8 della conferenza è contrario ai patti precedenti. Vengo congedato [ ...] Esco, e non penso alla Costituzione. ai valori dell~ coesistenza profanata, alla pace messa m pericolo da questo gesto. Mi vengono invece in mente le parole dell'abate Galiani, un contemporaneo di Lessing carico di intelligenza e di scetticismo: • Nell'ordine essenziale e naturale di questo ammirevole mondo ci sono degli sciocchi e ci sono degli uomini di ingegno. La natura ha voluto (se per altro ha mai voluto qualche cosa) che ognuno vi recitasse una parte. Ora non ci sono che due parti da recitare: quella di chi comanda e quella di chi consiglia. Non si poteva lasciar consigliare agli sciocchi; non avevano ingegno nemmeno per sragionare. E' stato dunque necessario che gli sciocchi comandassero, perché se non facessero questo non farebbero nulla di nulla, e sarebbero una superfluità della natura, che non deve avere niente di superfluo, se non se stessa tutta intera•. Vittorio Strada inverno 1965 Direzionepolitica e libertà intellettuale Si può ritenere a) che nell'Unione Sovietica non si abbia una realtà socia Iista, oppure b) che quel socialismo porti le stimmate dell'esser russo (assenza d'un tirocinio democratico-borghese. ecc.). Sarà lieve fatica allora il progettare l'armonioso sistema d'un futuro post-moderno. e in una nicchia del bell'edifizio troverà posto la soluzione del •problema degli intellettuali•. Ma se si pensa a) che nell'Unione Sovietica si verifichi un'esperienza socialista (se d'un socialismo in costruzione, o d'un socialismo che trapassa in comunismo è una questione che, almeno ora, possiamo abbandonare ai manipolatori occulti dell'ideologia) e b) che la • russicità • non sia, naturalmente, una quantité négligeable, ma neppure I'• apriti sesamo • del mysterium, allora il nostro lavoro politico-teorico sarà men lieve perché dovremo fare i conti con le cose reali. La nostra tesi è la seconda: non fantasticheremo quindi utopisticamente, né ci atteggeremo a paladini della • libertà • (benché il problema delle libertà ci stia ben a cuore dentro e fuori il socialismo). A questo punto una strada maestra si apre: quella del biasimo dello stalinismo e della lode del leninismo (Qualcuno batte beato e tranquillo la via laterale del trotskismo). Stalin è il guastafeste, e ci si chiede anche se ce n'era poi proprio bisogno (prima ancora di interrogarsi sulla • svolta • staliniana si dovrebbe chiarire il concetto di inevitabilità storica]. Di qui il disappunto, di qui lo stupore: il • cattivo • non c'è piii e le vecchie buone • norme • tardano tanto a fare ritorno. C'è poi un altro atteggiamento, quello tra scettico e stoico di chi sembra dire: • La storia s'è fatta sempre ad un modo. e il socialismo è una cosa difficile. • La storia è pazienza grande come la Siberia. Non far mostra di passione, non
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