Edizioni Avanti! Comunque una ripresa della loro attività e funzione. doveva coincidere con una ripresa ed 1toriale dei class1c• del pensiero mar)(ista, costruendo una gerarchia di valori che, all'interno del movimento operaio e nella direzione della fondazione d1 una nuova critica della società borghese e anche dello Stato socialista burocratizzato, superasse le gerarchie ideologiche del Diamat. il marxismo statolatra, ripetitivo e censurante, che l'egemonia staliniana aveva imposto anche al movimento operaio italiano. Non si può dire che le nuove Edizioni Avanti! abbiano avuto piena coscienza della grand1os1tà di questi compiti e qumd1 s, siano mosse con coerenza 1n questa d 1rezione. Certo un tentativo di questo tipo c'è stato; ma è mancato un piano d1 svi• luppo organico nella visione pol1t1ca e nella strumentazione, per cui se ci hanno dato qualcosa. ciò è avvenuto o 1n modo disorganico o fuori tempo o spegnendo nel rigore filologico l'esplicitazione di., un discorso politico. Le Edizioni Avanti! potevano portare. almeno dopo d '56, nel dibattito marxista italiano, quel fervore conoscitivo, di confronto e di ricerca. di conoscenza delle nuove realtà 1talia· ne e internazionali, che sarà poi interpretato dall'att1v1tà ed•· toriale della contestazione o delle minoranze. avendo su queste però il vantaggio di poter fare un discorso all'interno del movimento operaio e quindi di incidere ben diversamente sul marxismo italiano nel suo complesso. Ma la lettura del loro catalogo ci dice invece le timidità e le incoerenze alle quali sono soggiaciute. L'introduzione di nuovi testi marxisti, espunti dallo stalinismo, non è avvenuta attraverso le Edizioni Avanti! . le quali se ci hanno dato ad esempio l'edizione italiana degli scritti della Luxemburg, ciò è avvenuto troppo tardi con un partito ormai motecolarmente modificato e distratto dalla prospettiva di governo e che quindi poteva sopportare come una curiosità culturale o storica non solo la Luxemburg, ma i Quaderni rossi ad esempio, o La guerra per bande di Che Guevara od altro; allo stesso modo che a livello di direzione sopportava anche, come simpatica ed innocua eterodossia, gli interventi "consiliari" di Raniero Panzieri al CC. In effetti l'inquadramento politico era dato dal nennismo, il quale era liberale (perché empirico e quindi scettico e eclettico) fino a rasentare la contraddizione. Il discorso originale di Bosio doveva quindi mediarsi, accettare compromessi fino a sembrare incomprensibile. oppure riservar49 si can1ucc1, come ad esempio la collana sulla "Stona del mo• v1men10 operaio italiano" o su ""La cond1z1one operaia 1n l1aha". che tentava un superamento del marxismo d• tipo storicistico e portava ti movimento operaio alla conoscenza della nuova fabbnca, ma che era sacrificata nel piano generate delle Ed121oni e l1m1tata a• problemi economici e sindacali della nuova realtà operata. Quella delle Ediz1on1 Avanti! è stata una grossa occasione politica e culturale mancata. che poteva aprne un terreno d1 lot• ta creativa al movimento operaio, dare una funzione origuMle e egemonrca in questo settore al Partito soc1ahsta. Occasione perduta però non a caso e che non chiama tanto 1n causa la capacità e gli orientamenti dei compagni che te d1• ressero. Occasione. ora lo vediamo bene, che non poteva non essere perduta da un partito che net penOOo dell'unrtà d'az10• ne si era autolimitato a un terreno nstretto d1 lotta nnuncian• do a una battaglia per una funzione egemonica nel campo icleale e che nel periOOo di trans1z1one alta svolta che lo porterà al governo. era costretto a subire l'accentuarsi di determinate contraddizioni sulla sua sinistra, le quali erano però regolate m ghetti marginah senza prospettiva al suo interno. Queste contraddizioni e queste insufficienze politiche si sono npercosse e sulla eterogeneità degli 1ndinzz1 e del materiale pubblicato. ma anche (e ovviamente) hanno compromesso lo sforzo metOOologico unrf1catore d1 Bos10. che ha sofferto di ltm1t1 che non erano solo suoi ma anche del marxismo 1talta• no dell'epoca. Nel Giornale di un organizzatore di cultura, Bos10 a g1ustif1• cazione del privilegiamento che la nostra generazione ha fano degli studi storici, cita una frase di Lukàcs in cui il marxismo è ridotto a "scienza della stona", a scienza unitaria egemone alla quale confluiscono I ram, delle singole scienze. Ecco emblematicamente svelato un marxismo di tipo storicistico privilegiato in quegli anni come correttivo al meccan1c1smo staliniano, che però da sc,enza conoscitiva e dell'azione si fa scienza interpretativa. che rinuncia a capire, a criticare e a trasformare le nuove società borghese e socialista e si volge prevalentemente alla interpretazione del passato del movimento operaio. Erano gli ambiti che lo stalinismo e la traduzione italiana dello stalinismo lasciavano alla teoria, considerata sc,e,,. za subalterna alla politica, e quindi ripetitiva e estensiva. Anche all'interno delle Edizioni Avanti! la storiografia è stata sostahziatmente privilegiata, pur con quei tentativi d1 uscirne di cui ho detto e che la collana "La condizione operaia in
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==