giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

36 Sono arzilli e arroganti • (il Giorno del 2 ottobre); poi: • Von Schirach, quasi fosse un uomo d'affari americano, ha preso alloggio all'Hilton. L'ex-terribile collaboratore di Hitler è schiavo del mondo dei rotocalchi. E lo si è visto stamani [ ...] Albert Speer ha ricevuto i giornalisti nell'hotel Ghrus, nel bosco di Grunewald. Gli è stato assegnato l'appartamento principesco. Oui hanno dormito Bob Kennedy, Nadia Tiller, Elke Sommer, la Begum. L'albergatore si è detto orgoglioso di avervi ospitato. ora, l'uomo che diresse l'industria bellica tedesca durante l'ultima guerra•. Se non ci fosse il fantasma di Hess, amleticamente tabulante e deambulante per i meandri di Spandau, sarebbe compiuto nella realtà il proposito del neo-nazista, o dell'autentico nazista, che ha gridato mentre questi uscivano dalla galera: Basta con Norimberga. La cattiva memoria aiuta la cattiva coscienza e l'assolve, in qualche modo, dal di dentro di una tolleranza scavata, e accettata, dagli anni. Non è infine passato tanto tempo? E non sono, cosi, mutate le condizioni del mondo? Evidentemente a Norimberga allora, uscendo dal dettaglio e con la prospettiva dei lustri, si è compiuta una farsa mostruosa, entro la quale il vincitore si confondeva o finiva per confondersi col vinto e gli delegava (tutte) le proprie colpe - approfittando dell'occasione -; un bagno nel Giordano: e il vinto le accettava, malgrado tutto, nel gemito di un'ira impotente e rassegnata ma col proposito di rivalersene un giorno e di controllare una diversa partita usando proprio le stesse tavole di legge. Una farsa elaborata con l'alchimia di chi dispone contemporaneamente ubiqua la coscienza, proprio nel momento in cui si dispone a giudicare; una pièce recitata da uomini • spaventosamente • astratti nel loro rigorismo machiavellico, subdolo, sulle ceneri di un continente combusto. Ci si proponeva di stabilire una verità per sempre (e un diritto per sempre, al limite del massacro e dell'orrore, quello autentico, dell'uomo contro l'uomo): una punizione esemplare per tutti, per esorcizzare i mostri della storia ribadendo il dettato di un giusto diritto per i secoli avvenire (a chi finge soltanto di trincerarsi dietro la statua frantumata della libertà è consentito ogni susseguente arbitrio e ogni lecita interpretazione della realtà); e cosi gli incorrotti legiferatori si disponevano ad assumere, e autunno 1966 in realtà assunsero, le maschere • tragiche• dei tartufi ingaglioffiti, poiché già prima avevano (consentendo) perdonato ai propri nemici - avendoli in qualche modo intesi. Con l'uscita dalle stanze-prigione di Spandau dei due soci in imprese criminose, i quali sono ricevuti con soddisfatta simpatia o sofisticata indifferenza oppure applauditi a viso aperto, si chiude il periodo • concistoriale • del dopoguerra, si chiude un momento della nostra storia, per riaprirsi subito, o contemporaneamente. sul panorama ormai standardizzato che l'iconografia delle gazzette governative o sovvenzionate con gentilezza burocratica ha disposto e continua a disporre sotto i nostri occhi nel corso di questi anni: le ciminiere, il neon, la massa che siede al desco, che viene dal lavoro, che gode la parca mensa, in avvicinamento allo stadio, motorette, utilitarie, antenne televisive, autotreni snodati, alberi natalizi, sermoni presidenziali, gratifiche, riscaldamento centrale. I falsi scopi della morte che si compiacciono di teorizzare i becchini del sistema. Adenauer che giuoca a bocce, Ehrard col suo cigarro, monsieur le Général, la spagna di franco (che dorme alle corride), Salazar in Angola, la grecia di costantino, l'italia di Agrigento. Procediamo con ordine. Con l'unificazione socialista si compie qua da noi, e dunque in un campo politico pieno di erbacce, un'opera di pulizia politica (al di là delle contingenze e dei propositi dei singoli, anche se scaltri e interessati) che gioverà una volta tanto, almeno lo spero, all'ordine delle cose e a un più equo intendimento della situazione. Solo per questo a me sembra un fatto, un avvenimento in un certo modo positivo e da intendere per quel che vale. Con questo ritrovamento della madre (o freudianamente, con questo ritorno nel grembo materno) - da una parte e dall'altra, e a seconda dei punti di vista - si conclude un ciclo (o un momento importante, o almeno grave) della nostra vita (vicenda) nazionale. Infatti, non solo si concludono venti anni di tempestate vicende e vicissitudini politiche e ideologiche (di un certo tipo, e sia pure a un livello standard assai mediocre) dal dopo guerra a oggi; non solo queste vicende (o parecchie di esse) trovano alla luce di questi ultimi fatti schiarimenti o manifestano implicazioni sottaciute o mistificate di proposito o rimaste al fondo e soltanto

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