100 anni, il contadino furbastro ha imparato a cambiare la sua carta e le sue uova con oggetti di reale e durevole valore: oro, argento, oggetti d'arte. Ma la difficoltà delle comunicazioni ha permesso di arricchirsi in maniera siffatta solo ad una minoranza di contadini. L'immensa maggioranza, nelle province, dalla rivoluzione ha guadagnato solo il possesso della terra - e la libertà, la possibilità di un libero sviluppo ulteriore. Nelle province in cui la guerra civile ha imperversato come in quelle in cui la siccità ha completato l'opera dei bianchi e delle insurrezioni rurali, l'intera classe media è rovinata, e ha subito, in uomini, perdite spaventose. La Nep è un aspetto nuovo della lotta di classe. I capi della rivoluzione russa hanno, fin dal primo giorno, inteso la Nep come una lunga lotta con la piccola borghesia. Nel luglio 1921, Bukharin, in una conferenza ai delegati del lii Congresso dell'Internazionale Comunista, pubblicata da Mosca, la definiva schematicamente, press'a poco cosi: una lotta economica, prolungata, tra la piccola borghesia che beneficia di una grandissima libertà di iniziativa, nel commercio e nell'industria, e lo Stato Comunista che dispone delle grandi fabbriche, delle miniere importanti, dei trasporti, delle risorse del commercio estero. Le masse contadine, avrebbero avuto in questa lotta ogni vantaggio ad appoggiare lo Stato, i cui trasporti, cooperative e prodotti della grande industria avrebbero fatto sentire la loro influenza nelle campagne. Piu tardi, Bukharin è tornato su questo argomento. In un notevole articoletto sui tipi d'impresa esistenti nella Russia rossa (imprese dello Stato, miste, private, concessioni piu o meno indipendenti) l'autore dell'ABC del Comunismo ha messo in rilievo questo fatto: che la lotta di classe ricomincia in Russia, tra imprese differenti (quelle dello Stato comunista e quelle private) e tra i partecipanti alle imprese miste (il capitalista straniero ad esempio e lo Stato comunista). All'XI Congresso del Partito Comunista Bolscevico, Lenin ha riassunto la situazione in termini impressionanti e indicato l'immenso pericolo che minaccia la estate 1967 rivoluzione. Nella lotta di classe, la rivoluzione conta in Russia: 1• su un potere politico fermamente stabilizzato; 2° sulla industria nazionalizzata. Ma occorre che i comunisti sappiamo dirigere l'una e gestire l'altro. Occorre che dirigano realmente questa formidabile macchina: lo Stato dei Soviet. E se la piccola borghesia vi si introduce, come abbiamo visto, se vi si installa? • A momenti - diceva Lenin (cito a memoria, non letteralmente. Ma questi passaggi importanti del discorso di Lenin sono stati riprodotti dalla Correspondance lnternationale_ N.d.A.) - la macchina che noi crediamo dirigere, va ove non vorremmo che vada; e abbiamo la sensazione che a guidarla in segreto è un tipo disonesto, sornione e falso •. Quello è il pericolo, in effetti. Secondo la sua abitudine, Lenin lo ha rivelato senza riguardi. Piu avanti, nello stesso discorso, commentando gli scritti di un tal professore Ustrialov, militante cadetto, in procinto di schierarsi dalla parte dei Soviet, perché cominciava a contare come buon numero dei suoi amici su • una evoluzione del bolscevismo • (evoluzione che ne sarebbe la negazione e la degenerescenza), Lenin rispondeva: • Evoluzione, no. Tattica, sf •. E aggiungeva: • Tra quella gente e noi, è in corso una guerra mortale •. Ecco la parola definitiva, ecco la dura realtà. La Nep ha segnato, nella Russia rossa, la ripresa della lotta di classe tra la piccola borghesia e il proletariato rivoluzionario. Rivestendo le forme della concorrenza economica, della penetrazione del regime dei Soviet da parte del nemico di classe, della resistenza morale e materiale a questa penetrazione, del monopolio del potere politico nelle mani del Partito Comunista. Questa lotta rimane una lotta mortale. Forme attuali della lotta tra lo Stato Comunista e le classi medie. Gettiamo un'occhiata sui suoi aspetti. Constatiamo innanzitutto che non c'è in Russia e non può esservi in questo momento un'autentica borghesia, per parecchie ragioni definitive e cioè: 1• gli ostacoli apprestati all'acquisto da parte di privati dei mezzi di produzione; 2° le restrizioni poste ai lasciti ereditari; 3° il controllo dello Stato su tutta la produzione.
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