168 all'agricoltura: • il farming individuale deve essere lasciato seguire il suo corso •. • E' bene che in questo processo emergano contadini ricchi •. Affittare la terra è legale e • ne beneficiano anche i poveri •. • Preservare la economia dei contadini ricchi è una politica a lungo termine •. • Quando le famiglie che possiedono tre cavalli saranno il 70%, potranno essere istituite fattorie collettive • (1950). • Alcuni hanno espresso l'opinione che dovrebbero esser prese gradualmente misure per scuotere le fondamenta della proprietà privata, indebolirla fino a sopprimerla, ed elevare le organizzazioni di mutuo aiuto nell'agricoltura al livello di cooperative agricole di produzione, quale nuovo fattore per "superare le tendenze spontanee dei contadini". Questo è erroneo e dannoso socia Iismo utopistico agrario •. • Solo con la nazionalizzazione dell'industria possono essere fornite ai contadini grandi quantità di macchine, e solo allora sarà possibile nazionalizzare la terra e collettivizzare l'agricoltura• (1951). Nei paesi dove le forze produttive non sono ancora sufficientemente sviluppate, il proletariato e I contadini poveri, dopo essere riusciti vittoriosi nella rivoluzione democratica, non devono trasformarla in rivoluzione socialista senza dilazioni; devono prima lasciare che si sviluppi il capitalismo. Coerente con queste premesse sarà l'azione volta a osteggiare la collettivizzazione dell'agricoltura nel 1955 14 • Nelle tendenze suesposte sono implicite alcune premesse, che in seguito diverranno oggetto di dibattito. In primo luogo, una concezione arcaica delle fasi della rivoluzione, superata nella teoria dell'imperialismo di Lenin e di fatto già distrutta dalle stesse vicende della rivoluzione cinese anteriori al 1949. Il livello Internazionale è arbitrariamente presente come universalità e necessità di uno schema determinato di sviluppo economico-sociale: società feudale, borghese. socialista. D'altra parte questo schema si ripete all'interno di ciascun paese in sé considerato, indipendentemente dal contesto mondiale e dallo sviluppo della lotta di classe internazionale. Il riemergere di questa concezione è strettamente legato alla sottovalutazione della lotta contro l'imperialismo: si primavera 1968 riallaccia alle posizioni di obbedienza sovietica nel 1945-46 e alla politica delle • vie nazionali • e della coesistenza pacifica. Ad esso si accompagna un'idea astratta dello • sviluppo delle forze produttive •. Questo appare come un fatto tecnicoeconomico perfettamente neutro in rapporto ai contenuti di classe al tipo di struttura sociale entro cui avviene. Per cui sembra ipotizzabile una • costruzione della base economica fondamentale • ad opera di capitalisti, contadini ricchi, ecc. da utilizzare al momento buono tal quale per la società socialista. Come evitare che i capitalisti e I contadini ricchi, lasciati a se stessi, favoriscano si lo sviluppo delle forze produttive ma rafforzino o creino nel contempo una solida società classista? Sembra che. coerentemente, si possa rispondere che lo strumento fondamentale a limitare lo strapotere delle classi sfruttatrici è il controllo economico dello stato. Risulta chiaro da due programmi: il passaggio ali 'economia socialista come trasformazione dei capistalistl in managers per conto dello stato e passaggio dalla proprietà privata individuale alla nazionalizzazione della terra. L'intervento dello stato a questo livello e In questa direzione è il solo riconosciuto valido ai fini socialisti. La via per raggiungerli è essenzialmente l'aumento della produttività e l'equilibrio economico. Il resto (lo sviluppo libero e completo della personalità del lavoratore) ne è una conseguenza. Sarebbe vano, al contrario, ogni sforzo In direzione socialista attraverso l'adozione di • metodi amministrativi •, cioè attraverso il volontarismo politico. I sovietici, che sono più espliciti nella polemica, aggiungono che Lenin si opponeva ali 'Impiego esclusivo della violenza nella dittatura del proletariato e che riteneva prima funzione di quest'ultima la trasformazione dell'economia e [in questa Interpretazione: di conseguenza] di ogni aspetto della vita politico-sociale. 6. Fino dal 1949 la posizione di Mao è In antitesi a quella suesposta. Nel rapporto al secondo plenum del VII Cc del Pcc (marzo 1949) sostiene che le due contraddizioni principali del momento sono quella fra Cina e imperialismo e fra proletariato e broghesia. SI tratta qui di proletariato In senso classico, di proletariato urbano. • Il
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