giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

Impegna e nulla vale a scuotere. Del resto, perché stupirsene? Oggi abbiamo Joyce a trecentocinquanta lire nelle edicole, I film • da cineclub• alla tv, I quadri • di avanguardia • sulle scatole di cioccolattinl. Prodotti culturali che un tempo nascevano con una funzione di rottura, oggi sono pacificamente o comunque meccanicamente accettati. Quel che un tempo era destinato ai pochi eletti viene messo (almeno teoricamente) alla portata di tutti. Si potrà discutere la politica dell'Industria culturale, li • sistema • che trasforma i valori culturali In simboli di status, di raggiunto prestigio sociale (li disco di Mozart o la copia dell'Ulisse In ogni casa, l'abbonamento al teatro, eccetera): ma 11fatto in sé, mi sembra irreversibile. A meno di non cadere in rimpianti reazionari sulla decadenza dell'arte, che ml sembrano fuori questione, il problema • per chi scrivere •, legato poi a quelli del •come• e del • dove• scrivere, ml pare che ammetta solo due soluzioni: la prima di tentare un dialogo, onesto e • impegnato •, con tutte le nuove categorie di • fruitori • (che brutta parola), magari fornendo loro gli strumenti per valutare quanto loro viene • offerto •, il significato di certe offerte, la presenza o la mancanza di un sottofondo culturale autentico e ancor valido nel prodotti correnti o riproposti; la seconda consiste nel rifiutare sdegnosamente, vade retro satana, I compromessi e gli equivoci del • neocapitalismo • come pure di certa sinistra In crisi (e la crisi c'è, eccome) tacendo del tutto o Intessendo dialoghi metastorici con un pubblico di là da venire, li quale pubblico non può accettare un servizio sociale come la recensione o la lezione di storia se prima non si sia riassunto li cammino del movimento operalo dal tumulto dei Ciompi a oggi. Nonostante le apparenze, è proprio la prima strada a presupporre una visione globale, organica; mentre la seconda, sentendo la necessità di premettere i Ciompi agli Egizi e Amandola a Visconti, nasce evidentemente da una concezione • settoriale •. Mah. A me sembra, Insomma, che solo la prima strada possa modestamente servire a preparare la via per una nuova cultura (la quale dovrà sorgere organicamente, non certo grazie a noi soli o alle nostre collaborazioni e non collaborazioni giornalistiche). Né si tratta di una strada necessariamente comoda e di tutta tranquillità: tanto per fare un esempio non 23 certo maiuscolo, io adesso nella mia città mi trovo estremamente • Inguaiato • per aver attaccato pubblicamente un parlamentare comunista, dopo che questi, In una • tavola rotonda • sul Vangelo pasoliniano. si era praticamente associato a un prete in un embrassons nous alquanto ridicolo. Traduciamo questa modesta notizlola provinciale su scala piu ampia ,e I rischi di un dialogo • aperto • risulteranno evidenti. E' comunque la strada che ml sembra d'aver scelto, ed è diversa dalla vostra. DI qui la decisione di non collaborare a Giovane critica, pur conservando alla tua rivista un rispetto pieno, che mi auguro almeno in parte ricambiato. Meglio non mescolare ulteriormente le carte, meglio smentire la propria fama di • immancabile • (cfr. p. 79 dell'ultimo numero) e lasciare al giovani assetati di purezza come l'amico Cannella un'oasi non contaminata da alcuna macchia, da alcun sospetto: Giovane critica, appunto. Persone come me, che scrivono su riviste • borghesi • o peggio, che insegnano nelle scuole statali, bevono coca cola e lavorano per editori non sempre di sinistra, è meglio che non calpestino le aiuole. lo spero soltanto, in tutta sincerità e senza malizia, che non finiate per ritrovarvi sull'alta colonna nel deserto dello stilita bunueliano. Comunque vada, ricordatevi anche di noi, che balliamo nel nlght club. TI saluto cordialmente, e con i migliori auguri,

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