giovane critica - n. 30 - primavera 1972

UNA GENERAZIONE TRA 45 5T ALINISMO E CONTESTAZIONE. GIANNI B0S10 STEFANO MERLI Ritengo necessario per Giovane critica ritornare m sede d1 valutazione critica sul lavoro e sulla figura di Gianni Bosio, perché non s1 tratta solo di onorare un compagno che ha dato un contributo notevole alla ricerca marxista, ma anche di porci tutti di fronte a problemi che non sono esclusivi di un periodo e non si esauriscono in una biografia, ma che interessano direttamente le radici della nostra attuale crisi. Figure come quelle di Bosio e di Panzieri (accomunate in un analogo destino e di esistenza fisica e di milizia political non si esauriscono nella loro parabola individuale per quanto notevole. ma evidenziano le linee di tendenza e gli esiti di una stagione e di una generazione politica, di venti anni della nostra lotta. Possiamo considerarle figure di rottura e quindi di transizione. coscienza c,itica di una stagione del movimento operaio che hanno aiutato a conoscere i propri limiti e al quale hanno aperto sbocchi che non hanno potuto vedere nel loro approdo terminale. Sulla bara di Bosio c'era un drappo rosso spoglio di emblemi di partito o di gruppo. simbolo del suo lavoro unitario nel movimento operaio ma anche aspetto del suo isolamento politico attuale. critico delle componenti istituzionali e antistituzionali del movimento. Bosio infatti nell'ambito del suo settore di lavoro e di intervento, ha avuto intuizioni anticipatrici che hanno rappresentato guide metodologiche sulle quali si sono mossi vari settori di ricerca mobilitando forze considerevoli. producendo orga• nizzazione, cioè lavoro collettivo, lavoro di massa. Eppure il disegno politico che sorreggeva tutta la sua attività può dirsi in crisi nel momento stesso che. per apparente paradosso, alimenta un arco ricco di forze e di iniziative, nel momento in cui abbandona la matrice originaria per innestarsi nelle lotte delle ultime generazioni politiche. Questa crisi è di dimensioni collettive, non tocca minimamente le capacità di lavoro di Bosio, la sua passione e dedizione, il suo spirito di sacrificio {che furono veramente di natura bolscevica, come ha scritto Della Mea). ma investe tutta una generazione, sotto• linea le difficoltà forse insuperabili che questa generazione ha incontrato; nello stesso tempo evidenzia il contributo che essa ha dato alla apertura di una fase ulteriore della totta e il suo emarginamento (se non isolamento) attuale rispetto alle forme e ai contenuti che questa viene assumendo. L'ambizioso disegno di una generazione Bosio ha lavorato nel campo della organizzazione culturale, della storiografia del movimento operaio. della editoria di par• tito, della cultura popolare e di classe. settori nei 4uali ha dato contributi mctodolog,c, e nsultat, 1>rat1c1dei qual! Giovane critica ha già padato e su• qualt dovr,mno ritornare spec1f1camente I comp,,y1111.h..-d1 quei p(oblem1 s• occupano. Però tut· ta questa att1V1tàmult1forme ma rigorosamente coordinata e omogenea, era sorretta da un disegno politico che mirava a costruire un mar1<1smonvoluz,onario che teoricamente e politicamente andasseoltre lo stalmismo e la traduzione italiana dello stalinismo rappresentata dalla polittca d'unità nazionale e dal frontismo. Un marx,smo rivoluzionario cioè che non si fermasse alla lotta contro le espressioni degenerate e involutive della società borghese. che non si fermasse alla lotta contro il sottosviluppo e 11monopolio. per il progresso e la democrazia; un marxismo che portasse a nuovi livelli, e nelle società capitalistiche e nelle nuo11esocietà socialiste. la critica marxiana delta burocraz,a e dello Stato. Un mar1<ismocreativo. un co· munismo libertario, che non era estraneo alla tradizione det movimento operaio italiano ma nel quale anzi ha sempre lavo• rato dalle origini in poi, pur senza tro11areuna espressione maggioritaria. Eppure questo disegno ambizioso che fu di Bosio, che fu di Panzleri, di molti altri intellettuali e anche di forze politiche determinate. è fallito nella prospettiva di una costruzione di massa e bisogna chiedersi il perché. dopo tante lotte tanto lavoro tante speranze. questo sia potuto avvenire. Bisogna chie• derselo perché questa operazione di pulizia critica può aiutarci a scoprire gli ultimi equivoci e quindi a liberarci a nuovi indirizzi. Bosio ha avuto intuizioni fin dagti anni giovanili di Movimento operaio, che ora stupiscono per la loro attualità, che anzi SO· no venute crescendo criticamente e politicamente nel tempo. L'indirizzo storiografico che reggeva Movimento operaio era in verità pregno di analisi e di ipotesi politiche di cui ora siamo in grado di valutare l'i"ntuitività. Quello che abbiamo definito filologismo e corporativismo era anche tale, aveva i limiti che una generazione storiografica successivaha cercato di correggere e superare. ma era anche la strada per pervenire a un di• scorso politico attraverso la storiografia che è ancora oggi attuale e sul quale le avanguardie stanno ancora lavorando. Bosio ne indicò le linee metodologiche che poi politicamente e ideologicamente ha ulteriormente evidenziato altrove: analisi delle motivazioni politiche che portavano la strategia naziona• le-popolare e frontista a privilegiare un rapporto dialettico con la cultura borghese democratica; critica detle tradizioni riformista e massimalista del movimento operaio progressista, ma anche recupero di un filone di classe e eversivo al suo interno come asseper la ricostruzione di una linea teorica anti•

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