operaio e contadino: quella della strategia delle alleanze del blocco storico della egemonia ecc. sono in Zinoviev. Gramsci rappresenta la traduzione dello zinovievismo in Italia con fa libertà tattica e interpretativa che è il portato della sua personale genialità e della condizione italiana. Se rapportata alle dimensioni che il problema dell'internazionalismo ha assunto all'interno del movimento operaio, la soluzione offerta da Gramsci - costruire un movimento forte In Italia che sia quindi autorevole sul piano Internazionale - è ben poca cosa. Questa concezione, matrice della teoria del policentrismo, frana come concezione internazionalistica nell'isolazionismo proprio quando l'unità internazionale è spaccata e va ricostituita; quando occorre, non solo garantirsi libertà di manovra, ma una concezione internazionale alternativa, quando occorre non solo stabilire una circolarità di rapporti tra momento nazionale e internazionale, ma soprattutto elaborare una concezione della rivoluzione e del potere che tenga anche conto, superandoli, dei punti morti della precedente strategia. 3. Gramsci vedeva i punti morti dell'Internazionale Comunista? Dal complesso del suo lavoro risulta che egli non individuò questi limiti nelle due direzioni solo apparentemente contrastanti, lo statalismo e la democrazia. Ciò risulta anche dal riflesso e dagli sviluppi che questi limiti hanno nella sua azione in Italia, in special modo nella concezione del potere e del rapporto partito-classe. Dalla considerazione in cui Gramsci teneva le critiche che la sinistra nazionale e internazionale rivolgeva al Comlntern, risulta che egli temeva soprattutto gli effetti di una eventuale formazione di una corrente internazionale di sinistra. Gramsci era soprattutto preoccupato dei contraccolpi politici morali e finanziari che una tensione e una rottura con Il Comlntern potevano procurare a un partito che non esisteva strutturalmente, che era prima di tutto una creazione Ideologica, che aveva principalmente una funzione di mosca cavallina nel confronti del grosso del movimento operalo plu che capacità d'azione autonoma. Gramsci fa un calcolo molto realistico. 11 117 partito deve diventare tale non solo per un gruppo di quadri politici, per nuclei d'avanguardia del proletariato industriale, ma deve diventare il partito della classe operaia e del movimento operaio. Ciò che rappresenta lo sforzo politico maggiore di Gramsci è appunto la impostazione di una lotta contro il vecchio movimento socialista e confederale che doveva portare il partito comunista e sostituirli alla egemonia della classe operaia. E' una svolta quel la che impone Gramsci che ha riscontro solo con quella che a fine secolo impose il passaggio di direzione dagli anarchici ai socialisti. Con una differenza sostanziale però. I primi organizzatori sindacali e socialisti, il gruppo dirigente riformista operano questo passaggio non tanto su una posizione di scontro frontale con il movimento anarchico quanto di nuova creazione organizzativa. Il passaggio dalla direzione anarchica alla direzione socialista awiene senza rotture e lacerazioni nella classe operaia che non conosceva né la presenza organizzativa, né tanto meno la polemica ideologica degli anarchici. Gli operai, i contadini aderiscono al movimento socialista, lo creano, perché i socialisti li organizzano, li sostengono negli scioperi, li difendono in fabbrica e di fronte al padrone, perché formano leghe sindacati sezioni del partito, perché portano i loro problemi nei consigli comunali e in parlamento. Gli anarchici sono spazzati via non certo sul dibattito democrazia-dittatura, Bakunin-Marx, organizzazione poi itica-organizzazione economica, ma in quanto non sono presenti con soluzioni originali nel salto organizzativo che la rivoluzione borghese e la rivoluzione industriale in specie impongono al movimento. Analogo problema ci troviamo di fronte noi oggi di riclassificare politicamente e organizzativamente il movimento a livello della seconda rivoluzione industriale. Ed è per questo che la soluzione data da Gramsci deve essere da noi tenuta presente e analizzata. La soluzione gramsciana è però per noi Insufficiente. Gramsci plu che un salto qualitativo al movimento, impone la conquista della elesse operaia e delle
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