148 Bartellini rimangono a mio awiso al di qua di certi traguardi. La polemica con Mondolfo è non solo cronologicamente ancorata al marxismo di tipo evoluzionista, per cui non è possibile utilizzarla contro il fatalismo e il meccanicismo dell'Internazionale Comunista: non è possibile nemmeno utilizzarla nella critica al marxismo storicista di stampo gramsciano, metodologo della storia e della politica. e quindi dell'arte, dell'economia, dell'etica e delle scienze naturali. La critica al De Man è certamente efficace a livello della confutazione teorica del superamento del marxismo tentato dal De Man, ma non investe il pianismo come politica di forze borghesi e socialdemocratiche antifasciste di rappresentare l'antl-crisi, la valvola d'uscita dalla crisi fascista. La critica al piano e l'esame della razionalizzazione non sono estensibili all'esame della gestione dell'economia socialista e quindi dello Stato e della burocrazia nella versione staliniana; come pure lasciano fuori - come ho detto - il problema del controllo e della democrazia diretta. cl La critica di Bartellini rimane cioè o insufficiente o arretrata rispetto alla problematica della ricostruzione di un marxismo teorico e di un movimento politico che ripensasse criticamente non solo l'esperienza socialista ma anche l'esperienza comunista. Penso che ciò vada ricercato in massima parte, come dicevo, nella collocazione politica di Bartellinl, nel suo essere l'aspetto critico del massimalismo, nell'essere un uomo nuovo del massimalismo italiano ma nello stesso tempo di non aver pensato una alternativa ad di là di questo traguardo politico. Oua_ndonel '44 porrà l'equazione socialismocomunismo non è perché il suo massimalismo si è superato e ha fatto il salto a questo livello, ma anzi permane il sospetto che in lui vi sia ancora incomprensione del comunismo italiano, per cui quella riproposta assume ancora, nella situazione nuova, Il significato di una scelta mediana che allora poteva giustificarsi tra l'altro con la necessità di staccarsi dalla fase conservatrice o statalizzata cui era giunta la rivoluzione in Urss. Mi pare cioè che Bartelllnl non abbia primavera 1968 presente la necessità di un movimento unitario nuovo, per cui la sua proposta dell'unità proletaria non ha mai il significato di nuova partenza ma bensl di alleanza tra omogenei, come pure la sua concezione del socialismo libertario pone un problema di rapporti democratici ma non di nuovi Istituti di classe e di nuova organizzazione per il potere. La linea mediana e autonoma di Bartellini era poi a mio awiso in questo dopoguerra impossibile da tenere tra una Internazionale socialista che voleva un determinato tipo di socialismo e una Internazionale comunista che voleva un determinato tipo di comunismo. Per cui la scelta della politica unitaria di classe che le forze politiche cresciute anche con il contributo e con il sacrificio di Bartellini hanno fatto in questo dopoguerra non è stata una scelta subalterna allo stalinismo internazionale, come generalmente si crede; ma una scelta invece per trarle dalla posizione minoritaria e marginale cui certamente la situazione politica interna e mondiale le avrebbe relegate. E' stata una scelta che ha portato alla elaborazione di una linea politica che ha dato un contributo nella direzione del superamento della rottura del ·21 tra socialismo e comunismo, al superamento del punti burocratici e moderati dello stalinismo, al superamento della rottura dell'unità di classe, evitando nello stesso tempo il pericolo corso da ogni movimento della sinistra internazionale non stalinista di essere centrifugato fuori dal movimento operaio e quindi di essere ridotto ad espressione di una polemica idelogica. Il tema della politica unitaria di classe è un grande tema di meditazione di studio e di lotta per le forze politiche Italiane, per le nuove generazioni del movimento operaio, per Il ruolo ambizioso che quella politica ha giocato, per i condizionamenti cui è soggiaciuta, per I prezzi che ha pagato, per gli sviluppi che le si possono aprire. Certamente un processo storico complesso e anche contorto, calato in una particolare situazione politica e di classe, non può in sede critica e autocritica essere visto con spirito trionfalista. Molti Interrogativi e molti problemi abbiamo di fronte, organizzativi e strategici, noi che quella politica vogliamo ripulire e vogliamo portare
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