28 irriverenti di Alessandro, non solo non le prende sul serio, ma ci si spazientisce subito (e il suo film è un film impaziente per spettatori impazienti). Il motivo per cui il film ml sembra importante è che da esso traspare che non c'è nulla da profanare 0 • I • valori • sbeffeggiati da Alessandro non sono valori per Bellocchio e quindi non richiedono una seria confutazione. Si è già con questo film in un periodo di molto posteriore alla • crisi dei valori •. Si riparte da zero. Se cosi non fosse. la • battaglia • di Bellocchio sarebbe arretrata e, in qualche modo, interna al sistema. Né c'è traccia nel suo film di ansia di tipo mistico o religioso (come certi furbastri cattolici vorrebbero far credere). si descrive o si accenna a descrivere, un mondo borghese che è solo putrefazione e che non ha possibilità di riscatto. Anzi. non c'è nemmeno un mondo borghese, ma gli ultimi suoi rantolanti sussulti. Solo in questo senso è accettabile la definizione di film di rottura. Il film, ripeto, ha liquidato definitivamente non solo il vecchio mondo di valori, ma anche la polemica con essi. E' importante infine sottolineare che nulla di ciò che succede ad Alessandro e attorno a lui può veramente spaventarlo (ed egli agisce sempre con un'apatica-nevrotica grazia). Infatti il mondo in cui vive non può offrire sorprese. Il film che nell'edizione vista a Locarno e a Venezia si chiudeva con un beffardo proverbio popolare 7 , poteva benissimo concludersi con questi due versi di Brecht: • Sta pur certo che all'inferno non andremo noi./ché all'inferno siamo stati sempre./ • (Mahagonny). ' Tra queste Bellocchio desidera sia ricordato l'articolo di L. Mlcciché comparso sull'Avanti' dell'l 1 marzo 1966. .. ' J. P. Sartre, Baudelaire, Il Saggiatore, 1964. ' Sue poesie sono comparse nel Quaderni piacentini (n. 12 e n. 19-20).altre compariranno nel prossimo numero di Rendiconti. • Cesare Cases, prefazione a Walter Benjamin L'opera d'arte nell'epoca della sua riproduci-' bl/ità tecnica, Einaudi, 1966. ' Il regista parla tutt'al piu di sua • pietà • nel confronti di Alessandro. • Lo ha capito benissimo Roberto Giammanco che intervenendo in un pubblico dibattito ha tra l'altro dichiarato: • Si può dire che Bel- ' locchio tratta i suoi personaggi come chi vive dopo il diluvio. I valori tradizionali sono dati qui come morti del tutto, ma il fatto è che la estate 1966 gente continua a comportarsi come se esistessero ancora [ ...] • (Rinascita, 2 aprile 1966). ' • Non v'ha peggior dolore / di chi coll'armi sue ferito muore, / ché la debita pena del mal fare / tarda talvolta, ma non può mancare. / •
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