giovane critica - n. 30 - primavera 1972

In una situazione in cui i colpi dovrebbero essere concentrati sulla DC. la sinistra vedrà in campo ben cinque liste, con la possibilità molto concreta che tutto sì risolva in un grottesco gioco a rubamazzo Il gioco al rialzo della sinistra estrema Accennavamo prima al fatto che, in effetti, la sinistra extra• parlamentare si è trovata a fare i conti con una situazione diversa del previsto. con la sinistra storica collocata all'opposizione anche al di là delle sue stesse volontà. In questa situazione la sinistra extraparlamentare poteva prendere in "parola" i partiti delta sinistra e puntare, dal suo punto di vista, a radicalizzare lo scontro, sulla base, però della rottura verificatasi fra le forze politiche. La scelta che si va affermando ci sembra invece di tipo diverso. ed è molto pericolosa e preoccupante. Si tratta di quel gioco al poker americano di cui parlava Mughini nel precedente numero della rivista. 11rilancio è costituito da un lato dalla presentazione del Manifesto alle elezioni, dall'altro da episodi di guerriglia urbana come quello di Milano. Non vogliamo qui addentrarci sui complessi problemi ideologici emersi nel corso della discussione sul manifesto. 11proble· ma che vogliamo porre è molto più "modes10". In una situazione in cui i colpi dovrebbero essereconcentrati sulla DC. la sinistra vedrà in campo ben cinque liste (PSI, PSIUP, PCI, MPL, Manifesto) con la possibilità molto concreta che lutto si risolva in una sorta di grottesco gioco a ruba• mazzo. (Il PSI e il PCI in concorrenza per spartirsi i voti del PSIUP, questo impegnato a difendere con le unghie e con i denti il suo gruzzoletto, l'MPL 1n1en10a recuperare dal PSI, dal PSIUP e dal PCI i voti cattolici in libera uscita dal '68 e a togliere qualche suffragio a Oonat Cattin. il Manifesto in lite con tutti e in specie con il PCI e col PSIUP). A tulto questo, poi, bisognerà aggiungere le polemiche col Manifesto dei "gruppi" in disaccordo con la sua scelta eleltorale. Il segno più evidente di questo incipiente dissenso nell'ambi• to della sinistra extraparlamentare sta nella ripresa della guerri• glia urbana che costituisce la chiara risposta di Potere Operaio e di Lotta Continua alla scelta elettorale del Manifesto. Da un lato, dunque, una dispersione del voto, dall'altro un aiuto oggettivo - lo vogliamo dire chiaramente - atla destra più estrema e alla dottrina OC degli opposti estremismi. Ad un livello Politico molto diverso (bisogna dare atto al Manifesto di muoversi comunque sulla base di una linea politica, la presentazione delle liste del Manifesto e la ripresa di attività guerrtgliera non sfuggono dunque ad una logica tutta 9 basata sul gioco al rialzo. Di fronte ad una linea del capitalismo italiano per diversi aspetti diversa da quella ipotizzata e ad un comportamento più antagonistico del previsto della sinistra storica. la sinistra extraparlamentare, che pure non r,esce a trovare un'agg,ega• zione partitica reale perché unitaria. si lascia fino in fondo prendere dal gusto di affermare le sue sigle. le sue etichette, le sue formule. Chi lo fa presentando la lista, chi mvece tiran• do la molotov. I segni di una crisi politica profonda L'arresto di ogni politica d1 riforma, l'involuzione delle forze politiche di centro, gli errori d1 ott1m1smo e d1 faciloneria d1 alcuni settori della sinistra storica, l'avventurismo di una parte delle forze extraparlamentari, sono insieme la causa e l'effe1to di una crisi sociale e politica molto acuta e profonda. Il sistema sta andando verso una sorta di paralisi e di ingover• nabilità non per l'assenza, ma per la moltiplicazione delle spinte più diverse. Le forze politiche stentano sempre più ad esprimere un'alternativa di sintesi politiche che risulti chiara e convincente, su cui aggregaredelle forze reali e su cui fissare lo scontro politico. Nel grigiore crescente dei gruppi dirigenti dei part1t1 s, va sempre più verso una corporativizzazione estrema del tessu· to sociale e dello stesso confronto politico. Un qu~tore di Milano, forse al di là degli stessi orientamenti del Ministro degli Interni dell'epoca, ha innescato e dato v,a libera ad uno dei più grossi casi di provocazione politica della nostra storia, con un contorno di falsi giudiziari, di assassini politici. di esecuzioni d1 anarchici. Sempre al di fuori di ogni iniziativa del potere politico dobbiamo ad un paio di magistrati se si perseguono I fascisti e si tenta di far luce suita strage di M•lano. Spezzoni di riforme o di controriforme vengono varate dal Parlamento e bloccate o manipolate dalla burocrazia. Tutto ciò deriva certamente da ragioni politiche precise. La respansabilità principale di questa situazione dipende dalla OC che da molto tempo ha arrestato ogni politica di riforma e che ha cercato di recuperare un contatto con la realtà so• ciale attraverso quella che lngrao ha chiamato la "politica delle mance) e cioè l'intervento sussidiario, il sostegno corporativo realizzati attraverso i canali dell'amministrazione e del sottogoverno nei confronti dei vari strati sociali. Sul settorialismo e sul sottogoverno non ci si può più esprimere in termini puramente moralistici, perché in effelti essi sono

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