giovane critica - n. 30 - primavera 1972

54 Roberto Roversi Non s, tratta di scegliere una via, ma di sapere quali passi pratici dobbiamo fare su una via gia nota, e in che modo precisamente farli. Agg,unge Lenin: si tratta del metodo e del piano di amv,tà pratica colare e spec1f1co da quella sulle forme organizzative nelle quali quel pensiero dovrd svolgersi e comun1cars1. Non s1 superano le deficienze della cultura marxista 1tahana se per ogni indagine compiuta, ogn1 pensiero espresso, ogm ricerca realizzata non ci si domanda entro quale sistema orgamzzat1vo della cultura soc,ahsta quell'indag1ne. quel pensiero. quella ricerca debbano 1nsenrs1, come funzrom ·e perché quella rivista, quell'1st1tuto. quell'organo d1 stampa, quella casa editrice desti• nata a 1rasmetterl1. La cntIca delle cond1z1oni della cultura socialista e la cond1z1one d1 una cultura soc1ahsta critica". 3) "E' proprio dal rapporto fra lo specialista con le masse - rapporto non romantico ne gratificante, bensì semplicemen· te d1 mformaZ1one e d1 osservazione, di scambio e qu1nd1 d1 compartecIpazIone d• esperienze e di conoscenze - che debbono nascere I temi e i contenuti part1colan delle rccef'che". Ho compiuto questo piccolo esercmo b1bhograf1co. sia perché come ho deno questo richiamo (o rimando) si colloca all'mterno d1 un discorso ancora oggi apertissimo, sia per ribadire una sovrana affermazione leninista che suona: non si tratta dt scegliere una via (come era 11caso alta fine degli anm ottanta o all'1mz10 degli anm novanta), ma d1 sapere quali passi prati• c, dobbiamo fare su una via già nota. e m che modo precisamente farlt. In che modo prec,samente farli. Aggiunge Lenin: si traua del metodo e del piano d1 attività pratica. E questo per togliere l'aria disperante della (o d1 unal crisi ogni qual volta si ripresentano problemi che sembra portmo la maschera stanca dell'1teraz1one, sempre 1nappagatI nella loro volontà di soluzione. Ecco il punto: circoscrivere I problemi fondamentali e cerca-e d1 nsolverl1 con metodologie r111er1f1catec.ostituendosi e organ1zzandos1In gruppi d1 lavoro e specificando ltm1t1 e moda• ILta dell'1mp1ego e dell'impegno. Ma tali probtem1 non potranno essere affrontati e risolti (nella loro poss1b1lltà d1 soluzione) se non cI si proporrà d1 nsolverh dall'interno. cioè producendo le nuove s1tuaz1oni autod1rette e autogestite entro cui la prassi potrà svilupparsi m modo autonomo. Il problema dell'intellettuale In questi anni era, ma sta diventando sempre più il problema della sua collocazione d, lotta organizzata all'interno d, questi problemi, e della sua identd1caz1one come architetto d1 rifugi atom,c, che riparino dall'mqumamento 1deo1og1co e dal bombardamento segnico a cui è soggetto, senza pezze d'appoggio, e senza altra sper.mza di salvarsi che IO un rabb10• so ricupero d1 coscienza cntIca e di consapevolezza culturale 11consumatore medio (1'10, 11tu, il lui) che adesso si muove 1nd1fferente. sprovveduto. perduto. Perché dovrebbe risultare chiaro che - al d1 fuori dei 1ud1verbali o gratulatori ma In deftmt1va assai poco consolatori sulla letteratura della reazione o della restaurazione - noi avremo e possederemo solo ciò che saremo stati capaci d1 conquistare o d1 raggiungere; d1 conquistare e di produrre; d1 raggiungere e d1 mantenere; e questo, cioè questo c/lJ, è la nuova organizzazione della comunicazione che si deve scegliere ed elaborare per tornare a saldarci con le masse. Questa saldatura tra popolo e intellettuali consiste nella ncerca e nell'attuazione dei canali alternativi della comunicazione. Ecco perché si può identificare come un fatto d1 notevole rihevo nella direzione sopraindicata l'appar1zIone d1 un quotidiano come Il Manifesto, molto nuovo nella geografia cultural-politica italiana e m un certo modo dirom• pente nella sua esemplantà. Proprio "quel" quot1d1ano di pura informazione politica. senza la nera, i bene gh altri e le fotografie dall'Australia; strutturalmente nuovo nell'ipotesi di un lettore g,à diverso. E' così che attraverso questo tipo di inter• vento diretto e d1 ncerca diretta si potrà instaurare un rap· porto d1 saldatura fra intellettuali e masse senza s1tuai1oni pnv1leg1ate e senza creditori chirografi. In caso contrario, ancora una volta "questa mancata saldatura tra masse e intellet· tuah farà dell'Italia il paese delle sommosse. anziché 11paese della rivoluzione; e lascerà oscillare le masse, pure così canche d1 volontà dt lotta. tra il riformismo e il massimalismo" (Del Carria. a pag. 185 del primo volume). Poiché il tempo segna a burrasca (m parte mentita e ,n parte reale). non vorremmo ass.stere alta periodica derattizzazione della stiva della smIstra al fumo delle solite crisette; e proprio perché in questa nota condensata ho cercato più volte l'appoggio di qualche rimando bibliografico, vorrei concludere - o avviarmi alla conclusione - con un riferimento alla pagina cinquantadue del libro d1 Dodds (Pagani e criuiani in un'epoca di angosciai. a cu, potrei rimandare chiunque si dispone a leggere con la rabbia di capire te cose "correnti" e da cui levo questa analogia che per me è folgorante nella sua linearità e apparente semplicità. come accade per te affermazioni che sono subito giuste (o esatte): "Anche Soph1e Scholl ebbe un sogno (come Perpetua, aggiungo). mentre era chiusa in prigione l'ultima notte della sua v,ta: le sembrava d, arrampicarsi per una montagna scosce• sa. portando in braccio un bambino che doveva essere battez• zato; alla fine ella cadde in un crepaccio, ma 1t bambino si salvò. La montagna con i suoi crepacci corrisponde alta scala pericolosa di Perpetua; il bambino non battezzato richiama Dinocrate, che morì non battezzato all'età d1 sette anni. Nei sogm d1 ent.-ambe il bambino si salva, e i loro cuori materni ne traggono conforto; ma mentre Perpetua sogna un dio pasto· 1e e una vittoria simbolica nell'arena, Soph1e Scholl è felice di

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