giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

ci si riconosce e ci si parla. Ricominceremo. I giornali diranno dopo: i flic hanno impedito alla croce rossa di soccorrere feriti, hanno picchiato gli uomini della croce rossa, hanno lanciato granate incendiarie dentro le case. Ci sono centinaia di feriti, molti gravi. Alla radio, durante la notte, un medico ha detto che una ragazza stava diventando cieca perché i flic gli impedivano di procurarsi i medicamenti necessari. Un altro medico scriverà a un giornale dicendo di essere stato ferito a colpi di calcio di fucile per aver voluto impedire ai flic di imperversare sui feriti. Due professori universitari dànno le dimissioni. le grandi centrali sindacali indicono uno sciopero generale per il lunedi. Il sabato sera, è notizia freschissima, 300 compagni occupano la Facoltà di lettere di Censier. In questi giorni è a Parigi Marcuse, chiamato dalla stampa francese • l'idolo della gioventu ribelle •. Intervistato, dice che Dutschke e i suoi hanno preparato un certo tipo di lavoro e di intervento per otto anni e di non essere sicuro che gli studenti parigini siano altrettanto solidi e maturi. lo stesso D. Cohn-Bendit riconosce che c'è un ritardo della teoria sulla azione, sola esperienza politica però tale da mobilitare un'immensa quantità di forze nuove, da far superare le divisioni cristallizzate di gruppetti abituati a scagliarsi vicendevolmente delle citazioni. Credo che quel giovani sappiano tutti come Il quartiere latino sia infinitamente meno importante, per i destini e le possibilità attuali della rivoluzione, del quartiere Choion; in ogni caso non è cosa di poco conto che, anche essi, abbiano iniziato la scalata al cielo del socialismo. • la società è un immenso fiore carnivoro •, è una delle tante, bellissime, scritte di quella notte. • l'ennui pleure •, scrollando vivamente, per una felice congiuntura, il regime gollista. Sarà vero pianto? 177

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