giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

Grazia Chcrchi estate 1966 I pugni in tasca I pugni in tasca di Bellocchio, pur avendo riscosso un grande successo di critica. è stato a mio avviso, salvo poche eccezioni 1 • interpretato male e capito peggio. I critici cinematografici avranno senz'altro avuto le loro cattive ragioni per agire cosi. Non è il caso di perder tempo a discutere con I fascisti o i cattolici retrivi (per esempio, G. L. Aondl). Avrei Invece preso volentieri in esame le critiche rivolte al film • da sinistra •. ma la nostra sinistra ha. anche in questo campo, una vena molto avara. E' difficile. ad esempio, discutere seriamente con un Antonello Trombadori che afferma: • L'insoddisfazione di Bellocchio molto piu che alla rabbia popolare si apparenta ali 'angoscia del salotti o dei Piper's club, molto plu che in un pugno chiuso. magari nel segreto di una tasca. sembra concludersi nel casché di quel famoso tango che. con ingenua obiettività, Adriano Celentano scrisse nella canzone "Prego vuol ballare con me" (Vie Nuove, 24 marzo 1966). A parte il fatto che Trombadori dimostra di non aver capito neanche il titolo del film (che sottolinea l'importanza e Il velleitarismo del protagonista e non ha a che fare col saluto comunista) e premesso che ammetto una mia grave lacuna culturale - non conosco il • famoso tango • - il film non ha alcunché di salottiero, cosi come non c'è ombra in esso di dialogo con I cattolici. E' peraltro il caso che i comunisti nostrani comincino a chiedersi perché càpitl cosi di rado di assistere in Italia a manifestazioni di • rabbia popolare •. (Che abbia ragione Fortini quando afferma • Come la caduta di ogni Illusione rivoluzionarla connessa alla Resistenza inverò l'Interpretazione che di quella aveva dato, contribuendovi. Togliatti, cosi l'afasia politica delle forze volte al comunismo ha legittimato almeno pro tempore e ha reso vera l'ideologia socialdemocratica che amministra il capitalismo di mezza Europa ,?) Condivido invece Il giudizio di Goffredo Foti: • E' anche un film arrabbiato, e con buona pace dei teorici e monopolizzatori di una facile rabbia - o rabbletta - il solo esempio Italiano di questo genere • (Quaderni piacentini, n. 26). Ma di che rabbia si tratti, vedremo In seguito. Che non ci sia lotta di classe nel fllm di Bellocchio è Indubbio. Si tratta infatti di un film sull'adolescenza. Come plu volte è stato ribadito dal regista. il film è la analisi di un comportamento plu che di una classe. Il protagonista Alessandro (dal volto di • scienziato bambino • come ha osservato Caslraghi) ha molti del tratti tipici dell'adolescenza. E' un sedo-masochista gentile e crudele. un egocentrico e, soprattutto, un esibizionista. E' nell'età in cui si ha l'Impressione di essere costantemente seguiti da una macchina da presa. (DI qui, ad esempio, il suo comportamento davanti alla bara della madre e la sua confessione dell'omicidio alla sorella: vuol sempre essere al centro dell'attenzione e teme che la madre, sia pure per un giorno, lo spodesti.) Si è molto discusso sulla situazione di anormalità propria della famiglia esaminata nel film. Dato che è una situazione limite - si è affermato - non può simboleggiare. come il regista pretenderebbe, la famiglia o addirittura la società italiana tout court. Ora, fermo restando che l'epilessia è stata evidentemente assunta per motivi di spettacolo e di censura. e che non è stata scelta a caso - chi ne è affetto, quando non ha crisi, è assolutamente normale - mi pare Indubbio che la malattia riduca l'importanza del film e lo impoverisca (anche se spesso Il pubblico, soprattutto giovanile, tende a dimenticarsi che si tratti di malati): è un simbolo un po' scontato sul piano culturale e forse anche maldesto. Lo stesso regista se ne è accorto e pur giustificando la sua scelta - • L'epilessia è un alibi del protagonista per non assumersi responsabilità da uomo [ ...] Alessandro si sente autorizzato ad eliminare la madre e Il fratello demente perché è epilettico [ ...]. Un'epilessia che per me rappresenta l'ipocrisia dell'adolescenza [ ...] • - ha riconosciuto che, se dovesse girare oggi il film. non farebbe di Alessandro un tarato, ma un essere fisiologicamente normale. Comunque Bellocchio ha sempre bisogno di

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