10 stesso del suo ceto dirigente, ma sotto la segreta spinta di tutto il paese, da tempo è uscita dalla paralisi staliniana, e soltanto per entro il complicato movimento in cui è entrata può trovare una sua soluzione il problema degli intellettuali e delle loro libertà, una soluzione che, a sua volta, stimoli quel movimento. L'alternativa che si avanza è universale, cioè valevole non soltanto per l'Unione Sovietica: amministrazione totale o raziona• lità socialista. L'antitesi • liberale• (oppressione o libertà) tenderà sempre piu ad appartenere al passato veteroindustriale della società umana, e i problemi della de• mocrazia in una società d'alto sviluppo tecnologico-produttivo si pongono già In un modo nuovo. Se una volta a definire la democrazia concorrevano il consenso che il dominio riscuoteva e il dissenso che esso permetteva, oggi dissentendo consenti e per consentire è necessario dissentire. Il fenomeno piu cospicuo che caratterizza la posizione dell'artista nei paesi capitalistici altamente sviluppati è l'istituzionalizzazione e la neutralizzazione della sua tradizionale (nell'età industriale appunto) potestà conte• statrice. All'artista non viene negata la parola: contraddicendo la società l'artista (e in genere l'intellettuale) s'immette armo• niosamente in essa. né la società ha piu paura dell'immagine critica che la va costruendo l'artista. La razionalizzazione e la totalizzazione della macchina produttivo-direzionale tende a ridurre l'opposizione intellettuale al rango d'una sorta d'opposizione di Sua Maestà. L'artista in quanto tale non ha compiuto un • tradimento •: è il sistema che lo ha fatto prigioniero nella sua gabbia grande quanto il proprio mondo. L'eslege romantico non col suo • rawedimento • ma con la rivolta e l'opposizione oggi collabora col filisteo tecnologico e manageriale a mandare avanti la baracca. A Occidente come a Oriente la mente e l'azione sociale s'incontrano con problemi nuovi e, nella sostanza, unitari (ciò dicendo non si nega minimamente la radicale differenza dei due • sistemi •l. Il socialismo e il marxismo sono, si, la • giusta soluzione •. Ma quest'affermazione è vuota, se socialismo e marxismo non • contraddiranno se stessi •, se di essi cioè non s'impadronirà il senso d'una mancanza universale, insomma se non si rifaranno pensiero, linguaggio, attività. Leonardo Sciascia primavera 1965 La Sicilia fra gattopardi e sciacalli Cari amici, avrei dovuto, per Giovane critica, scrivere un saggetto sulla narrativa •siciliana• di questi ultimi anni: da Giuseppe Mazzaglia, che con La dama selvatica ha dato una delle prove piu significanti della narrativa di oggi (e, naturalmente, pochissimi se ne sono accorti: forse soltanto Bassani, che l'ha pubblicata nella collana che allora dirigeva per Feltrinelli, e il sottoscritto che coscienziosamente ne ha fatto recensione su Mondo Nuovo). a Vincenzo Consolo che, con La ferita dell'aprile, ha fatto felice e autentica esperienza di quel che certo avanguardismo faticosamente e fittiziamente distilla. E volevo, in parte dissentendo del saggio di Gaetano Trombatore nell'ultimo numero di Belfagor, dimostrare che una narrativa • siciliana • ancora c'è, come ancora c'è una cultura • siciliana •: e ciò non per l'affermazione di un particolarismo, di un • separatismo •: ma per ribadire che (ciascuno a suo modo, ciascuno secondo i propri intendimenti, principi e ideologie, secondo la propria sensibilità coscienza o pregiudizio) in opere di riflessione o di rappresentazione, i siciliani ancora fanno • i cònti con questa dannata realtà •, per usare la giusta espressione di Mughini (nella nota che, nel numero 7 di Giovane critica, accompagna le pagine, vere e commoventi, di Giuseppe Zagarrio). Ma per avere avanzato certe amare consi• derazioni sull'attuale condizione della Sicilia, l'Avanti! (per l'appunto l'Avanti!) mi dà del • benedetto letterato•: e dunque per questa volta è meglio lasciar perdere i Iibri e guardare piu immediatamente alla realtà. Inutile dire che non ho nessuna competenza in fatto di economia e che nemmeno sono sicuro di saper leggere i ragguagli economici le statistiche i bilanci. Ma presumo
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