Internazionale che discende da una v1s1one del potere per stadi politici successivi. Il meccanicismo che in Gramsci opera nella concezione della cònquista della maggioranza della classe operaia e del rafforzamento preliminare del partito, troverà poi altre figurazioni storiche nella teoria della scalarizzazione del potere: prima la lotta per la democrazia del governo operaio e contadino, poi la lotta per il socialimo; prima la lotta per la cacciata del fascismo in un secondo tempo la lotta per il potere; prima la lotta per una nuova maggioranza... Cioè al concetto di rottura rivoluzionaria che è implicito in una concezione di potere operaio viene sostituito il concetto di processualità progressiva. Non bisogna lasciarsi distrarre in Gramsci dalle affermazioni sulla preliminare necessità di una trasformazione molecolare dello Stato nella prima fase della lotta, perché questa concezione di un processo dal basso è contro il meccanicismo blanquista di Bordiga e nella direzione di un allargamento e della funzione egemonica del partito. L'approdo teleologico della rivoluzione e del potere in Gramsci non è il soviet ma il blocco storico progressivo. 6. La concezione costituzionale del potere in Gramsci si regge sulla convinzione della perfettibilità del sistema (la rivoluzione a due tempi), sulla convinzione che le forze economiche e poi itiche italiane hanno nella loro tradizione, nel loro seno una possibilità dinamica che non ne fa oggettivamente delle forze retrive e repressive. Il potere - la frase è di Togliatti, ma è gramsciana - lo si conquista attraverso • un sistema di alleanze politiche di cui sono le premesse nella struttura e nella storia di ogni società • e lo si mantiene e lo si consolida • attraverso la costruzione di una società nuova •· Il fascismo non è un accidente sulla strada di queste forze ma può essere una parentesi. L'Interpretazione del fascismo di Gramsci non si discosta da quella dei demo-socialisti, del Turati Matteotti Rosselli: nell'equazione fascismo = reazione capitalistica e nel rifiuto della equazione fascismo = capitalismo di un determinato periodo storico, vengono salvate le possibilità di soprawivenza del capitalismo, gli sviluppi • democratici • Insiti nel blocco storico progressivo. In Gramsci una analisi del neocapitalismo, di 123 una società industrialmente e tecnologicamente avanzata è troppo episodica e marginale, per costituire qualcosa di piil di uno spunto. Il capitalismo che conosce è quello della minaccia fascista. è quello del blocco conservatore industriale-agrario, per cui l'antifascismo si configura come dottrina del blocco storico progressivo (ceti medi industriali urbani-classe operaia). come • dottrina in sostanza. del rinnovamento della nazione italiana • [è ancora Togliatti). Il socialismo per Gramsci e per la generazione terzlnternazionalista è concepito piil come egemonia che come potere di classe. Gramsci guarda all'esempio metodologico di rivoluzione legale, di rivoluzione senza rivoluzione, offerto sul piano politico dal cavourismo e dal giolittismo e sul piano teorico dalla dialettica crociana. Lo studio del risorgimento, dell'Italia giolittiana, lo studio di Croce sostituiscono lo studio delle lotte operaie e lo studio della teoria di classe. In Cavour Giolitti Croce sono le facce operative e teoriche del medesimo problema di una rivoluzione senza rotture che trova all'interno del sistema l'equilibrio progressivo di una nuova maggioranza di regime. In Gramsci vi è l'assunzione di questo fluido dialettico della metodologia liberale che trapassa sul tronco storico e teorico del movimento operaio l'eredità democratica e progressiva di tutta la storia italiana. Nella critica di Gramsci al PdA risorgimentale e al Psi di essere stati • storicamente • anche se • indirettamente • guidati dai moderati, vi è unitamente alla denuncia delle insufficienze maggioritarie di quei movimenti e dello loro visione del potere, la liquidazione dei momenti e delle sperimentazioni di potere e di organizzazione di classe. (Tenendo poi presente, con i risultati di 40 anni di esperienze, che la concezione del blocco storico non preserva il movimento da una nuova forma indiretta di subalternanza, da un inserimento di nuovo tipo nello stato unidimensionale, trasformandosi esso in un motore progressivo per il sistema). I limiti di una concezione del potere come blocco storico sono oggi però evidenziati in modo macroscopico a livello del blocco storico internazionale, a livello della elaborazione di una linea antimperialista che rimane Incapsulata nella politica delle borghesie nazionali.
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