giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

antimperialista in un paese socioeconomicamente arretrato come la Cina? si è rimasti. intrappolati in un groviglio dottrinario e non si è riusciti a elaborare nessuna valida soluzione politica. Nel 1936, all'epoca del secondo fronte unito, quello antigiapponese, i comunisti che invece di guardare alla realtà cinese ripetevano a pappagallo le direttive dell'Internazionale non avevano fatto un passo avanti rispetto al 1927. Fronte unito antimperialista significava per loro accettare ancora una volta la guida del Kmt, quale rappresentante della classe cui è affidata la missione storica della liberazione nazionale e della rivoluzione democratico-borghese. Lo slogan, rifiutato da Mao, è allora • tutto nel fronte unito •. Con la tendenza a rinunciare anche a forze armate indipendenti dal fronte unito e dal Kmt. Sarebbe eccessivo affermare che già nei primi anni di vita del partito Mao Tse-tung proponesse una chiara alternativa alla linea scelta dalla segreteria. Tuttavia nel 1926-27 assume pubblicamente una posizione differenziata che. per lo meno nell'impostazione di metodo, è effettivamente l'embrione degli sviluppi futuri. E' discutibile e comunque non abbastanza documentato se egli abbia sostenuto conseguentemente la tesi della guida proletaria della rivoluzione. Ma dal momento in cui la sua figura si distingue, col • Rapporto su un'inchiesta sul movi_mento contadino nel Hunan. (1927), respinge la guida borghese della rivoluzione. Quello che lo differenzia dai suoi c_ompag~iperò è altro: il fatto che egli non sI pone rn termini dottrinari il p_roblemadi q_ual_celasse debba guidare la rivoluzione. Già 11suo scritto precedente • Analisi delle classi della società cinese •, come è stato osservato, è pura eresia se confrontato ai canoni di un marxismo dottrinario. Mao evita la trappola di problemi dottrinari e riconosce l'effettivo potenziale rivoluzionario in Cina nei contadini poveri. Questo dato di fatto è il suo punto di partenza. Nello stesso tempo, individua che una lotta conseguente dei contadini poveri cinesi per le loro liberazione colpisce nei gangli vitali la struttura dell'intera società e fa esplodere le contraddizioni a 163 tutti i livelli. Compito dei rivoluzionari con prospettive socialiste non può essere altro che mettersi alla testa di questa lotta liberatrice. I prigionieri degli schemi dottrinari (durante le • tre linee di sinistra • l accusano Mao di • deviazionismo di destra •, di • kulakismo •. di difesa di interessi piccoloborghesi, di disconoscimento della priorità della classe operaia. Secondo la dottrina, i contadini sono uno strato potenzialmente piccoloborghese, destinato a evolversi in borghese o a proletarizzarsi: giacché un'economia fondata sulla rendita agraria. a misura che si sviluppano le forze produttive, tende a trasformarsi in economia capitalistica. Puntare sui contadini equivarrebbe perciò a scegliere una politica miope e piccoloborghese. Più gravi si fanno le accuse di destrismo quando Mao promuove l'alleanza fra contadini poveri e medi, e nelle zone sovietiche evita di prendere misure che colpiscano questi ultimi e li spingano in braccio all'avversaio. Mao non disconosce che un'economia basata sulla rendita agraria possa evolversi in economia capitalistica. Ma nella sua concezione questa è una possibilità, non una necessità. Esistono altrettante possibilità oggettive che quell'economia • arretrata • si evolva in direzione socialista. Decisivo in merito è l'indirizzo della guida politica della trasformazione. Per questo motivo oggi si afferma che Mao ha sempre ritenuto decisiva la guida proletaria del movimento rivoluzionario anche se, in apparenza, fra il 1927 e il 1935 erano i comunisti suoi avversari a sostenere contro di lui la priorità della classe operaia. Fin da allora, Mao si è proposto nella pratica un fine strategico socialista• puntando sulle contraddizioni fondamentali presenti al livello dato di sviluppo. Il limite dell'arretratezza (le contradizioni esasperate dalla contemporanea presenza e incidenza dei livelli internazionali • più avanzati •) si trasforma cosl in condizione ottima (anello piu debole) per l'attacco al sistema e il perseguimento del fine socialista. La rivoluzione dei contadini è per i • proletari • la sola via concreta per arrivare alla rivoluzione operaia; così come per i • borghesi • una determinata politica agraria è la via per instaurare il dominio capitalistico. Le masse contadine hanno bisogno di una

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