducono a una soluzione di queste contraddizioni nella realtà della vita sociale, e quindi in pari tempo anche nella realtà del pensiero che è una componente reale di questa realtà sociale •. Il che in fondo non è che il solito argomento della differenza tra l'isola immaginaria e l'isola reale, tra il tallero pensato e il tallero in saccoccia. E significa semplicemente che una contraddizione reale può essere realmente risolta - sempre che sia possibile risolverla - solo con la prassi•. li che nessuna dialettica hegeliana si è mai sognata di negare. Quel che occorreva invece provare era che una certa prassi scaturisce per virtu propria dalla comprensione dialettico-marxista stessa della realtà, il che nonostante gli sforzi di Korsch, non ci sembra affatto provato. La vera differenza tra dialettica hegeliana e dialettica marxiana non sta in realtà nell'irrompere dall'esterno di una piu o meno motivata prassi e di una volontà d'azione in sostituzione dell'atteggiamento contemplativo, ma nell'identificazione di un soggetto storico sul piano dello spirito obiettivo, come ha fatto Marx e ripetuto Lukiics - o in seconda istanza nella concezione del partito, frutto della weberlana ascesi razionale, e rivoluzionaria, di Lenin. La dialettica incarnata in un soggetto storico collettivo ha evidentemente un rapporto con la prassi (ma sottolineo con la prassi storica e collettiva) tutto particolare e tutto immanente - diventa la dialettica storica stessa 6 • Ma in questo caso la differenza tra le due dialettiche non è piu a questo punto scaturita da un'aggiunta o di piu di coscienza, ma dalla loro appartenenza a due piani diversi, a quello dello spirito oggettivo della storia da un lato, e a quello della coscienza individuale, sia pure a livello filosofico e sia pure storicamente determinata dall'altro. Per parafrasare ancora una volta Hegel, l'una dialettica è la ragione come realtà presente e l'altra la ragione come spirito autocosciente. Che le due ragioni (e quindi le due dialettiche) non coincidano, come ammette Hegel

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