giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

128 almeno di una parte del movimento reale a livello italiano e internazionale. Per quanto riguarda il nostro paese, personalmente ritengo che all'interno del movimento operaio italiano con la elaborazione della politica unitaria di classe si sia tentato di offrire un esempio di dialettica rivoluzionaria che garantisce il legame della ricerca teorica e della sperimentazione di lotta con la mutevole situazione di classe e con la tradizione e la organizzazione del movimento, senza rimanere prigioniera della staticità del sociologismo e dello scientismo o della vischiosità propria dei movimenti storici di massa. Si tratta naturalmente di una lotta e di una ricerca nel suo corso che ha però già al suo attivo il risultato di non poter essere surrogata da tentativi di tipo partigiano che non hanno la forza di trasformare una guerriglia privata e di disturbo in direzione politica. L'esperienza di questi anni è stata esemplare in proposito, anche a livello di sperimentazioni nuove rispetto alla tradizionale matrice comunista. La nascita di gruppi intellettuali e politici in rottura con le direzioni ufficiali dei partiti è stata inizialmente se non altro il rivelarsi di un sintomo positivo: lo sbriciolamento del blocco alleanzistico degli intellettuali firamsciani in seguito alla crisi dello stalinismo, il parallelo venir meno delle parole d'ordine delle sette comuniste tradizionali sulle ultime generazioni intellettuali, ma anche l'awio della ricerca di una nuova unità dell'organizzazione intellettuale attorno ai temi della realtà di classe della seconda rivoluzione industriale. Quella che però doveva essere una parentesi. • una tattica nuova • - come la definì Panzieri - destinata a chiudersi con la ricostruzione politica dell'unità di classe, si è invece ossificata nella gestione di opinioni e di esperienze di sodali. Questa è la realtà odierna. logorata rispetto alla iniziale impostazione data da Panzieri a una metodologia d'avanguardia che mirava in prospettiva alla coincidenza con il movimento reale: da una parte gruppi che sono plu propriamente esperienze editoriali burocraticamente gestite o che fanno del giornalismo operaio o che scambiano Il sabotaggio con forme di lotta politica d'avanguardia: autunno 1967 dall'altra parte una situazione a livello del movimento organizzato che stenta a portare a generalizzazione politica le sperimentazioni e le ipotesi di lavoro settoriali e locali. una situazione in cui permangono residui della mentalità minoritaria e democratica ereditata dal frontismo. Il gramscismo aveva garantito la organizzazione e la unificazione politica della cultura di sinistra attraverso l'istituto del la Commissione culturale. L'intellettuale organico era burocraticamente organico con il partito e con le alleanze tattiche del partito. La concezione burocratica del rapporto partito-classe domina anche la concezione gramsciana dell'intellettuale organico. L'istituto della Commissione culturale si è logorato infatti sul contenuto nazionale-alleanzistico e sul tipo di rapporto tra intellettuale e partito, ricerca e militanza su cui poggiava. L'intellettuale marxista oggi è di fronte al problema del la ricomposizione unitaria di teoria e prassi del movimento anche a livello della organizzazione culturale e del ruolo dell'intellettuale nel movimento di classe. La breve esperienza di Raniero Panzieri alla Commissione culturale aveva cercato di avviare il superamento dei limiti storici e politici di quell'istituto e aveva awiato una esperienza di dialettica unitaria che garantiva autonomia di elaborazione alle esperienze decentrate e settoriali e nello stesso tempo la loro unificazione a livello politico. Aveva cioè awiato un tentativo di riorganizzazione culturale post-gramsciana ambizioso che poggiava centralmente su Mondo operaio e decentralmente, tra l'altro, su organi o gruppi come Ragionamenti, Opinioni, Problemi del socialismo e parzialmente Rivista storica del socialismo. L'organizzazione per gruppi no nè da considerarsi in sé negativa, lo diviene quando ciascun gruppo proponendosi come nuova organizzazione, come sintesi di teoria-prassi, nella incapacità poi di diventarlo anchilosa e perennlzza la frantumazione e la disgregazione, Ideologizza la ricerca. L'organizzazione per gruppi In una nuova impostazione del rapporto unitario con Il movimento può offrire anzi lo schema esemplare d'una organizzazione della cultura e della teoria che poggi su organi autonomi di base e che quindi porti

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