giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

definire come quella d'una generazione di storici: si pensi a tal riguardo, per esempio, a tutto lo sforzo di chiarificazione storiografica d'un TrotsklJ e. In primo luogo, a quelle Lezioni d'Ottobre [1924), che legavano indissolubilmente storiografia e prassi. storiografia e politica. Ugualmente, lo sforzo di Korsch per ripensare la dialettica, • la relazione interna che il marxismo rivoluzionario stabilisce tra teoria e prassi • (p. 102) - e senza dubbio alcuno esiste in esso una indissolubile • relazione interna • - si accompagna ad un doppio tentativo di storicizzazione e di periodizzazione del marxismo. Tre periodi, dunque, nello sviluppo del marxismo: il primo ricopre, nella sostanza, quello degli scritti di gioventu di Marx - e non si dovrà dimenticare In questa sede che al momento della redazione del libro, i Manoscritti economico-filosofici del 1844 e L'ideologia tedesca non erano ancora stati pubblicati; il secondo, che si potrebbe dire del marxismo ortodosso, si apre colle giornate parigine del giugno 1848 per concludersi con il XIX secolo; Il terzo, infine, che culmina colla rivoluzione russa ma vede anche la pubblicazione di Materialismo ed empiriocriticismo, costituisce, In definitiva, il presente dell'opera. Questa periodizzazione, In se stessa, è già storicizzazione: il primo marxismo fiorisce quando le rivoluzioni del '48 si preparano In Europa - e anche. forse, sulla scia della grande rivoluzione francese; il secondo, viceversa, si apre con un periodo che - troncato dalla Comune di Parigi • - vedrà il trionfo di Napoleone lii e di Bismarck. lo schiacciamento di questa stessa Comune, la vittoria di un Risorgimento senza eroi, lo schiacciamento della Rivoluzione polacca, In breve la continuazione, ovunque in Europa, della politica della Santa Alleanza; li terzo, infine, che trova il suo coronamento nella rivoluzione russa (• è più piacevole e più utile fare !"'esperienza di una rivoluzione" che non scriverne •: Lenin, Stato e Rivoluzione, Poscritto, 30 novembre 1917) si apre, infatti. colla formazione della sinistra tedesca (Riforma sociale o rivoluzione è del 1899, l'esperienza belga del 1902) e colle prime reazioni coerenti al revisionismo confessato (Bernstein) o larvato (Kautsky) della Il• Internazionale. Una tale periodizzazione ha senso 15 evidentemente solo per la storicizzazione alla quale rinvia e che le serve da referenza. • In termini hegeliano-marxisti. l'apparizione della teoria marxista non è che 'l'altro aspetto' dell'apparizione del movimento proletario reale; i due aspetti presi assieme costituiscono la totalità concreta del processo storico • (p. 80). Filosoficamente, il marxismo non è che il modo d'essere - a livello di discorso - del movimento reale. Il discorso filosofico, la teoria non fanno che mediare - in maniera talora troppo immediata - il contenuto di questo movimento. Da qui le variazioni della teoria. indici ed espressioni, razionalizzazione anche - per usare un termine psicoanalitico - dello stato del movimento. Cosi, i tentativi - contro i quali insorgeranno labriola e poi lukacs - di dare al marxismo una filosofia presa in prestito il piu delle volte da Kant o da Spinoza, non fanno che esprimere - e costituirne la controprova - un certo stato della prassi, revisionista o riformista. l'atteggiamento dei marxisti della Il• Internazionale nei confronti della filosofia (o della dialettica) non è per nulla differente dal loro atteggiamento nei confronti dello Stato (p. 83): la loro • indifferenza • [ ...] per il problema filosofico • deriva dal fatto che • le questioni della rivoluzione li hanno assai poco preoccupati in generale • (p. 83; neri dell'A.). la questione della natura dello Stato non preoccupandoli minimamente di piu. Si tocca qui uno di quei punti in cui, debordando oltre i limiti storici che noi stessi amavamo assegnargli, l'opera di Korsch ci appare come un grande libro: nella misura in cui, precisamente, ci fornisce alcuni modelli per decifrare Il nostro presente. Poiché, dopo tutto, l'indifferenza per il carattere di classe o per la natura dello Stato, è talmente dissimile dalla • applicazione corretta della Costituzione •? o l'Indifferenza nei confronti della dialettica non traspare nel dialogo - ideologico - coi cattolici e, per esempio, nello sforzo di identificare la dialettica razionale col movimento irrazionale e mistico (mistificato) di un pensiero - dialetticamente degradato e irrecepibile - come quello di Teilhard de Chardin? Se la posizione di Korsch, la sua stessa concezione dei rapporti tra l'ideologia e il movimento, trascurando forse

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