120 è anche un dirigente che è concresciuto con il movimento, con la processualità del movimento e che pertanto pensa con i progressi e con i problemi di questo e non su suggestioni politico-letterarie. In sostanza viene affermato che nella svolta del '30 imposta al partito da Stalin e da Togliatti venne sconfitta la linea di Gramsci all'interno del movimento comu• nista; che da allora il movimento degenera [per altri degenera dopo Bordiga, per altri dopo Lenin. oppure in seguito ad altre combinazioni di questi ed altri ingredienti). e che pertanto bisogna ritornare indietro a riprendere quella linea a risoluzione dell'attuale crisi (chiedere con quali uo• mini e con quali forze è domanda incomprensibile a chi pensa di dover agire al posto del proletariato). Siccome la discussione può allargarsi al fantafilologico, è corretto attenersi a quello che Gramsci significava in quegli anni non nelle discussioni a Parigi sugli organi di fuoruscitismo. ma in Italia, in quello che di nuovo vi era nell'opposizione rivoluzionaria al fascismo di quadri e di movimento reale. Ebbene la linea di Gramsci nel '30 in Italia significava una linea che non avrebbe trovato e non trovava interlocutori se non nella parte dormiente. nella parte stanca o socialdemocratizzata del movimento operaio. per quello che significava in sé, per come si realizzava. per le forze che sollecitava. la linea di Gramsci nel '30 in Italia era poi una linea illusoria, veramente fantapolitica: dove la possibilità di blocchi alleanzistici? dove la borghesia nazionale antifascista? quali le forze demo-radicali organizzate? quali i quadri rivoluzionari e le forze politicamente attive della classe operaia disposte a battersi per traguardi costituzionali? Il giudizio politico che i gruppi clandestini che erano su posizioni di unità rivoluzionaria hanno dato della linea dei • Tre • e di Tasca. non può risparmiare Gramsci. la linea della Costituente significava la politica delle alleanze contro una politica di classe. la politica per la democrazia contro la politica per la rivoluzione socialista; significava la politica che faceva perno sulla mobilitazione delle forze bor• ghesi e medio-borghesi integrate o disperse e non sulla mobilitazione dell'autonomia autunno 1967 di classe nella lotta di fabbrica; significava in sostanza la riproposta della vecchia politica egemonica comunista su vaste alleanze interclassiste per programmi intermedi a scapito delle forze nuove rivoluzionarie maturate in Italia, a scapito cioè dei primi passi della politica unitaria di classe tra socialisti e comunisti. Amendola, della generazione della svolta. porta in Italia ai gruppi clandestini il saggio di Gramsci sulla questione meri• dionale. Era la prima conoscenza che le nuove generazioni di quadri rivoluzionari facevano del pensiero politico di Gramsci. Ebbene il saggio non suscitò nessuna correzione d'indirizzo e di condotta nel lavoro clandestino legale e illegale. Nessuna traccia della sua lettura e della sua influenza. la sua impostazione alleanzistica e interclassista parve anacronistica, vecchio comunista, e oramai superata in Italia dai risultati della politica unitaria di cJasse negli schieramenti politici, nel lavoro in fabbrica. nel lavoro di creazione degli istituti di potere operaio. A. Il banco di prova d'una concezione di classe poggia sulla impostazione del rapporto unitario del partito con la classe. Gramsci è ritenuto in Italia ancora oggi il distruttore della tradizione burocratica del movimento operaio, quella confederale e socialista, e il fondatore della concezione della democrazia operaia e del potere operaio. In questa opinione operano più suggestioni che realtà. Vi è piu influenza del Gramsci intellettuale aperto a vari influssi del periodo giovanile, che del Gramsci politico dell'Internazionale comunista. In questa diffusa opinione opera anche il residuo idealistico di scam• biare per processo collettivo e reale del movimento le motivazioni politiche dei dirigenti. Ebbene allora bisogna dire ai sostenitori del Gramsci consiliare, fondatore della concezione dell'autonomia di classe e del potere operaio, che Gramsci è invece sto• ricamente, politicamente, ideologicamente in prima persona il traduttore, il fondatore in Italia della bolscevizzazione, il braccio e il cervello di questa internazionale e gigantesca operazione staliniana che marcherà per decenni le strutture II le men• talità dei partiti e del militanti comunisti. In Gramsci la classe è una entità sociolo• gica dai contorni politici evanescenti e
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