alta, individuandone come caratteristica essenziale il dinamismo e la capacità di produrre meccanismi autocorrettivi, e perciò dando per scontata la prossima soluzione di problemi storici di arretratezza ancora gravi sul piano nazionale; oppure integrarsi in modo funzionale nello sviluppo capitalistico stesso, insistendo proprio sul persistere di quei problemi, interpretati come contraddizioni inevitabili e insolubili di tale sviluppo, e finendo cosi col rappresentare - in realtà - uno dei meccanismi correttivi di cui sopra. L'alternativa, drasticamente posta, ebbe ed ha tuttora un notevole effetto di chiarimento delle prospettive del movimento operaio: essa conteneva però - sul piano politico - gravi rischi di astrattezza, connessi al fatto di nascere, anche là dove si sostanziava dei risultati di interventi e analisi concrete svolti per lo pitl a livello sindacale, come frutto d'una riflessione e d'una elaborazione di idee sulla classe operaia e contadina, e non ancora della e nella classe. Accade cosi che il procedere del discorso programmatorio, e soprattutto l'impostazione data da Pastore al problema meridionale in termini di • poli di sviluppo•. venissero sottolineati dai gruppi pitl avanzati esclusivamente come verifica delle proprie valutazioni, in polemica con le linee ufficlali del Pci e di altri gruppi organizzati della sinistra. La questione meridionale come persistenza d'un sottosviluppo cronico e senza speranze diventava finalmente un problema storiografico, e ciò grazie allo sviluppo capitalistico stesso. La tradizionale divisione degli sfruttati in contadini del sud e operai del nord, divisione che - fondandosi in molti casi su reali divergenze di interessi, in apparenza risolvibili solo con l'abbattimento del capitalismo - aveva costituito uno dei problemi pitl gravi che si ponevano nel passato alle organizzazioni politiche e sindacali dela sinistra, stava per essere liquidata dalla storia. Contemporaneamente, lo sviluppo capitalistico dell'agricoltura nazionale, accrescendo il numero di salariati e modificando profondamente le condizioni e le forme di organizzazione del lavoro e i livelli di produttività, sembrava porre le basi per una rapida omogeneizzazione della situazione di classe a livello intersettoriale, awlando cosi a soluzione un altro del 155 problemi strategici più spinosi del passato. Nella realtà, naturalmente, lo sviluppo degli avvenimenti - pur muovendosi con sufficiente chiarezza nella direzione indicata da quei giudizi di tendenza - ha aperto una serie di problemi nuovi, connessi in modo particolare a due ordini di fattori: in primo luogo, ha rivelato la insufficienza di quel model lo per ciò che concerne la previsione dei ritmi e delle modalità specifiche secondo i quali lo sviluppo stesso si afferma nelle diverse parti del sistema. In secondo luogo, ha generato tra molti compagni - a livello politico - la illusoria impressione che l'impetuoso sviluppo capitalistico operasse di per sé la demistificazione delle vecchie e superate strategie del movimento operalo, e li ha portati a trascurare la possibilità che esso - come rappresenta una nuova occasione politica per la sinistra rivoluzionarla - cosi possa rappresentare una occasione, per la direzione capitalistica. di rilanciare invece quelle vecchie strategie in funzione della propria stabilità, chiudendo cosi la classe all'interno del cordone sanitario riformistico. Che nella parola d'ordine del • superamento della questione meridionale • fosse implicito questo pericolo, è stato reso chiaro dall'alibi che essa ha rappresentato (il più delle volte in buona fede) per molti compagni del sud, che in essa hanno creduto di trovare la via per superare il loro senso di isolamento provinciale. proiettando il raggio dei propri interessi e delle proprie attività politico-culturali al di là dei limiti meridionali, senza per questo doversi sentire • disimpegnati •. Una simile operazione aveva però alle origini un errore assai pericoloso: di scambiare per realtà quello che - invece - era soltanto uno schema Interpretativo utile a valutarne le tendenze di fondo, la cui validità non era data a priori, ma era affidata alla capacità, da parte di coloro che lo usavano, di riempirlo di contenuti determinati, cioè di darne dimostrazione politica. Se oggi si vuole dare l'avvio ad un nuovo tipo di lavoro politico anticapitallstico nelle regioni meridionali, occorre saper condurre un'autocritica chiara su questo punto. Occorre che tutti I compagni riconoscano apertamente che quelle posizioni Il hanno condotti spesso ad un distacco dalle masse,
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