giovane critica - n. 31/32 - autunno 1972

quindi semplicemente in crisi di esistenza alla vigilia della sua scomparsa definitiva. La incomprensione del nennismo, che in quegli anni nasce e. si sviluppa e che rappresenta un aspetto di questo travaglio è totale. Quando uscirà la raccolta degli scritti di Nenni di questo periodo si vedrà quale statura di contraddittore Gramsci avesse davanti; si vedrà come il nennismo si alimentasse nelle insufficienze storiche che oramai si facevano chiare nel comunismo nazionale e internazionale. Gramsci scambia Nenni, da sintesi che era di un aspetto della riconversione e del rinnovamento del socialismo italiano (qualunque giudizio si voglia poi dare) con un fenomeno da baraccone politico, con un ambizioso da platea paesana. La definizione di un atteggiamento politico verso il nennismo non è un problema che possa interessare oramai solo le ricerche storiche, non è cioè un problema spentosi in quel determinato momento, ma è un problema che si troveranno nel fianchi il comunismo nazionale e il movimento operaio italiano in seguito fino ad oggi con sempre maggiore autorità. Nenni potrà essere alla fine anche uno sconfitto politico . (ciò che è ancora da provarsi), ma storicamente le sue intuizioni le sue vittorie opereranno al di là, in un arco di forze politiche piu vasto, della sua avventura personale. L'aver costretto il movimento comunista a rettificare l'atteggiamento verso una forza non comunista, l'averlo costretto a un tipo di unità a un determinato contenuto di questa ' unità, l'aver dato realismo politico alla autonomia da Mosca, l'aprire ora l'interrogativo sulle prospettive della rivoluzione e dello Stato comunista in Italia e sulla validità attuale della scissione di Livorno non sono propriamente sconfitte storiche. 11 nennismo torna ad alimentarsi nelle pieghe della politica gramsciana, perché non è sufficiente erodergli la base di classe, perché bisogna avere una risposta a I ivello del potere operalo, della democrazia operaia e dello Stato operaio, che sia qualitativamente diversa da quella offerta dal terzinternazionalismo e dalle sue varianti storiche. Se Gramsci ha una politica insufficiente verso Nenni, non ha affatto una politica verso una alternativa unitaria di sinistra 119 al comunismo terzinternazionalista. A Gramsci non si chiede ovviamente che la impostazione metodologica di un problema che diventerà però politicamente macroscopico dopo di lui. E' su questo punto comunque che Gramsci denuncia la sua chiusura in un àmbito politico e storico che il movimento operaio tende a superare. Gramsci non è sfiorato dal dubbio che \'Internazionale comunista possa avere alternative a sinistra che non fossero le minoranze settarie o elitarie di matrice terzinternazionalistica che egli stesso aveva contribuito a congelare politicamente. E questo spiega perché egli non si ponga il problema di una risposta allo stalinismo che vada al di là del problema etico del garantismo, del rapporto tra individuo e partito, nella direzione di una statualmente diversa impostazione del rapporto tra organizzazione partitica e masse non organizzate. E' durante la • svolta • del '30 (il termine va usato con significato molto più vasto e radicale di quello attribuitogli dalle polemiche interne del Pci) che viene clamorosamente alla ribalta l'insufficienza del gramscismo ai fini di una politica che non fosse retrospettivamente ancorata ai problemi di 5-6 anni prima. Quel che nei libri di storia del Pcl viene definito come • svolta del '30 • si riduce dopo tutto a una microstoria interna, a di_battiti e scon!ri tra apparati emigrati. Bisogna concepire la storia di un partito in modo unitario con quella della classe op~raia ? del movimento operalo per r1d1mens1onarequeste increspature interburocratlche. La questione della svolta del '30, che ha interessato una crisi comunista in quegli anni, è ritornata a far parlare di sé in margine ad attacchi minoritari alla direzione attuale del partito. Ma il problema ~ posto In modo soggettivistico e può m!eressare solo élites culturali e polemiche pubblicistiche. E' un nuovo esempio se ce ne fosse bisogno della burocrazia mentale delle minoranze comuniste che si nutrono non di analisi reali ma di ricordi; che pensano non a livello del movi_mento ma a livello lnterburocratico. B1sog~a-ammettere che contro queste opposmonl Amendola ha buon gioco anche in storiografia, perché oltre ad essere un gramsciano coerente e creativo

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