30 LA LEZIONE DI UN DECENNIO GIORGIO AMENDOLA L'ordine delle m,e risposte vuole 91aapportare una mod1f1ca a11'1mpostaz1one data al d1bat1,to dalle tre domande avanzate dt1 Giovane critica Il fJlltmento d1 ,ilcune 1potes1 estrem1o;tc. IJ cadut.1 d, ,11curl1 1ncon\1strnt1 modt>lh 11voluz1ona11, e lp d1ff1coltà incontrate dall'avanzata democr,u,ca del movimento operaio. non autonzzano, tuttavia, 11 generale p1agn1steo che viene suggerito dalle tre domande. dove s1 arriva a parlare d1 "stanchezza" e "rassegnazione" dei part1t1 d1 s1n1stra. Spesso chi è stanco. per le delusioni provate. vuole per forza ritrova• re stanchi e scoragg1at1 anche coloro che, invece. continuano ostmat,. e per nulla sf1duc1a11.a fare il loro lavoro. Non era Nenni che aveva cercato nella presunta stanchezza delle masse l'al1b1 d1 cui sentiva 11bisogno per rompere l'unità d'azione de, soc1alist1 con • comunist11 Che gruppi estrem1st1 riprendano i vecchi inconcludenti d1scors1 suite "occasioni perdute", e sui "decenm perduti", 1nd1ca 11loro distacco dalla realtà ,n movimento. e la loro mcapactlil a comprendere 11d1fhc1le processo della stona. che non conosce 1emp1 morti. ma 11contrastato. a volte lento. ed a volte veloce. avanzare della lotta d1 emancipazione. 1. Giudizio sul decennio 1960-1970 Il decenmo 1nd1cato non puo essere, a mio avviso. caratterizzato come 11decennio del centro-sinistra. Questi ha rappresentato non una svolta strategica, come si voleva da alcuni e s, temeva da alto. delta vita politica 11al1ana,ma un momento tattico nel contrastato processo d• ascesa delle classi lavoratrici alta direzione del paese. Il g1ud1z10sul decennio non può l1m1tars1all'esame delle v1• cende interne, ma deve partire da una valutazione de• muta• menti avvenuti nella s1tuaz1one 1nternaz1onale. At centro d1 questi mutamenti sta l'eroica e vittoriosa resistenza del V1et· nam contro l'aggressione degli Stati Uniti. E' la sconfitta su• b•ta dall'1mpena1lsmo americano che 1nd1ca 11pr1nc1pale s19nif1cato del decennio, 11senso del movimento della storia. Ed il movimento rivoluzionano d1 l1beraz1one ha riportato altre vittorie. L'Algeria ha conquistato la sua 1nd1pendenza, dopo la lunga ed eroica lotta condotta contro l'imperialismo francese. Più d1ff1cile e travagliato li processo d1 liberazione ed un1f1caz1one de, popoli arabi, duramente colp1t1 dall'aggressione israeliana del 1967. La costruzione dei nuovi Stati naz1onal1 m Afoca procede. tuttavia, anche se faticosamente, tra gh ostacoli frapposti da, rapporti d, subordinazione eco· nom•ca imposti dai paesi 1mpenahsti. Nell'America Latina, dopo 11sacnf1c10 d1 Che Guevara, la ricerca di una strada di avanzata democratica al soc,al,smo procede, nei d1vers1 paesi. attraverso ten1at1v1, ancora non fortunati. di stabilire un crescente collegamento tra lotta armata e lotta d1 massa La v1t1oria del Fronte popolare m Cile ha 1nd1cato l'esistenza, 1n determmate cond1z1on1, d1 nuove poss1b1lltà d1 avanzata democra11ca al socialismo. E' stato un decennio d1 convulse oscillazioni, di brusche svolte, dt 1mprovv1s1sviluppi. Esperienze drammatiche di IO!· ta, strettamente cond1z1onate dalle varie si'1uazioni. hanno volta a volta esercitato fortissime, e rapidamente vanab1h influenze !Cuba. insurrezione di Algeria. Che Guevara, le "pan• tere nere", i "tupamaros", i fedayn palestinesi). E si può comprendere che a molti d rapido mutare degli eventi abbia finito col fare girare la testa. Non hanno perso l'orienlamen· to coloro che hanno mantenuto fermo l'ago della bussola sull'ob1e1t1vo della coesistenza pacifica. anche quando sem· brava che questo ob1ett1vo avesse perso 11suo carattere rivo· luz,onano, e dovesse mvece s1gnlf1care null'altro che 11congelamento dei vecchi rapporti di forza, un accordo bipolare tra URSS e USA, un compromesso che sacrificava al mantenimento de, vecchi equilibri le rag1on1 de, popoli 1n lotta per la loro indipendenza e quelle della classe operaia per •I socialismo. Eppure. alla fine del decennio. dopo tante sbriga· t1ve d1ch1araz1on1 di fallimento, la politica della coesistenza pacifica appare. semp,e d1 più, come la sola condizione che possa permettere a, popoh d1 conquistare l'indipendenza e d1 avanzare sulla via del socialismo. Ecco l'errore compiuto dagli strateghi 1n cerca d1 nuove vie rivoluzionarie. avere dimenticato che Il problema dei problemi è sempre quello di provocare un mutamento degli attuali iniqui rapporti d1 for• za. d1 fare avanzare li moto d1 liberazione dei popoli oppres· si e la lotta emancipatrice per Il socialismo della classe ope· raia, non solo evitando una guerra atomica, ma cercando d1 giungere ad un reale (e controllato) disarmo generale. Dopo la soluzione pacifica ( 1962) della crisi di Cuba - che s1gn1f1cò non già una capitolazione sovietica, ma la garanzia per Cuba d1 vedere rispettata la propria indipendenza - rotta tragicamente la triade (Papa Giovanni, Krusciev, Kennedvl. che aveva person1f1ca10. agti inizi degli anni '60, davanti alle speranze d, immense molrnudmi le possibilità di giungere ad una coesistenza pacifica; scoppiato il contrasto ctnO·SO· viet1co; l'aggressione americana contro il Vietnam diede la prova della permanente volontà degli Stati Uniti d1 imporre con la forza la propria funzione dì gendarmi capitalistici del mondo. Sembrò il fallimento della tes, della ev1tab1htà della guerra e della necessità di una politica d• coesistenza pacifica. Ed il rttiro di Krusc,ev apparve a molti come la
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