158 le fonti stesse da cui scaturisce ne garantiscono il realismo. • Può darsi che ad alcuni compagni meridionali queste affermazioni risultino esagerate. Cercheremo, in seguito, di documentarle riferendoci a problemi più circoscritti. Va però sottolineato che la critica della linea del partito comunista italiano non è affatto lo scopo principale di questa nota. che vorrebbe invece rappresentare un primo contributo agli sforzi di tutti quei compagni i quali - nel Mezzogiorno - sono uniti nello sforzo di creare una nuova forza politica di classe, indipendentemente dalla appartenenza a partiti o gruppi più o meno istituzionalizzati. Valga comunque per ora, a mo' di esempio, il brano finale d'un articolo polemico scritto da Gerardo Chiaromonte contro il compagno Gino Guerra, della Federbraccianti: • Guerra affronta Il problema acutissimo della occupazione nel Mezzogiorno e delle lotte in questa direzione e della condanna che da questo viene alla linea del piano Pieraccini. E aggiunge: - Il pericolo per il Mezzogiorno è però che da queste posizioni si pervenga ad una riedizione della vecchia politica della rinascita del Mezzogiorno. questa volta però gestita dalle forze padronali e governative. - Che pasticcio! Che vuol dire? Per carità, discutiamo pure di tutto, critichiamo e attacchiamo tutto, ma facciamolo seriamente• (Critica Marxista, G. Chiaromonte, Duale Capitalismo e quali contadini?, anno VI, n. 1, gennaio-febbraio 1968: pp. 119-126). A nostro awiso. se l'ansia di serietà che Chiaromonte proclama fosse autentica, avrebbe dovuto indurre Innanzi tutto lui a non pubblicare il suo poco brillante articolo, e In particolare questo penoso finale. ' A tale proposito cfr. ad esempio, le osservazioni generali che i compagni del gruppo Fronte Proletario di Castrovillari (Cosenza). hanno tratto dalla recente esperienza delle lotte contadine di Cutro e Isola Capo Rizzuto, e dal ruolo esercitatovi dalle organizzazioni politiche in esse presenti. Va sottolineato che per • ruolo delle organizzazioni • non s'intende qui l'operato di singoli militanti - che in alcuni casi è stato ispirato piu dalla coscienza di classe che dalla linea dell'organizzazione d'appartenenza - ma piuttosto la manifesta impotenza - piu o meno grave e colpevole di tutte le linee politiche • ufficiali • ad Interpretare i contenuti piu profondi della lotta e ad esprimerli In una linea politico-organizzativa coerente, innanzi tutto fra gli stessi proletari in quella impegnati. • Proprio su questa accettazione paziente si fonda. ad esempio, la possibilità che hanno oggi certi camorristi o mafiosi di rinnovarsi e rilanciarsi a livello regionale, proprio quando e dove - secondo l'Ideologia In voga presso I benintenzionati progressisti - dovrebbero essere liquidati dal progresso economico e dal processi sociali di • promozione della società civile che primavera 1968 esso induce •. I lavoratori delle provincie di Napoli e Caserta sanno bene, ad esempio, attraverso quali canali si stanno preparando le assunzioni alla tanto glorificata Alfa Sud. Naturalmente. rimane sempre la speranza nelle • trasformazioni socio-culturali • future. ' Che tale limite sia funzionale allo sviluppo capitalistico è chiaramente dimostrato dagli sforzi che i capitalisti compiono per impedirne la caduta: l'esempio più immediato - perché addirittura istituzionalizzato - sono le leggi e i regolamenti che riguardano - in paesi di forte immigrazione come Germania e Svizzera - i diritti e soprattutto i non-diritti dei lavoratori stranieri. 11rovescio della medaglia è rappresentato dall'episodio (riferito dal compagno Goffedo Foli nel libro Meridionali a Torino) degli operai meridionali che picchettavano una grande fabbrica torinese durante gli scioperi del 1962, e che aggredivano i crumiri, spesso piemontesi, con l'epiteto • napoli •. con cui a Torino si designano spregiativamente i meridionali in genere. In quel caso, il potenziale razzista del termine era completamente disciolto. e non ne rimaneva in uso - completamente assorbito a livello di classe - che il significato che all'origine ne aveva favorita la diffusione tra gli operai: quello di crumiro, di persona che indebolisce o frantuma l'unità sindacale. • E' difficile, poi, evitare di stabilire una connessione tra una simile impostazione dell'Alleanza. da un lato, e le forti pressioni (esercitate non soltanto dal Psu, nel sindacato) sulla Federbraccianti perché limitasse la recente lotta per il rinnovo del contratto di categoria a temi previdenziali. Ciò ha determinato un impoverimento assai grave dei temi e delle aspirazioni espresse dai lavoratori. come riconoscono amaramente anche molti compagni del sindacat'o: in primo luogo perché ha condotto in diversi casi. a livello provinciale, a firmare contratti i cui minimi salariali rimangono al di sotto dei salari reali già percepiti (e che sono stati firmati senza lotta): piu In generale perché ha impedito al sindacato di registrare e tradurre in obiettivi più avanzati il cambiamento di tono della situazione di classe, nella quale - anche là dove la rivendicazione rimane • la terra a chi lavora • - sempre di più questa si colora di significati eversivi nei confronti del potere capitalistico a livello locale e regionale (mentre rimane ancora da diffondere, In molte parti, la sensibilità per il livello nazionale). Tutta la vicenda, e il ruolo che vi hanno svolto le posizioni dell'Alleanza. potrebbero confermare, comunque, l'esistenza d'una strategia (magari Implicita) del tipo che s'è detto. ' Ancora una volta, occorre sottolineare Il grosso pericolo - presente a volte nel gruppi • avanzati • della sinistra - di cadere In quella specie di idealismo per Il quale si tende a considerare • demistificate • determinate proposizioni e/o
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==