giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

della linea di Mao. Dopo il 1935, quando la leadership di Mao ottiene riconoscimento ufficiale, permangono tuttavia nel partito tendenze errate (anche ai vertici) fino ad oggi•. La continuità"della linea di Mao è contrassegnata successivamente dalle tesi: che la rivoluzione deve essere guidata dal proletariato; che non si deve passare per lo stadio della rivoluzione borghese ma per quello della nuova democrazia; che a questa deve seguire la rivoluzione socialista; che la dittatura del proletariato deve continuare la rivoluzione fino al comunismo. Costante e centrale è il problema del potere politico e di quale classe debba esercitarlo. Va premesso, a evitare equivoci, che per guida del proletariato non si intende guida della classe operaia sociologicamente intesa ma di una organizzazione che si costituisca quale mezzo per raggiungere l'obiettivo strategico di far saltare e risolvere l'ultima contraddizione visibile nel sistema di dominio su scala internazionale. Il sistema di dominio è l'imperialismo, che ha il suo fulcro nella grande produzione industriale della metropoli (le • città • dell'organizzazione mondiale): a colpire questo obiettivo finale si mira, partendo da molto lontano, attraverso quelli che via via si presentano come gli • anelli più deboli • dell'intero sistema. Antagonista del sistema è alla fine la classe lavoratrice della metropoli: anche se sarà lungo il cammino prima che questa condizione obiettiva si realizzi pienamente e ad essa corrisponda una coscienza soggettiva; e anche se le definizioni sociologiche di tale classe lavoratrice (proletariato) sono soggette a mutare nel tempo, col mutare delle forme economiche e politiche del capitalismo. La rivoluzione ininterrotta è il passaggio continuo da una fase inferiore a una fase superiore della rivoluzione. Ciò richiede una azione consapevole rivolta ad un fine che è quello immediato e insieme lo supera: questa azione consapevole viene chiamata guida del proletariato. In che senso i diversi indirizzi del dirigenti responsabili del Pcc dal 1921 al 1935 si definiscono contrari a questa linea? Che nel fervore della polemica i comunisti cinesi affermino l'erroneità delle linee seguite dal dirigenti ai vertici del partito fino al 1935 non significa affatto - sarebbe IL 161 del resto assurdo - che essi interpretino la storia del partito come un susseguirsi di errori. In primo luogo, non si riferiscono ovviamente a tutto l'operato di quei dirigenti; ma soprattutto essi escludono che il partito, nella sua consistenza effettiva e nella sua attività, fosse rappresentato soltanto o principalmente da quei dirigenti e non anche dagli altri, che operavano con diverse prospettive solo in seguito generalmente e ufficialmente accettate per valide. L'errore attribuito a Ch'en Tu-hsiu O (al quale ora, a torto o a ragione, viene associato l'attuale presidente della Repubblica Liu Shao-ch'i) è di non aver ritenuta possibile in Cina una guida proletaria della rivoluzione; di aver sostenuto la possibilità immediata solo di una rivoluzione borghese guidata dalla borghesia. E' il prototipo dell'errore • di destra •. L'altra principale tendenza • di destra • prima del 1945 è la • seconda linea Wang Ming• 0 , che fra il 1936 e il 1942 dominò in alcuni settori del partito. Ai seguaci di questa tendenza (alla quale oggi viene associato in primo luogo P'eng Te-huai) si rimprovera una concezione errata del fronte unito col Kmt, corrispondente alla resa politica e militare dei comunisti nei confronti di quest'ultimo. cui si voleva ceduta la guida nella lotta per la liberazione nazionale. Questa tendenza ebbe riflessi negativi anche nella condotta della guerra contro i giapponesi 7 • Le critiche fatte ai Ch'en Tu-hsiu e ai Wang Ming si riferiscono a un orientamento di fondo analogo, anche se con contenuti specifici diversi nelle due situazioni. Per quanto riguarda Ch'en Tu-hsiu e gli altri dirigenti del Pcc fino al 1926-27,non si può affermare in realtà che adottassero una linea politica precisa, corretta o errata che fosse. Non si può dire neppure che avessero una preparazione marxista a livello teorico. Il movimento comunista era immaturo, in fase embrionale: ma fu posto immediatamente di fronte a una rivoluzione in atto per moto spontaneo, nella quale esplodevano le enormi e confuse contraddizioni di un paese vasto come la Cina, già troppo a lungo compresse. Era quasi inevitabile che la prima esperienza di chi, Impreparato, si proponeva di guidare una rivoluzione di

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