il sistema capitalistico - ha chiamato • realtà • ciò che appare agli occhi di tutti: ma non è cosi. Volendo esprimere la cosa grossolanamente - limitata a ciò che ci serve qui per proseguire il discorso - si potrebbe dire che il termine • realtà •, (e i termini • oggettivo •, • oggettivamente •, eccetera, che gli sono generalmente connessi) riguarda non lo svolgersi dei fenomeni quali appaiono, ma le tendenze secondo le quali avviene un certo sviluppo. Se si parla della società capitalistica, dunque, l'oggettività sarà rappresentata dalle leggi di sviluppo che sono proprie di questa società, nella misura in cui il potere capitalistico riesce ad imporle la somma delle decisioni che via via prende, plasmandola in funzione della propria sopravvivenza e della propria crescita. La diffusione di ideologie è uno dei mezzi che il potere adopera a tal fine: non serve tanto a mascherare e deformare gli avvenimenti di ieri, oggi, domani, quanto nascondere il fatto che essi sono sostanzialmente la ripetizione della medesima vicenda: la vicenda dello sfruttamento e dell'oppressione, quali si ritrovano nel meccanismo del contratto capitalistico di lavoro, e da essi si estendono all'insieme dei rapporti sociali. Ma se deve servire a questo, l'ideologia non può essere soltanto proposta di schemi teorici: deve farsi scienza, e scienza applicata. Accade cosi - ad esempio - che Il richiamo alla • razionalità dello sviluppo • favorisca in Italia per un certo periodo, la diffusione della piccola proprietà coltivatrice in agricoltura, diffusione il cui carattere • ideologico • è svelato non in base al fatto che essa non corrisponda alle aspettative degli agricoltori, né al fatto che - come sostengono le sinistre ufficiali - sia stata solo parzialmente attuata u, ma precisamente in riferimento al fatto che essa - date le tendenze già in atto nella società al momento in cui la si progettava e la si è eseguita - era destinata a sfociare nel proprio opposto, cioè nella realtà d'una pl(i forte (anche se temporaneamente meno evidente) concentrazione. E questo senza che la • razionalità dello sviluppo • venisse rimessa In discussione: anzi, Il richiamo ad essa ha oggi molto maggior potere di convinzione, poiché si fonda sulla 153 • validità sperimentale • del periodo precedente 12 • Risulta dunque evidente che il filo che unisce tutte queste vicende in una rilevabile omogeneità, il criterio unico che guida tutte queste decisioni (apparentemente contrastanti), cioè la loro • razionalità •, altro non è che l'esigenza di mantenere ed accrescere il controllo capitalistico sulla forza lavoro sociale, cioè di mantenere ed accrescere la proletarizzazione d'una quantità sempre crescente di persone e di gruppi. Alla luce di questa realtà, ogni tentativo di opporvisi sul piano dell'oggettività, della razionalità scientifica, del • realismo•, non può tradursi in altro che in un lavoro destinato o a produrre altre ideologie, oppure a mettere in luce alternative di sviluppo economico interne al sistema stesso, cioè che non rimettono in discussione la sua esigenza fondamentale: la subordinazione del proletariato a decisioni prese da altri, ottenuta anche attraverso la frantumazione di quest'ultimo in una serie di gruppi, mediante la divisione del lavoro, la diversa attribuzione del potere esecutivo ai vari livelli, e soprattutto la distinzione di fondo tra lavoro intellettuale e manuale, lavoro di ricerca e lavoro politico, eccetera. Per questo qualsiasi linea politica che pretende di fondarsi sull'• oggettività • genera inevitabilmente organismi burocratizzati, che nei rapporti con la classe tendono a riprodurre - anche quando pretendono di esprimerne le esigenze - i fenomeni di autoritarismo e distacco propri della società capitalistica pi(i vasta. Esempi tipici di ciò che s'è detto sono gli esiti degli sforzi fatti dalla sinistra ufficiale per elaborare, a livello locale, zonale, comprensoriale, regionale, piani di sviluppo alternativi a quelli proposti dalle • forze padronali •: nei casi più seri (pochi), si tratta di schemi assai più • razionali • di quelli a cui intendono contrapporsi (I quali per lo più sono il risultato di patteggiamenti di varia natura tra notabili, operatori economici e altri), elaborati In uffici studio che hanno con la popolazione interessata - di là dalle dichiarazioni programmatiche e di principio più o meno • classiste • e democratiche - la stessa assenza di rapporti concreti, lo stesso atteggiamento sostanzialmente autoritario, del suddetti notabili, operatori eccetera.
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