giovane critica - n. 30 - primavera 1972

Roberto Roversi La sinistra affronti il problema degli strumenti audiovisivi e quello delle "video-casserte"; poi quello dei giornali; quello dei libri libroni libretti; altrimenti il discorso oscillerà sempre fra avventurismo e coretto isterico un quotidiano politico (su questo problema cercherò d1 tor• nare in maniera più argomentata) e della ossessiva e generalizzante pressione della t1vù con gh elfi e gll gnomi delle sue fiabe pubblicitarie; è della strarompente pubblicità della stra• da, verbale e iconografica al livello cl• una violenza ossessiva, che bisogna affrettarsi non tanto a parlare per constataz1om di sdegno iconoclasta ma per assumersi l'obbligo anche in questo caso di elaborare strumenti e dati alternativi; ripeto: autonomi e autogestiti. Se non si provvederà a organizzare e programmare un lavoro a breve e a lunga scadenza su questo e su questi problemi; se la s1n1st1aanz1che prendere atto dei movimenti e delle realizzazioni deglt altri (magari mugugnando) non affronterà in mamera organica, insistendoci sopra. il problema degli strumenti audiovisivi e quello altret1anto "grosso" delle video-cassette; poi quello de• giornali (come ho accennato), quello dei libri librom libretti. l'altro (ancora) della pubblicità in generale; ebbene, senza radunare e disporre, pn· vilegiandoli. questi problemi temo che ogni altro idiscorso oscilli fra l'avventurismo senza venerdì o sabato d1 piccole frange e il coretto isterico connotato dall'incertezza di coloro che si guardano intorno presi soltanto da un grande smarrimento. Con questa premessa semplice. con cui ho voluto mettere in luce in un rapido abbozzo l'urgenza di una dieta problematica volevo a<rivare a dire, in un campo specifico. che ha molto ragione Gian Carlo Ferretti quando (nel fascicolo recente di Problemi n. 29-30) sostiene o riafferma, riprendendo e svilup· pando tesi in precedenza enunciate (ad esempio ne L'autocriti• ca dell'intellettuale). che "ogni discorso settoriale, comunque, non può essere impostato che come astrazione determinata rispetto a quell'orizzonte più generale. Ogni compito di lotta specifica non può non essere concepito che nel quadro di quegli obiettivi più generali. E viceversa. Ogni lotta per la trasformazione di un ente o di un istituto, a livello naziona• le. non può prescindere dal lavoro concreto, specifico, diretta· mente legato a una realtà anche circoscritta. che in quella stessa prospettiva si muova ecc.". In altre parole, come anche ribadito nella premessa stesa da Schiavina e Russo al Rendiconti n. 22-23 fscotasticol. un costante rapporto di prassi• teoria-prassi dovrà sovraintendere ad ogni funzione operativa che sia esercitata finalmente nella direzione di un rinnovamen· to, dalle radici. della cultura; e nella quale l'intellettuale dovrà finalmente assumersi tutta intera la propria responsabilità. Ogni altro proposito o progetto di lavoro è d~tinat? a_:5au•. rirsi nel limite e nel cerchio di fuoco di espertenze indwiduah ~lmente controllabili, catalogabili e subito e nella sostanza 53 1neff1cac1.Quale ad esempio, per rendere il dovuto omaggio autocritico alla tesi, quella del sottoscrrtto con un c1clostdato ecc .. su cui e pe1fetta l'annotazione d1 Ferretti che "11 suo at• teggiamento, m generale. non appare certo immune da con• tradd121on1e da equ1voc1 chiuso com'è nell'ambito d1 una presa d• coscienza 1n defin111vapnvata e condannato altres1 - sul terreno pratico a quella stessa impotenza che Roversi stesso aveva denunc1dl0". Da questo saggio dt Ferretll, che va letto intero, risalivo con la memona, collegando a,,alogh1 problemi ad analoghe esigenze (o problemi molto s1m1ha esigenze molto s1m1l1;esigenze d1 soluzione o d1 nsoluz1one. naturalmente). a quel denso m• serto di carta 91altina, apparso come supplemento nel fascicolo 5-6 della rivista Ragionamenti, del settembre 1956. Si 1nt1tola• va "Proposte per una orgamzzaz1one della cultura marxista italiana" ed è tutto da leggere, salvo necessarie modificaz1on1 d1 prospettiva e con l'aggiunta d1 alcune altre e nuove divergenze sopraggiunte. Perché il nchiamo si innesti nell'intreccio della problematica in discussione. esemplarmente. produrrò alcune estrapolaz1om da 1ntenders1 quali sono: I) "Se da1 tumulto del dopoguerra, dove si è cercato con generosa e affannosa violenza di impadronirsi delta cultura antifascista italiana e straniera, si è passati ad una più acuta opera di ricerca (che in taluni settori ha dato indiscutibili ri• su1tati) questa ha avuto come contropartita, con la ripresa delle parole d'ordine dell'anticosmopolit1smo e del nazional· popolare, !"arresto del contatlo critico con 91, sviluppi della cultura nei paesi cap1talist1, il silenzio sulla stona recente del movimento marxista internazionale, la superf1c1alità della poi!• tica delle alleanze culturali. Detto altr1mentt. al regime della guerra fredda e alla politica delle due 1potes1 - pace e guer• ra - è corrisposta una direzione culturale che oscillava fra r astratto ideologismo (o conservazione dei testi) e l'accettazione di strumenti d1 lavoro e di comunicazione. di ngorosa osservanza accademica e borghese. Un regime d1 doppia verità ecc." 21 "Il primo passo per iniziare la fine concreta degli "mtellet· tual1" come categoria o ceto separato e privilegiato è proprio nell'esame delle condizioni nelle quali si svolge il loro lavoro; non o non solamente nell'ambito della società capitalistica ma nell'ambito di quella società socialista ini21ate che è rappresen• tata dalle organizzazioni politiche, sindacati. dai loro centri studi, riviste, istituti di cultura. Gli uommi di cultura marxisti debbono impegnarsi a non disgiungere mai una discussione. una proposta. una ricerca su di un problema generale o pa1t1·

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