primavera ._1_9-=68--=-------, Le }oli mai Vi riscrivo. oggi sabato 11 maggio. Perdo• nerete la mia petulanza. Ma quanto accaduto ieri notte merita un cenno. Non so se siate riusciti a • vedere • le cose dall'Italia, non avendo io letto i reportages apparsi sulla stampa italiana. Immagino comunque sappiate gli awenlmenti successivi al lunedì 6. Il martedi successivo circa 40.000 manifestanti fanno il periplo di Parigi; a mezzanotte cominciano le ostilità. Scaramucce, allenamento. Si finisce un paio d'ore dopo. Il mercoledi i diri• genti del movimento studentesco, adesso ufficialmente sostenuto dalle centrali sindacali, lanciano la seguente parola d'or• dine: O ci dànno la Sorbona o la pren• deremo • costi quel che costi •. Il passo è molto piu lungo della gamba e la manifestazione di mercoledi si conclude con uno scacco psicologico perché dopo la solita passeggiata si dà la parola d'ordine di disperdersi, alla rinfusa. Il meeting del mercoledì ha comunque definito la piattaforma del movimento, base rivendica• tiva delle azioni future: liberazione di tutti i compagni imprigionati, abbandono del quartiere Latino da parte delle forze di polizia (che nel frattempo hanno triplicato i loro effettivi). riapertura dei corsi a Nanterre e alla Sorbona. Il venerdi mattina nessuna di queste rivendicazioni è stata accolta, se non la riapertura dei corsi a Nanterre. Il venerdi pomeriggio viene organizzata un'altra grande manifestazione. Noi, un gruppo di italiani, si va dapprima ad un appuntamento fissato dai marxisti• leninisti. alla Mai rie d'lvry, quartiere operaio la cui popolazione all'80% vota co• munista. SI tratta di fare del lavoro • in profondità•, come dicono i marxisti• leninisti, spiegando I caratteri e I contenuti della lotta studentesca, i suoi rapporti organici con la contestazione operala. Nella 175 realtà dei fatti al momento dell'appunta· mento la zona è stracolma di Pcf e i pochi marxisti-leninisti vi tacciono. o quasi. Noi si discute con alcuni militanti, per lo piu interessanti e interessati, capaci di ottimi ragionamenti politici ma accanitamente prevenuti contro i gruppi • gauchistes • e • trotskistes •. Al momento in cui la gente si incammina verso il centro di raccolta della grande manifestazione noi ci allontaniamo in direzione opposta, verso la nostra vettura. Un tale ci segue e ci rivolge alcune intelligenti domande sul movimento studentesco in Italia. lo comincio la frase, ma nello spazio di tempo che separa il soggetto dal predicato, mi vedo circondato da una decina di Pcf che ci invitano bruscamente ad allontanarci, dicendo che abbiamo già rotto loro le scatole e cosi via. Pesanti mani si adagiano sulle mie spalle, ricordandomi vagamente li contatto delle zampe sbirre• sche. Montiamo in macchina salutati da questa frase lapidarla rivolta ad uno di noi che ha il braccio Ingessato a causa delle carezze della polizia: se sono stati i flic a scassarti il braccio io sono solidale con te. ma non pensare di venir qui a seminar la merda (tradotto: se torni qui ti scasso l'altro braccio). Noi si marina la prima parte della manifestazione, quella deambulatoria. Verso le 23 la radio dice che attorno al quartiere Latino stanno sorgendo le prime barricate. In men che non si dica siamo sul posto; ci attende uno spettacolo memo• rabile. Gli studenti stanno ordinatamente e pacificamente occupando il quartiere Latino barricandovisi dentro. Barricate alte sino a tre metri, fatte di vetture rovesciate, pietre, alberi, fil di ferro, materiale vario prelevato dai cantieri circostanti. 20.000 persone dietro 60 barricate: rue Gay Lussac (6 barricate), rue St Jacques. rue d'Ulm, rue de l'Estrapade, rue Mouffetard. ovunque. Non è un gioco: o le nostre rivendicazioni vengono accolte o noi teniamo occupato, a tempo indefinito, Il quartiere Latino. E' mezzanotte circa e il lavoro continua febbrile: vi vedi impegnati liceali di 17 o 18 anni (ampllsslma la loro partecipazione), operai della Cgt (gli omolo• ghi di coloro i cui rappresentanti volevano malmenarci or non è molto), ragazze giovani e giovanissime (alcune delle quali in tenuta da combattimento). La coordinazione del
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