Pino Ferraris Quando i compagni sardi rifiutano di essereconservati nelle "riserve", per offrire al turismo di ferragosto "i balli sardi" e gli "indigeni 11gghindatiper la prep11razionedel porchetto allo spiedo" e dicono con forza di voler partecipare "attivamente al• la vita del mondo". essi gettano un ponte di internazionalismo classista che va ben al di là della loro "isola" no con slancio "la presenza, la contemporaneità del mondo dei contadini. dei pastori e degli operai sardi", contro la "civiltà" che sbarca a Cagliari, a Porto Torres, a 01· bia con la petrolchimica di Rovelli, con il turismo dell'Aga· Kan, con i reparti dei baschi blu, con i transistors. che servo• no ad unire, ogni domenica, la più dispersa e solitaria popolazione d'Italia, nell'orgoglio sardo per i goals di Gigi Riva. Quando rifiutano di essere conservati nelle "riserve'', come "l'infanzia del mondo sviluppato", come "risorsa locale" in appalto. per offrire al turismo di ferragosto "i balli sardi di Porto Cervo e gli indigeni agghindati per la preparazione del porchetto allo spiedo", e. dicono con forza di "partecipare attivamente alla vita del mondo", di quella parte del mondo che rifiuta l'assenza di libertà, la divisione del lavoro, i disvalori dei consumi alienanti, essi gettano un ponte di internazionalismo classista che va ben al di là della loro "isola". Ed anche indicazioni utili essi danno, quando pongono con vigore il problema di trovare i modi concreti per lottare con· tro il dominio capitalistico "che nelle città trova i servi e gli alleati", dicendo che questa battag1ia passa attraverso la lotta "contro tutti i centri di intermediazione. economici, politici, cultura! i del neocolonialismo: regione autonoma, ceto imprenditoriale sardo subalterno, burocrazia, giornali, docenti universitari migratori e stanziali al servizio del capitalismo del Nord''. Nessuna forza viene trascurata: il ruolo politico di massa di un movimento studentesco in Sardegna, che sfugga al settari· smo ideologico e alle maglie corporative, secondo i compagni del Circolo Città-Campagna, può avere possibilità di sviluppo se tiene conto della specificità dell'ordinamento cittadino nel Sud. E' importante, troppo importante la rivolta di quelle migliaia di disoccupati, che, in gran parte, possono chiamarsi studenti in grazia del "mangime" delle borse di studio, largamente elar• gite dalla Regione; studenti che si ribellano sia alla loro con· dizione di "senza lavoro", sia alla prospettiva di un seleziona• to destino di politici-lett.erari, cioè di "paglietta" di un gioco di potere corrotto e servile; sia ad un destino di tecnici "che non hanno tempo da perdere con la politica". da esportare, docili, in continente. con l'ex pastore che sarà operaio "torinese" e produttivo e con il pecorino che diventerà,.romano"e pregiato. Secondo i compagni del Circolo Città-Campagna di Cagliari, la riuolta studentesca non ha trovato prospettive politiche positive perché "è mancata una attenzione per la stessa configurazione sociale ed economica delle città nelle quali si 91 operava. quanto meno a1 fim di provocare una comprom1ss10· ne o una neutralizzazione di certa piccola borghesia cittadina. anziché lasciarla esposta alle suggest1on1di un risorgente fascismo o della socialdemocrazia. Uno sforzo per una corretta mterpretazione della realtà urba· na sarda, della sua subordinazione ad altre realt3 urbane di fuorivia e della sua egemonia nei confronti del retroterra. avrebbe, invece, potuto favorire, sul terreno della lotta, l'im• postazione di un rapporto Città-Campagna diverso da quello voluto dal capitalismo. Il movimento studentesco ha però ri· nunciato alle possibilità di penetrazione, che pure aveva, neijli ambienti della piccola borghesia urbana e non si è dato la pe. na di creare nelle città le teste di ponte che erano necessarie per i ceti delle campagne. assumendone in proprio le esigenze e le rivendicazioni politiche e rompendo le mediazioni tradi· zionali" (Per una università contadina, pag. 26). 9. Oa1 momenti più alti e più lucidi di analisi e di azione realizzati da questa nuova militanza di sinistra meridionale è possibile estrarre, al di là delle contraddizioni e delle superstiti ingenuità, lezioni di sicura utilità. E' lo sforzo di analizzare con metodo marxista e immaginazione politica (senza schemi ortodossi o revisionismi di importazione); è questo ricercare e lottare "dall'interno", applicandosi alle radici delle·contraddizioni sociali; è questo sforzo costante di specificazione e di unificazione insieme; è la volontà ostinata e astuta di ribaltare contro l'avversario tutte le contraddizioni che egli cerca di riversare dentro al proletariato. E' rumile lavoro di base, che studia, tiene conto. rispetta le dure leggi che impone il terreno sociale, sconvolto, accidentato e aspro della realtà meridionale. non per adattarsi a subirle con rassegnata ri• nuncia, ma per utilizzarne ogni possibilità, per dominarle con razionate passione politica; è l'impegno militante ad affrontare il problema, tutto materiale e concretamente rivoluzionario. di costruire (con la lotta, l'organizzazione, l'unità e le alleanze) dei rapporti di forza di classe sufficienti ad aprire una prospetti• va dentro la quale le masse meridionali possano diventare attivi e autonomi protagonisti di un generale processo di emancipazione.
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