154 È proprio in questi plani - che rappresentano in effetti l'espressione più alta d'una linea di opposizione democratica - che si rivela dunque la natura dell'autoritarismo come razionalità del sistema: è in essi che lo sviluppo che ci viene proposto, finalmente spogliato dagli aspetti più arbitrari (anche dal punto di vista capitalistico, almeno in questa fase) dello sfruttamento paleo-capitalistico, appare chiaramente fondato su una democrazia che altro non è se non accettazione del dispotismo, delega a pochi delle decisioni di fondo, in cambio d'una redistribuzione • più equa • del reddito e dei margini di autonomia esecutiva. A ciò si aggiunga che - una volta elaborati - tali schemi sono a loro volta soggetti a contrattazione sul piano collettivo (zonale, comprensoriale, regionale). Al di là del fatto che essa • sia imposta • da una lotta di massa della popolazione, o sollecitata attraverso gli • organi competenti •. i meccanismi attraverso cui awiene riproducono perfettamente, non essendone che un dilatamento, il meccanismo del contratto capitalistico di lavoro, cosf come è analizzato da Marx. 4. S'è detto che i ritardi nell'elaborare nel mezzogiorno una linea di lotte che stabilizzino e arricchiscano la coscienza di classe di coloro che vi partecipano, e che permettano la costruzione d'una organizzazione proletaria antlcapitalistica non circoscritta all'ambito locale, sono strettamente connessi a due errori di fondo: a) considerare le regioni meridionali come un sistema socio-economico a sé stante, quando invece esse non sono che un sottosistema (e neppure molto omogeneo al proprio interno) del sistema più ampio, nazionale e tendenzialmente europeo: bl non aver compiuto una seria analisi delle classi esistenti in tali regioni, dei loro rapporti e del loro ruolo e significato economico e politico. Questo secondo punto è in realtà una specificazione del precedente. Infatti è evidente che soltanto a livello socioeconomico generale si ritrovano, operanti, tutte le variabili necessarie alla definizione delle classi e della loro dinamica. Non è certo sul piano locale o settoriale ad esempio - che si può cogliere in tutte primavera 1968 le sue articolazioni il fenomeno che sta alla base di ogni analisi del genere: il potere. Se questo è vero, d'altronde, se ne può trarre anche un'indicazione preziosa per l'azione politica: mentre è indubbio, infatti, che non vi è azione politica se non vi è capacità di radicarsi in situazioni concrete, e di dare ai proletari gli strumenti per comprenderle e per elaborare obiettivi di lotta volti a frantumarle, d'altra parte occorre tener presente che tanto quegli strumenti e quegli obiettivi, quanto le motivazioni più solide per un'azione di vasta portata e - se necessario - di lungo periodo, non possono essere semplicemente indotte, estratte dalle situazioni concrete particolari in cui sempre si opera, ma sono precisamente il risultato d'una sintesi la quale, come dice Marx, richiede un precedente lavoro d'astrazione. Di fronte a questo problema, d'altra parte i gruppi di compagni che nel Mezzogiorno, con la loro azione e Indipendentemente dal fatto di avere o meno in tasca una tessera di partito, rappresentano il tentativo di dar vita ad una nuova forza anticapitallstica, hanno corso e corrono tuttora il rischio di commettere diversi tipi di errori, che conviene analizzare. 5. Negli anni '60 il capitalismo italiano ha elaborato il proprio grosso • balzo in avanti • in termini di programmazione economica e di riformismo sociale. Nel movimento operalo italiano, la maturazione di questo • nuovo corso • ha avuto ripercussioni profonde, ponendo tra l'altro in primo piano - come già era successo in paesi economicamente più avanzati - il grosso problema teorico-pratico della • logica di sviluppo del capitalismo •, sotto li quale si celava la necessità d'una ridefinizione del socialismo, non più definibile soltanto in termini di capacità pianificatrice. La portata di questa • scoperta • fu tale - come testimonia il fatto che i temi che la concernono appaiono largamente dominanti in tutte le riviste politiche e teoriche della sinistra tra Il '53 e il '65 - da condurre i gruppi più avanzati ad una revisione completa delle linee seguite dalla sinistra italiana nel passato, giungendo ad individuare l'alternativa di fondo del movimento operaio nella scelta tra lottare contro il capitalismo nella sua forma plii
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